Sindacati e Governo ai ferri corti sulla concertazione

Sindacati e Governo ai ferri corti sulla concertazione

Attacco della Camusso ("governo insofferente verso la concertazione, contrastiamo e contrasteremo l'idea di una sua autosufficienza"), replica di Renzi ("i sindacati devono capire che la musica è cambiata"), affondo di Bonanni ("rottamiamo chi non sa costruire coesione"). Il governo pone la fiducia in Senato sul decreto lavoro.

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7 maggio 2014

E' scontro tra Cgil e Governo. Matteo Renzi non ci sta, infatti, ad incassare le accuse di Susanna Camusso di voler distorcere la democrazia: "abbiamo registrato,da più governi a questa parte – ha detto quest'ultima dal congresso Cgil a Rimini - l'insofferenza verso la concertazione. Constatiamo con tutta la tranquillità necessaria l'ingenerosità di quei giudizi verso il mondo del lavoro". E ha aggiunto: "contrastiamo e contrasteremo l'idea di un'autosufficienza del governo, che taglia non solo l'interlocuzione con le forme di rappresentanza, ma ne nega il ruolo di partecipazione e di sostanziamento della democrazia". Secca la reazione del premier, che non ci sta a essere bollato come "apprendista stregone" sulle riforme e attacca a muso duro: "i sindacati devono capire che la musica è cambiata, non possono pensare di decidere o bloccare tutto loro. Se vogliono dare una mano bene ma noi non stiamo ad aspettarli". La linea di Renzi, insomma, non cambia, a costo di arrivare a scontri frontali: va bene confrontarci e sentire il parere di tutti, come la consultazione avviata sulla riforma della pubblica amministrazione, ma "non possiamo più trascinarci come in passato in riunioni fumose che si chiudono senza decisioni". Parole che hanno provocato un secco commento da parte del leader della Cisl, raffaele Bonanni: "Renzi sembra arrivato dalla luna. Accusa noi di cose su cui non ha detto nulla in passato. Lui ora è in litigio con la Camusso per fatti suoi, ed estende la faida a tutti gli altri. Rottamiamo piuttosto chi non sa costruire coesione". Intanto Il ministro per le Riforme, Maria Elena Boschi, ha annunciato a nome del governo l'intenzione di porre la questione di fiducia sul dl Lavoro nell'aula del Senato, dopo quella alla Camera e le modifiche in Commissione a Palazzo Madama che hanno scatenato le polemiche di parte del Pd ma soprattutto della Cgil. La prima chiama è prevista per le 16.30 ma potrebbe anche essere anticipata di circa un'ora perché la maggioranza potrebbe rinunciare a intervenire. L'Aula riprenderà alle 13 e poi dalle 15 inizieranno le dichiarazioni di voto.  

 

 

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