Chiude Scarciello, salumiere anticlan: "Lasciato solo, vado via da Napoli"

Chiude Scarciello, salumiere anticlan: "Lasciato solo, vado via da Napoli"

Denunciò il degrado di Forcella. L'ex imprenditore Leonardi: "Basta con le passerelle". "Se tutti denunciassero né io né Ciro saremmo eroi, diceva bene Falcone, è un problema culturale, ma lo Stato ci mette il suo".

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25 luglio 2017

"Vorrei capire perché le istituzioni non si fanno le domande che vi fate voi giornalisti quando venite qui e vedete quel che vedete, lascio a malincuore il mio negozio dopo essermi consultato con la famiglia, sono qui da trent'anni ma non ho scelta". Così Ciro Scarciello, proprietario dell'alimentari di via Maddalena, annuncia d'ultima settimana" di attività. "Cambierò vita, farò altro, andrò via da Napoli". Scarciello c'era il 5 gennaio quando nei pressi del negozio furono feriti tre giovani senegalesi a colpi di pistola e una bimba di io anni, raggiunta da una pallottola vagante alla caviglia. Un contrasto tra spacciatori troppo vicino alla tragedia. Scarciello parlò alle telecamere di "Chi l'ha visto" del degrado del quartiere, onorai "terra di nessuno", letteralmente, in balia di nuove leve criminali meno esperte e più sanguinarie in conflitto permanente. Dal giorno dopo, quando gli spaccarono una vetrina, i clienti sono spariti. E malgrado la solidarietà di tanti napoletani spronati anche dall'imprenditore coraggio" Luigi Leonardi, gli affari sono crollati. Anche malgrado le "passerelle istituzionali" di Comune e Regione. "Cosa è cambiato in questi mesi? Nulla" dice Scarciello: "E' soltanto sparita una struttura abusiva dallo slargo. Per il resto si spaccia ancora. Voi lo vedete". "Ho 6o anni, ho lavorato qui metà vita. Il mio quartiere è quello dove è nato il "pacco". Ma almeno una volta c'era un "equilibro", con la sparizione dei vecchi clan è tutto più pericoloso". Il dominio dei Giuliano. Altri tempi per la Maddalena, che lascia il commercio per lo più a negozianti cingalesi o cinesi «che pure se ne stanno andando». Oggi è il tempo delle "stese" e dei morti ammazzati giovanissimi, anche innocenti, come il meccanico Luigi Galletta freddato a poca distanza da qui per una mera parentela con qualcuno di un clan avverso. L'ex imprenditore Luigi Leonardi è stato il primo ad affiancare Scarciello invitandolo a non mollare. Leonardi ha perso due fabbriche, negozi e casa dopo aver denunciato il racket "incrociato" di più clan, dopo aver subito un sequestro di persona. Oggi commenta: «Per Ciro abbiamo incontrato anche la Regione, ci hanno dato un paio di appuntamenti ma si è fermato tutto. Con la mia associazione (Walking Ideas) proponevamo di aiutarlo attingendo a fondi disponibili per le vittime della criminalità, aprendo un alimentari "etico" non lontano da G avremmo seguito il principio di chi crede, ma a parole, che la "rivoluzione" passi anche per il non andarsene da Napoli. Il sindaco ci mandò un paio di messaggi. L'assessore all'Annona promise interesse. Ma "i tempi della politica sono diversi dai tempi dei cittadini", ci è stato detto, ed "è il caso che li rivediate", replicai, "perché Ciro sta chiudendo e finiranno per strada due persone", uno lavora con lui da vent'anni. Il messaggio che lascerà questa saracinesca chiusa qual è? Che conviene farsi i c... propri. . Eppure parliamo di clan strutturati? Mai come in questa occasione il territorio poteva essere occupato dallo Stato, avrebbero potuto riqualificare la Porta della città battuta dai turisti provenienti dalla stazione centrale, eppure lo spaccio dei senegalesi e gli ambulanti restano, chi non ci sarà più è Ciro, grazie alla cittadinanza solidale ha resistito 5 mesi ma è tutto». Leonardi ha ricevuto quattro minacce quest'anno. «Una anche per Scarciello, sono andati da un suo parente a dire che facevo "troppa confusione" e che nel quartiere ero "segnalato". Mi hanno rafforzato la scorta dopo un lungo tempo "tecnico". Il Questore dice che i napoletani sono omertosi, ma come puoi dirgli di denunciare dopo quello che abbiamo passato? Io ho dovuto chiudere le aziende dopo un incendio nemmeno risarcito, ma dopo 23 anni di esperienza non ho voluto smettere, ero produttore, sono diventando progettista. Ciro invece cambia mestiere, gli hanno impedito di fare il lavoro che fa da quattro generazioni. Se tutti denunciassero né io né Ciro saremmo eroi, diceva bene Falcone, è un problema culturale, ma lo Stato ci mette il suo. Si è persa occasione. Alla fine il dato di fatto è: Ciro chiude e hanno vinto».

 

tratto da "Il Corriere del Mezzogiorno" - ed. Napoli e Campania

di Luca Marconi

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