Eclatante protesta del direttore di Confcommercio L'Aquila

Eclatante protesta del direttore di Confcommercio L'Aquila

Celso Cioni si è barricato nella filiale aquilana di Bankitalia in Piazza Duomo, sostenendo di avere una tanica di benzina e un accendino e minacciando di darsi fuoco "per lanciare il grido di dolore dei piccoli commercianti di questa martoriata città, costretti a lasciare i propri negozi senza ottenere alcun sostegno".

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13 gennaio 2014

Eclatante protesta del direttore di Confcommercio L'Aquila, Celso Cioni, barricatosi lunedì scorso nella sede del capoluogo di Bankitalia per protestare in favore dei piccoli commercianti che lavorano nella città distrutta dal sisma. Con sé sosteneva di avere una tanica di benzina e un accendino minacciando di darsi fuoco se il governo non avesse rivisto "le condizioni del sistema bancario, almeno nei paesi del cratere e della città che è ancora militarizzata". La protesta è terminata grazie alla mediazione condotta dal comandante provinciale dei carabinieri, il colonello Savino Guarino, unitamente al sostituto procuratore Stefano Gallo. Cioni, in una diretta telefonica con Sky Tg 24, aveva anche annunciato uno sciopero della fame e della sete  "Noi aquilani, noi abruzzesi, siamo grandi lavoratori – ha in seguito commentato - e non possiamo accettare che si faccia scempio di questa città. L'immagine dell'Aquila come luogo di malaffare è devastante, ma non può passare il messaggio sbagliato. La città è fatta in gran parte di persone oneste, persone che stanno soffrendo una crisi economia gravissima. Ero in un santuario del credito, ho pensato di coniugare il luogo giusto alla protesta, fregandomene delle conseguenze personali. Speriamo di avere qualche risultato sull'accesso al credito, adesso tocca alle proposte concrete, al di fuori delle proteste clamorose. Le proposte ci sono, sono quelle di qualche anno fa e ovviamente risultato ancora attuali, perché la crisi era già cominciata". Il direttore di Confcommercio L'Aquila rischia la denuncia per interruzione di pubblico servizio e procurato allarme in seguito all'inchiesta aperta dalla procura aquilana.

 

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