Come spendono gli italiani: piu' casa e pesce, meno grassi e istruzione

Come spendono gli italiani: piu' casa e pesce, meno grassi e istruzione

Corsa all'acquisto della casa nel centro Italia, cresce la spesa alimentare nel Mezzogiorno58/2003
LA SPESA DELLE FAMIGLIE ITALIANE PER MACROAREA

58/03                                                                                                                                                                  Roma, 7.8.03

 

 

 

Corsa all’acquisto della casa nel centro Italia, cresce la spesa alimentare nel Mezzogiorno

 

COME SPENDONO GLI ITALIANI:

PIU’ CASA E PESCE, MENO GRASSI E ISTRUZIONE

 

 

 

Si semplificano i nuclei familiari (da 2,66 a 2,58 la componente media); il Nord spende più per il non alimentare (1.985 €), mentre la spesa alimentare cresce nel Mezzogiorno (+38 €), cala il consumo di olii e grassi (-24,2%), tiene il consumo di carne dopo l’effetto mucca-pazza, cresce quello di pesce; per il non alimentare “vince” la casa (542 €) ed il trasporto (314 €), “perdono” istruzione (-6 €) e sanità (-4 €): questi alcuni elementi di un'analisi del Centro Studi Confcommercio che fotografa il modo di consumare delle famiglie italiane nel quinquennio 1997-2002 evidenziandone le differenze geografiche.

 

 

Caratteri generali

Gli andamenti demografici della popolazione italiana evidenziano nel corso degli ultimi anni un aumento, in atto da tempo tutto il territorio, del numero delle famiglie a cui si accompagna una crescita meno sostenuta della popolazione. Ciò ha comportato tra il 1997 e il 2002 una semplificazione dei nuclei familiari, con una riduzione del numero medio di componenti da 2,66 del 1997 a 2,58 del 2002 (Tab. 1).

 

 

Tab.1 - NUMEROSITA’ E COMPOSIZIONE DELLE FAMIGLIE PER AREA TERRITORIALE (dati in migliaia)

 

Nord

Var. %

Centro

Var. %

Sud-Isole

Var. %

Italia

Var. %

 

 

97-02

 

97-02

 

97-02

 

97-02

Famiglie

 

 

 

 

 

 

 

 

1997

10.204

 

4.158

 

7.097

 

21.459

 

2002

10.628

4,2

4.325

4,0

7.263

2,3

22.270

3,8

N. medio

 

 

 

 

 

 

 

 

Componenti

 

 

 

 

 

 

 

 

1997

2,48

 

2,63

 

2,94

 

2,66

 

2002

2,42

-2,6

2,57

-2,5

2,85

-2,9

2,58

-2,9

Fonte: elaborazioni Centro Studi Confcommercio su dati Istat


In questo contesto la spesa media mensile delle famiglie italiane ha registrato tra il 1997 e il 2002 un incremento cumulato in valore dell'8,3% (Tab. 2). Il dato è la sintesi di andamenti molto diversificati sul territorio. La crescita, infatti, è pressoché doppia (+15,4%) rispetto alla media nazionale per le regioni del Centro, che hanno ormai raggiunto il Nord soprattutto per il sensibile incremento nelle spese non alimentari, imputabile al capitolo abitazioni fortemente lievitato in Toscana e Lazio. Risulta, al contrario, inferiore alla media nazionale per le regioni settentrionali (+6,3%) e per quelle del Mezzogiorno (+6,8%), che peggiorano di oltre un punto percentuale il gap che le separa dal livello medio di spesa familiare italiano.

 

Tab. 2 - SPESA MEDIA MENSILE DELLE FAMIGLIE '97-'02

(valori in euro a prezzi correnti)

 

Nord

Var. %

97-02

Centro

Var. %

97-02

Sud-Isole

Var. %

97-02

ITALIA

Var. %

97-02

ALIMENTARE

 

 

 

 

 

 

 

 

1997

398

 

417

 

397

 

401

 

2002

410

3,0

443

6,3

435

9,7

425

5,9

NON ALIMENTARE

 

 

 

 

 

 

 

 

1997

1.855

 

1.618

 

1.294

 

1.624

 

2002

1.985

7,0

1.905

17,8

1.371

5,9

1.770

9,0

TOTALE

 

 

 

 

 

 

 

 

1997

2.254

 

2.034

 

1.691

 

2.025

 

2002

2.396

6,3

2.348

15,4

1.806

6,8

2.194

8,3

Fonte: elaborazioni Centro Studi Confcommercio su dati Istat

 

 

Se le famiglie del Nord hanno incrementato, nel periodo, in maniera significativa la spesa media per consumi non alimentari (+7%) e meno quella alimentare (+3%), nelle regioni meridionali il comportamento delle famiglie è stato ancora di tipo tradizionale, evidenziando una maggiore attenzione alla spesa alimentare (+10% circa), piuttosto che a quella non alimentare.

Tenendo conto di queste dinamiche non omogenee anche la composizione della spesa sostenuta dalle famiglie nelle diverse aree ha continuato a differenziarsi in misura sempre più rilevante.

Tra il 1997 e il 2002 l'incidenza della spesa alimentare tende a ridursi sia nel Nord che nel Centro, anche se al Nord tale processo è inferiore di oltre due punti percentuali rispetto alla media nazionale (Tab. 3). Rispetto a questo dato medio vi sono regioni dove l'incidenza della spesa alimentare è ancora più bassa, come l'Emilia Romagna (15,8%) o il Trentino A.A. (16%), e regioni come la Liguria, dove la spesa alimentare ha nel bilancio delle famiglie ancora un rilievo significativo (21,4%).

Nel Mezzogiorno la quota di consumi alimentari sul totale rimane elevata e rispetto al 1997 ha registrato un incremento di 6 decimi di punto risultando pari al 24,1%, ma in Campania, ad esempio, è pari al 26,4%.

Per quanto riguarda il non alimentare va sottolineato come nelle famiglie delle regioni del Centro ormai l'incidenza della spesa tende ad avvicinarsi ai valori del Nord.

 

Tab. 3 - SPESA MEDIA MENSILE DELLE FAMIGLIE (composizione %)

 

Nord

Centro

Sud-Isole

ITALIA

ALIMENTARE

 

 

 

 

1997

17,7

20,5

23,5

19,8

2002

17,1

18,9

24,1

19,4

NON ALIMENTARE

 

 

 

 

1997

82,3

79,5

76,5

80,2

2002

82,8

81,1

75,9

80,7

TOTALE

 

 

 

 

1997

100,0

100,0

100,0

100,0

2002

100,0

100,0

100,0

100,0

Fonte: elaborazioni Centro Studi Confcommercio su dati Istat

 

La spesa alimentare

 

Sul versante dell'alimentazione le famiglie italiane, siano esse del Nord, del Centro e delle regioni meridionali, non mostrano differenziazioni profonde per quanto riguarda la spesa media mensile destinata nel complesso a questo capitolo di spesa, pur presentando elementi caratteristici legati ad abitudini di consumo, alla struttura del nucleo familiare, alla posizione geografica.

E' il Centro la ripartizione dove le famiglie destinano alla spesa alimentare la somma più elevata (443 euro), distanziandosi molto da quanto viene speso dalle famiglie del Nord (410 euro), mentre risulta meno marcata la distanza verso le regioni del Sud e delle Isole (435 euro) (Tab. 4).

 

Tab. 4 - SPESA MEDIA MENSILE DELLE FAMIGLIE (valori in euro)

 

1997

2002

 

Nord

Centro

Sud-Isole

Italia

Nord

Centro

Sud-Isole

Italia

Pane e cereali

        69,87

        65,10

     62,56

     66,83

     71,88

     75,14

     68,63

         72,40

Carne

        92,41

      103,75

     93,00

     95,18

     93,44

   105,66

   101,14

         98,73

Pesce

        24,79

        34,58

     37,20

     30,38

     28,75

     39,92

     45,15

         35,10

Latte formaggi e uova

        58,60

        54,93

     55,80

     56,70

     57,50

     56,35

     61,40

         59,24

Olii e grassi

        18,03

        20,34

     20,29

     20,25

     14,38

     16,44

     16,25

         15,36

Patate frutta e ortaggi

        67,61

        73,24

     64,25

     66,83

     74,28

     82,18

     75,85

         76,79

Zucchero, caffè e drogheria

        31,55

        30,51

     30,44

     30,38

     28,75

     28,18

     30,70

         28,52

Bevande

        38,31

        36,62

     30,44

     34,43

     40,73

     39,92

     36,12

          39,49

ALIMENTARI E BEVANDE

398,19

416,78

396,64

401,29

410,00

443,00

435,00

425,00

Tabacchi

        18,03

        20,34

     20,29

     20,25

     14,38

     21,13

     19,87

         15,36

Abbigliamento e calzature

      141,99

      128,16

   131,89

   135,68

   148,55

   150,27

   149,90

       149,19

Abitazione

      507,11

      463,83

   324,65

   439,43

   620,56

   622,22

   381,07

       541,92

Combustibili ed energia

      112,69

        93,58

     72,71

     95,18

   122,20

   105,66

     75,85

       103,12

Mobili, elettrodomestici e servizi per la casa

      144,24

      134,27

   147,11

   143,78

   143,76

   159,66

   126,42

       140,42

Sanità

      103,68

        83,41

     65,94

     87,08

     98,24

     75,14

     63,21

        83,37

Trasporti

      349,34

      292,94

   241,80

   301,73

   354,61

   328,72

   242,00

       313,74

Comunicazioni

        42,82

        42,72

     37,20

     40,50

     47,92

     49,31

     41,54

        46,07

Istruzione

        31,55

        26,45

     30,44

     30,38

     23,96

     21,13

     25,28

        24,13

Tempo libero, cultura e giochi

      112,69

        99,68

     71,02

     97,20

   122,20

   117,40

     79,46

       107,51

Altri beni e servizi

      288,49

      229,88

   153,87

   232,88

   289,92

   253,58

   166,15

      243,53

NON ALIMENTARI

1.855,11

1.617,54

1.294,24

1.623,74

1.985,00

1.905,00

1.371,00

  1.770,00

TOTALE CONSUMI

2.253,82

2.034,32

1.690,88

2.025,03

2.396,00

2.348,00

1.806,00

  2.194,00

Fonte: elaborazioni Centro Studi Confcommercio su dati Istat

 

 

Va notato che se anche il dato relativo alla spesa media alimentare sostenuta dalle famiglie nel Mezzogiorno mostra nel 2002 un livello più elevato rispetto al Nord, il valore pro capite che tiene conto di un numero di componenti il nucleo familiare sostanzialmente dissimile tra le due aree, mostra una situazione decisamente diversa, con una spesa nel Sud e nelle Isole inferiore del 10% rispetto al Nord e ancora più marcata rispetto al Centro.

Rispetto al 1997 le famiglie italiane hanno destinato alla spesa media alimentare maggiori risorse (+5,9%), ma per quanto riguarda le tre ripartizioni la crescita è stata più accentuata al Sud (+9,7%), che ha raggiunto un livello superiore alla media nazionale.

Ricordando sempre che si tratta della crescita cumulata di un quinquennio, riferita ad una spesa monetaria, che incorpora cioè al suo interno l’inflazione, è probabile che una parte di questi incrementi sia spiegabile con le dinamiche dei prezzi. Per il comparto alimentare, infatti, i prezzi riflettono shock dal lato dell’offerta, come quello straordinario e prolungato della “mucca pazza” relativamente alle carni bovine, o quelli inerenti ai mutamenti climatici (siccità, gelate, grandinate) che compromettono le produzioni ortofrutticole, determinando, appunto, scarsità dal lato dell’offerta ed equilibrio del mercato ad un livello di prezzi più elevato.

L’effetto-prezzo, quindi, bilancerebbe la tendenza di medio-lungo termine ad una riduzione delle quantità consumate di prodotti alimentari, imputabile, ad esempio, ai mutamenti demografici e sociali intervenuti nel periodo, quali l'aumento dei single, l'invecchiamento della popolazione, l'aumento dei consumi extradomestici, la tendenza a ridurre i consumi di alcuni prodotti ritenuti meno salutari, una crescita moderata della popolazione e addirittura un suo calo nel Mezzogiorno.

Analizzando la composizione della spesa alimentare nelle diverse aree del Paese (Tab. 4), si riscontra rispetto al 1997 un calo di diversa intensità per alcuni capitoli, in particolare quelli dove rientrano prodotti ritenuti meno adatti per un'alimentazione più leggera che coniughi gusto ma anche attenzione alla salute.

Vi è stato così un calo generalizzato su tutto il territorio (-24,2%) degli olii e dei grassi il cui peso nella spesa media mensile scende dal 5% al 3,6%, tendenza che ha interessato tutte le ripartizioni in eguale misura, mentre meno accentuato è stato il calo di zucchero, caffè e drogheria (-6,1% nella media italiana) con punte negative al Nord e al Centro (rispettivamente -8,9% e -7,7%) e una crescita di circa l'1% nel Mezzogiorno, dove si registra per questi prodotti la spesa più elevata rispetto alle altre ripartizioni (quasi 31 euro).

Per tutti gli altri capitoli di spesa vi è stato rispetto al 1997 un aumento della spesa media mensile che non ha annullato, specie per alcuni prodotti, le differenziazioni esistenti dovute alle tradizioni alimentari radicate sul territorio.

Tende da un lato ad omologarsi nelle tre ripartizioni il livello della spesa media per bevande, ma per quanto riguarda le patate, la frutta e gli ortaggi il Centro si distingue per il livello di spesa più elevato (82,18 euro).

Se nel 1997 per latte, formaggi e uova le famiglie del Nord spendevano mediamente più di tutte le altre (58,60 euro), nel 2002 non solo questo valore diminuisce dell'1,9% ,ma il primato della spesa passa alle famiglie del Sud il cui importo per questi prodotti è pari a 61,40 euro (+10%).

Per l'acquisto di carne, prodotto che lentamente sta risalendo la china dopo l'effetto "mucca pazza", si spende nella media italiana 98,73 euro, poco più di quanto si spendeva nel 1997 (95,18 euro). Ma se al Nord tale valore scende a 93,44 euro, al Sud sale a 101,14 euro per toccare il massimo nelle regioni del Centro (105,66 euro). È da sottolineare la crescita significativa tra le famiglie del Sud dell'importo destinato ad acquisti di carne (+8,8% rispetto al 1997), presumibilmente perché l'elevato consumo è da ricondursi, oltre che ad un numero di componenti la famiglia più elevato, anche alla minore abitudine a consumare il pasto principale fuori casa.

Il pesce rappresenta un altro capitolo dove gli italiani hanno aumentato in maniera significativa la quota all'interno della loro spesa alimentare, non solo per un effetto di sostituzione nei confronti della carne, ma perché tale prodotto viene incontro a diverse esigenze dei consumatori, quali ad esempio ragioni salutistiche e di benessere, tradizioni familiari, attenzione agli aspetti nutrizionali e alimentari, ricerca di un prodotto di pregio.

Se nel 1997, mediamente, in Italia la spesa delle famiglie per il pesce era pari a 30,38 euro oggi è salita a 35,10 (+15,6%) e tale crescita ha interessato tutte le ripartizioni, ma in maniera particolare il Mezzogiorno (+21,4% rispetto al 1997).

Pur in un contesto di generale aumento, per il consumo di questo prodotto rimangono notevoli differenziazioni territoriali: attualmente nel Sud le famiglie spendono 45,15 euro contro i circa 40 euro del Centro e i 28,75 del Nord. In pratica, la spesa sostenuta mediamente dalle famiglie del meridione è del 28% superiore rispetto alla media italiana e di quasi il 60% nei confronti di quella del Nord.

 

 

La spesa non alimentare

 

Gli acquisti di prodotti non alimentari e servizi rappresentano, stabilmente, circa i quattro quinti dei consumi totali delle famiglie a livello nazionale, pur facendo registrare nel quinquennio considerato un lieve aumento dell’incidenza sulla spesa totale dall’80,2% del 1997 all’80,7% del 2002 (Tab. 5).

Oscillazioni più o meno significative rispetto a questa incidenza media, possono verificarsi in relazione alla tipologia familiare (persone sole, nuclei familiari con o senza figli, età del capofamiglia, numero dei figli, numero dei componenti della famiglia etc.), alla condizione professionale del capofamiglia (imprenditore, lavoratore in proprio, impiegato, etc.), o ancora alla ripartizione geografica, oggetto della presente analisi.

Si riscontrano infatti differenze sensibili tra Centro-Nord e Sud-Isole, in quanto nelle regioni meridionali la quota di spesa non alimentare è scesa nel 2002 al di sotto del 76%, con un divario di quasi 5 punti rispetto alla media nazionale e di circa 7 punti rispetto alle regioni settentrionali.

Si tratta di un fenomeno legato all’evoluzione del reddito disponibile, il cui livello nelle regioni del Sud è inferiore alla media nazionale e, in misura maggiore a quello delle regioni del Nord.

La spesa non alimentare è in buona parte costituita da voci «pesanti», come l’abitazione e i trasporti, che raggiungono quasi il 40% della spesa totale, e da beni ad elevato prezzo unitario (auto e motoveicoli, mobili e articoli di arredamento, elettrodomestici bianchi, Hi-Fi, prodotti informatici, etc.). Ne consegue che un più basso livello del reddito implica una minore capacità di spesa per queste tipologie di consumo, e la necessità di dedicarne una quota più elevata all’acquisto di prodotti alimentari.

Ad incidere maggiormente sul bilancio familiare sono tutte le spese connesse all’abitazione (affitto effettivo o figurativo nel caso di abitazioni di proprietà, condominio, manutenzione) che rappresentano nell’insieme quasi il 25% della spesa a livello nazionale, in continua crescita nel quinquennio.

 

 

SPESA MEDIA MENSILE DELLE FAMIGLIE

Composizione percentuale

 

1997

2002

 

Nord

Centro

Sud-Isole

Italia

Nord

Centro

Sud-Isole

Italia

Pane e cereali

         3,1

         3,2

         3,7

         3,3

         3,0

         3,2

         3,8

         3,3

Carne

         4,1

         5,1

         5,5

         4,7

         3,9

         4,5

         5,6

         4,5

Pesce

         1,1

         1,7

         2,2

         1,5

         1,2

         1,7

         2,5

         1,6

Latte formaggi e uova

         2,6

         2,7

         3,3

         2,8

         2,4

         2,4

         3,4

         2,7

Olii e grassi

         0,8

         1,0

         1,2

         1,0

         0,6

         0,7

         0,9

         0,7

Patate frutta e ortaggi

         3,0

         3,6

         3,8

         3,3

         3,1

         3,5

         4,2

         3,5

Zucchero, caffè e drogheria

         1,4

         1,5

         1,8

         1,5

         1,2

         1,2

         1,7

         1,3

Bevande

         1,7

         1,8

         1,8

         1,7

         1,7

         1,7

         2,0

         1,8

ALIMENTARI E BEVANDE

       17,7

       20,5

       23,5

       19,8

       17,1

       18,9

       24,1

       19,4

Tabacchi

         0,8

         1,0

         1,2

         1,0

         0,6

         0,9

         1,1

         0,7

Abbigliamento e calzature

         6,3

         6,3

         7,8

         6,7

         6,2

         6,4

         8,3

         6,8

Abitazione

       22,5

       22,8

       19,2

       21,7

       25,9

       26,5

       21,1

       24,7

Combustibili ed energia

         5,0

         4,6

         4,3

         4,7

         5,1

         4,5

         4,2

         4,7

Mobili, elettrodomestici e servizi per la casa

         6,4

         6,6

         8,7

         7,1

         6,0

         6,8

         7,0

         6,4

Sanità

         4,6

         4,1

         3,9

         4,3

         4,1

         3,2

         3,5

         3,8

Trasporti

       15,5

       14,4

       14,3

       14,9

       14,8

       14,0

       13,4

       14,3

Comunicazioni

         1,9

         2,1

         2,2

         2,0

         2,0

         2,1

         2,3

         2,1

Istruzione

         1,4

         1,3

         1,8

         1,5

         1,0

         0,9

         1,4

         1,1

Tempo libero, cultura e giochi

         5,0

         4,9

         4,2

         4,8

         5,1

         5,0

         4,4

         4,9

Altri beni e servizi

       12,8

       11,3

         9,1

       11,5

       12,1

       10,8

         9,2

       11,1

NON ALIMENTARI

       82,3

       79,5

       76,5

       80,2

       82,8

       81,1

       75,9

       80,7

TOTALE CONSUMI

     100,0

     100,0

     100,0

     100,0

     100,0

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Fonte: elaborazioni Centro Studi Confcommercio su dati Istat.

 

 

La ripartizione del Centro è quella dove la quota di bilancio destinata all’abitazione raggiunge il livello più elevato, con il 26,5% nel 2002, per l’impulso di regioni come Toscana e Lazio, nelle quali le famiglie destinano ogni mese 676 e 618 euro agli affitti e alle spese accessorie, riservando a questa voce oltre il 27% della spesa totale. Le regioni meridionali, invece, evidenziano l’incidenza più bassa, con poco più del 21%.

Il diverso peso di questa voce di spesa tra le aree territoriali è una conseguenza di dinamiche molto differenziate nel periodo considerato.

A livello nazionale l’incremento cumulato della spesa per abitazione è stato tra il 1997 ed il 2002 di oltre il 23%, contro il 34% circa delle regioni centrali ed il più modesto 17,4% del Mezzogiorno. Anche le regioni del Nord hanno avuto un incremento più contenuto del dato nazionale, attestandosi nel quinquennio su poco più del 22%.

Proseguendo in una ideale graduatoria delle spese non alimentari secondo l’importanza, ci si imbatte nella spesa per trasporti, che ricomprende al suo interno sia i servizi di trasporto (aerei, marittimi, terrestri), sia la spesa per l’acquisto di mezzi di trasporto.

Questa voce incide per oltre il 14% sui bilanci mensili delle famiglie, pur se in contrazione nel quinquennio, anche per il confronto statistico con un anno, il 1997, caratterizzato da una elevata spesa per acquisti di autoveicoli grazie agli incentivi governativi sulla rottamazione.

Le differenze tra le aree territoriali riflettono, come già sottolineato, diversità nei livelli di reddito disponibile e nella struttura della popolazione. Nelle regioni dove è presente un numero più elevato di residenti anziani (ultra 65enni) la spesa per le varie componenti dei trasporti è decisamente più limitata. I trasporti incidono sulla spesa complessiva per il 15% circa al Nord e per poco più del 13% al Sud, differenziali questi che rimangono pressoché inalterati nel quinquennio, in quanto la crescita cumulata di questa singola spesa si è realizzata a tassi non troppo dissimili tra loro nelle varie regioni italiane.

Emerge comunque una diminuzione degli acquisti di autovetture nuove e della spesa per la manutenzione dei veicoli (pezzi di ricambio, lubrificanti), mentre crescono le spese accessorie, come quelle connesse all’assicurazione per la r.c.a..

Riguardo agli altri beni durevoli (arredamento, elettrodomestici, abbigliamento e calzature), si evidenzia nel tempo una graduale riduzione della quota, anche se più accentuata per mobili ed elettrodomestici.

Quest’ultima voce, infatti, evidenzia nel quinquennio una flessione della spesa in valore di oltre il 2% su base nazionale, e quindi ancor più consistente in termini di quantità se si depura della componente inflazionistica, che assume le connotazioni di un crollo nel Sud e nelle Isole (-14,1%), mentre resta pressoché stazionaria al Nord (-0,3%). Solo nelle regioni centrali si evidenzia la crescita cumulata della spesa in arredamento che raggiunge quasi il 19%.

Abbigliamento e calzature restano piuttosto stabili nel periodo 1997-02, con una quota sul totale della spesa che si attesta intorno al 7% a livello nazionale, senza differenze apprezzabili, rispetto a questo dato, per le regioni del Centro-Nord. Al contrario, le regioni meridionali evidenziano una incidenza più elevata di circa un punto percentuale rispetto alla media nazionale.

Ciò va in parte ricollegato alla maggiore presenza nelle aree del Sud di famiglie con bambini e ragazzi e per la tendenza più dinamica di questa specifica voce di abbigliamento, rispetto agli articoli di abbigliamento per uomo e donna.

Di particolare rilievo l’andamento della spesa sanitaria, che a livello nazionale si riduce, in termini di incidenza sul totale, dal 4,3% del 1997 al 3,8% del 2002. Si tratta della spesa sanitaria al netto delle prestazioni del SSN, cioè della spesa aggiuntiva sostenuta dalle famiglie per l’acquisto di medicinali, cure dentistiche e analisi cliniche presso strutture private. La minore incidenza è spiegata dalla contrazione in termini di dinamica di oltre il 4% su base nazionale, sia per effetto delle progressive riduzioni di prezzo dei farmaci, sia per l’eliminazione del ticket sanitario sulle prescrizioni mediche intervenuta nel periodo.

Si rilevano differenze a livello territoriale, con una quota maggiore al Nord (4,1%) nel 2002 rispetto al Centro e al Sud, determinata dal livello di spesa media mensile che supera nelle regioni settentrionali i 98 euro, contro poco più di 63 euro nel Mezzogiorno. Tale risultato è, ancora una volta, imputabile sia al più elevato livello del reddito, che si traduce in una maggiore attività di prevenzione ricorrendo a strutture private e ad un migliore servizio delle strutture pubbliche, sia ad una presenza nelle aree del Nord di una più elevata quota di residenti ultra 65enni.

Anche il capitolo istruzione denota nel quinquennio considerato una marcata flessione della spesa, che in termini cumulati tra il 1997 ed il 2002 supera il 20% su base nazionale. Tale riduzione, porta l’incidenza degli importi destinati al mantenimento agli studi dall’1,5% del 1997 all’1,1% del 2002, relativamente al dato medio nazionale. Si tratta di un andamento indotto da una riduzione generalizzata nelle spese per rette, corsi, lezioni private a vario titolo, mantenimento dei figli agli studi in sedi universitarie diverse dal comune di residenza. È probabile che il progressivo deterioramento della situazione economica nel quinquennio 1997-02, percepito dalle famiglie come una difficoltà crescente di mantenere o accrescere il livello del reddito, abbia indotto a «tagliare» le spese sulla formazione, ritenute meno produttive in un’ottica di tipo congiunturale più che di investimento nel medio-lungo termine.

Sotto l’aspetto territoriale, le famiglie del Mezzogiorno destinano una quota maggiore del proprio bilancio alle spese per istruzione (1,4%) rispetto al Centro-Nord, ma si tratta di un fenomeno spiegabile soprattutto sul piano della diversa struttura demografica, con una maggiore presenza di popolazione giovanile e, dunque, in età scolare.

In flessione, infine, la quota del bilancio familiare destinata all’aggregato eterogeneo e residuale “altri beni e servizi”, che ricomprende al suo interno la spesa per viaggi e vacanze, articoli personali e cura della persona, premi di assicurazioni sulla vita e per previdenza integrativa, pasti e consumazioni fuori casa.

Tra il 1997 ed il 2002 questa voce, infatti, è cresciuta ad una dinamica inferiore a quella del totale dei consumi, riducendo così la sua incidenza sulla spesa complessiva delle famiglie dall’11,5% al 11,1% su base nazionale, con riduzioni della stessa entità anche a livello di ripartizione territoriale.

In controtendenza rispetto alle altre voci di spesa risulta, tuttavia, quella dei pasti e delle consumazioni fuori casa, che rappresenta circa il 28% della spesa in altri beni e servizi, con aumenti della quota di bilancio familiare destinata a ristoranti, pizzerie, tavole calde e mense aziendali.

Il rapporto tra gli italiani e la tavola, infatti, deve tener conto anche di questi canali extradomestici, che le famiglie in aree con maggior reddito tendono ad utilizzare in misura crescente per quanto riguarda i pasti principali.

Si tratta di una modalità di consumo che va consolidandosi e che rappresenta un profondo cambiamento di abitudini indotto sia dagli orari di lavoro, sia da una diversa gestione del tempo libero, che porta le persone a stare più tempo fuori casa e a ricercare momenti conviviali, specie la sera, fuori dalle mura domestiche.

Di seguito, un riepilogo del peso, in percentuale, delle principali voci di spesa media mensile di una famiglia nel 2002.

 

Composizione della spesa media mensile delle famiglie - 2002

(principali voci, in percentuale)

 

Abitazione

24,7

Alimentari e bevande

19,4

Trasporti

14,3

Altri beni e servizi

11,1

Abbigliamento e calzature

6,8

Mobili elettrodomestici e servizi per la casa

6,4

Tempo libero, cultura e giochi

4,9

Sanità

3,8

 

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