Agroalimentare italiano: "serve più impegno in Europa"

Agroalimentare italiano: "serve più impegno in Europa"

A Bologna l'Ascom ha organizzato il convegno "La tutela del prodotto alimentare italiano-Proteggere il Marchio ed il 'Made in Italy' a 360°". Sangalli: "serve un supplemento di impegno anche a livello europeo per contrastare la contraffazione".

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15 maggio 2014

Senza un'Italia forte in Europa sono a rischio anche i tanti prodotti Dop e Igp nazionali, sempre più oggetto di frodi e contraffazioni (in particolare all'estero). E' il messaggio che è stato lanciato a Bologna nel corso del convegno  "La tutela del prodotto alimentare italiano-Proteggere il Marchio ed il "Made in Italy a 360°", organizzato dall'Ascom Confcommercio. Carlo Sangalli, presidente nazionale di Confcommercio, ha sottolineato nel suo intervento come l'agroalimentare sia "una delle eccellenze del made in Italy. I nostri prodotti sono noti e diffusi ma, proprio per questo, sono anche i più contraffatti, con danni gravissimi alle imprese e rischi anche per la sicurezza dei consumatori". Quindi, "serve un supplemento di impegno anche a livello europeo per contrastare questi fenomeni". Del resto, ha insistito il presidente di Confcommercio, "proteggere i prodotti italiani significa anche salvaguardare imprese e occupazione. Da una nostra ricerca, i prodotti contraffatti sottraggono 17,2 miliardi di euro al nostro terziario, mettendo a rischio 70.000 imprese regolari e 185.000 posti di lavoro. Sono un vero e proprio furto per lo Stato, un danno e un crimine per la societa". Andrea Segré, presidente del Centro agroalimentare di Bologna, si è detto preoccupato e ha lanciato un appello sia ai candidati alle europee sia al Governo in vista del semestre italiano alla guida della Ue. "L'Italia è il Paese con il maggior numero di prodotti Dop e Igp - ha sottolineato - perché gli altri Paesi semplicemente non ci sono" in questo ambito. Dunque, "per tutelare i nostri prodotti l'Italia deve essere in grado di fare accordi internazionali, perché agli altri Paesi questo tema non interessa granché. Ma per farlo l'Italia deve avere più forza e contare di più. E su questo honun fondo di preoccupazione". Tiziana Primori, vicepresidente di Eataly, si è augurata che "passi la proposta del ministro Martina sul marchio unico per i prodotti del made in Italy" all'Expo 2015 di Milano. Mentre il procuratore aggiunto di Bologna, Valter Giovannini, ha spiegato come le pene siano "basse e modesto l'effetto deterrente". Tra l'altro, la gran parte dei processi per questi reati "finisce in prescrizione". Senza contare che "i falsi prodotti all'estero non li possiamo perseguire". Il procuratore aggiunto non ha poi mancato di ricordare che "la criminalità organizzata si arricchisce enormemente mettendo in vendita anche prodotti tossici, con danni devastanti per gli imprenditori onesti". Sulla stessa linea anche Sabato Simonetti, capitano dei Carabinieri-Nas di Bologna, che ha segnalato: "non c'è tutela penale a livello europeo sulle frodi che incidono sulla qualita' dei prodotti e sulla difesa dei marchi". Per Enrico Postacchini, presidente di Ascom Bologna,  occorre infine lavorare "sulle prospettive e la prevenzione, non ingessando le norme, ma con accordi ad hoc per difendere il prodotto da tutelare: le regole in Europa devono essere uguali per tutti".

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