Commercio in sofferenza permane la crisi dei consumi

Commercio in sofferenza permane la crisi dei consumi

"I dati Istat sulle vendite al dettaglio per il mese di marzo rappresentano una preoccupante conferma dello stato di crisi della nostra economia chiaramente riflessa nel settore dei consumi, crisi che anche nell'ultima riunione dell'Ecofin di Bruxelles è stata evidenziata in modo chiaro. É urgente che il Governo lanci segnali netti e precisi per un mutamento di rotta che abbia come obiettivo, in tempi brevi, il rilancio dei mercati": è la valutazione di Confcommercio in una nota che commenta i dati Istat sulle vendite al dettaglio a marzo.

Il fatturato in termini reali, cioè al netto dell'inflazione, è cresciuto rispetto sia a marzo che a gennaio-marzo del 1998 di circa lo 0,7%, con la ormai strutturale divaricazione tra grandi superfici ed imprese di piccola dimensione.
In particolare, gli esercizi tradizionali (fino a 2 addetti) mostrano un ulteriore peggioramento rispetto a febbraio, già negativo, con una flessione delle quantità vendute dello 0,6%; per le imprese di media dimensione (3-5 addetti), la tendenza sembra invertirsi, con un incremento modesto dello 0,9%.

Solo la grande distribuzione mantiene un trend di crescita reale di poco inferiore al 3%, con punte superiori al 5% per gli ipermercati.
Prosegue quindi il trasferimento di quote di mercato dalle PMI alle grandi superfici di vendita, che rischia di aggravare la situazione degli esercizi tradizionali con inevitabili riflessi occupazionali negativi, anche in concomitanza con l'operatività della "riforma Bersani".

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