Ue: squilibri Italia eccessivi, manovra entro aprile

Ue: squilibri Italia eccessivi, manovra entro aprile

A livello tecnico l'analisi dei conti e degli squilibri italiani porta verso un'inappellabile condanna. A livello politico, invece, la partita è ancora aperta e con la palla nel campo dell'Italia.

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23 febbraio 2017

A livello tecnico l'analisi dei conti e degli squilibri italiani porta verso un'inappellabile condanna, soprattutto dopo anni di pazienza, flessibilità comunque accordata e impegni non rispettati. A cui si aggiunge il rischio, accresciuto dalle banche in difficoltà, di un effetto spillover sul resto dell'eurozona pari a un calo dello 0,4% del Pil. A livello politico, invece, la partita è ancora aperta e con la palla nel campo dell'Italia, anche se rischia di essere schizofrenica con la Commissione Ue divisa tra il 'falco' Dombrovskis e la 'colomba' Moscovici. La potenziale apertura di una 'tripla infrazione' a maggio - per debito eccessivo sui conti del 2017, una retroattiva su quelli del 2016, più una per squilibri macroeconomici eccessivi - può infatti essere scongiurata se entro aprile il governo presenterà nel Def una manovra correttiva dello 0,2% del pil e un Piano nazionale di riforme - di cui Bruxelles lamenta il rallentamento da metà 2016 - entrambi "credibili". Una situazione colta perfettamente dal sia dal premier Paolo Gentiloni che dal ministro dell'economia Pier Carlo Padoan. "L'Italia ha risposto un mese fa alla Commissione europea: faremo la correzione senza manovrine depressive e la faremo nel quadro del Def. Bene che l'Ue abbia accettato le nostre osservazioni", ha commentato il presidente del Consiglio. Mentre il titolare di via XX Settembre ha sottolineato come sia "nell'interessa nazionale" l'aggiustamento dei conti così come la necessità di dover "fare di più" sul fronte delle riforme. L'atteso rapporto Ue sul debito 126.3, come previsto, ha rinviato la decisione definitiva sull'apertura o meno della procedura concedendo due mesi di tempo in più all'Italia. Allo stesso tempo, però, a differenza del rapporto dell'anno scorso, ha concluso che l'Italia non rispetta le regole per la riduzione del debito, nonostante l'esclusione piena delle spese per migranti e terremoto. "A meno che le misure strutturali aggiuntive pari almeno allo 0,2% del Pil che il governo si è impegnato ad adottare al più tardi nell'aprile 2017 siano attuate in modo credibile entro quella data, il criterio del debito dovrebbe essere considerato non soddisfatto", si legge nel documento. "Tuttavia - conclude il rapporto - la decisione di raccomandare l'avvio di una procedura per i disavanzi eccessivi sarà presa solo in base alle previsioni di primavera 2017 della Commissione, tenendo conto dei dati sui risultati di bilancio per il 2016 e dell'attuazione degli impegni di bilancio assunti dalle autorità italiane nel febbraio 2017". Diverse sono le criticità sollevate da Bruxelles. Primo, la legge di Bilancio 2017 che si allontana dall'aggiustamento strutturale richiesto e che come nei precedenti due anni rinvia le clausole di salvaguardia. Secondo, il ciclo economico, ora positivo, non è più un "fattore mitigante" per giustificare le difficoltà italiane. Terzo, il mancato rispetto degli impegni presi nel 2016 a valere sul 2017 per ottenere la flessibilità già utilizzata l'anno scorso. Poi il rallentamento delle riforme e i pochi passi avanti nell'attuare le raccomandazioni - dal lavoro alla competitività - dell'anno scorso. E, soprattutto, la vulnerabilità di un debito sopra il 133% nel 2017, ancora maggiore a fronte delle ricapitalizzazioni in vista di diverse banche italiane e delle compensazioni per gli investitori retail. Il nodo Npl verrà invece affrontato a livello Ue all'Ecofin di aprile. Infine, lo scetticismo di fronte alle misure ventilate nelle lettere di febbraio di Padoan sullo split payment dell'Iva senza clausola per le accise, sui tagli lineari e non strutturali alla spesa corrente, e l'incognita della lotta all'evasione. "Credo che l'Italia possa rispettare le regole", ha affermato il commissario agli affari economici Pierre Moscovici, che lunedì sera ha incontrato Padoan. "Non siamo dei fanatici", ha assicurato, "non amiamo la tempesta, il nostro obiettivo è condurre la nave in porto". Toni decisamente meno concilianti, invece, quelli del vicepresidente della Commissione Valdis Dombrovskis che, oltre a chiedere di "lavorare di più" sulle banche, ha avvertito che "già a partire da oggi ci sarebbe da aprire una procedura per debito eccessivo". E "tutte le opzioni sono aperte" anche sul fronte degli squilibri macroeconomici, "inclusa l'apertura di una procedura"

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