RSA e compartecipazione spese, Confcommercio Salute chiede un intervento urgente
RSA e compartecipazione spese, Confcommercio Salute chiede un intervento urgente
L'Associazione ha chiesto un confronto al Governo dopo la sentenza della Cassazione che ha annullato l'obbligo di compartecipazione economica alle spese di ricovero in una Rsa per una persona non autosufficiente.
La recente sentenza della Corte di Cassazione, che ha accolto il ricorso di un cittadino milanese annullando l'obbligo di compartecipazione economica alle spese di ricovero in una Rsa per una persona non autosufficiente, ha aperto scenari di grande incertezza per il settore socio-sanitario. Non si tratta infatti solo di un tema giuridico, ma di un equilibrio complesso tra famiglie, strutture e istituzioni, che rischia ora di essere compromesso.
"Siamo consapevoli - ha dichiarato Luca Pallavicini, presidente di Confcommercio Salute - che questa sentenza potrà generare ulteriore apprensione tra famiglie e lavoratori del settore. La complessità della situazione è aggravata dalla necessità di armonizzare le nuove indicazioni con le normative regionali vigenti, da cui dipendono liste d’attesa e impegni economici. Occorre un intervento immediato per scongiurare il collasso del sistema assistenziale".
Nel contesto attuale, l’accesso ai servizi socio-sanitari avviene in due modalità principali:
- privatistica: il paziente si rivolge direttamente alla struttura, con un accordo contrattuale tra le parti. Costi e condizioni sono definiti liberamente in base alla carta dei servizi;
- pubblica: il paziente accede tramite la ASL e il Servizio Sanitario Regionale, scegliendo strutture accreditate e contrattualizzate. In questo caso, Regione e ASL stabiliscono i criteri di accesso e la quota di compartecipazione economica a carico dell’utente, con un importo minimo e massimo definito.
“Questa distinzione - ha aggiunto Pallavicini - è cruciale per comprendere le ricadute pratiche delle nuove indicazioni normative che rischiano di generare incertezze sia per i cittadini che per gli operatori del settore”.
Per Confcommercio Salute la questione non può più essere rinviata: serve un intervento legislativo chiaro e un confronto urgente con il Governo e la Conferenza delle Regioni per definire regole che garantiscano la continuità dei percorsi assistenziali senza ricadute su famiglie e strutture.
“L’interesse legittimo delle famiglie, riconosciuto dalla sentenza - ha concluso Pallavicini - non può tradursi in un ulteriore peso per le realtà socio-sanitarie. Scaricare il problema su chi gestisce questi servizi significa mettere a rischio non solo la qualità dell’assistenza ma anche la tenuta occupazionale del settore. Servono norme certe, subito".