Confcommercio su vendite al dettaglio: bene solo consumi “anti-Covid”

Confcommercio su vendite al dettaglio: bene solo consumi “anti-Covid”

Protrarsi crisi peggiora prospettive imprese commercio al dettaglio

Dato che conferma, e in alcuni casi peggiora, le indicazioni che erano emerse dall’Indicatore Consumi Confcommercio di dicembre. Le restrizioni messe in atto nel mese hanno, infatti, fortemente penalizzato la domanda di beni non alimentari, azzerando in molti casi le già deboli aspettative degli operatori di un possibile moderato contenimento delle pesanti perdite subite nei mesi primaverili.

Solo i segmenti necessari ad affrontare il prolungato distanziamento, e cioè alimentazione domestica e tecnologia per le comunicazioni, sono riusciti a mantenere un andamento positivo: questo il commento dell’Ufficio Studi di Confcommercio su i dati Istat di oggi sulle vendite al dettaglio.

Il nuovo e profondo acuirsi della crisi – prosegue la nota - rende più concreto il rischio di una depauperazione del sistema imprenditoriale, con molte aziende che, in presenza di un prolungato vuoto di domanda a cui non corrispondono sostegni adeguati, sono già uscite o usciranno dal mercato.

Per le piccole imprese di alcuni settori come l’abbigliamento e le calzature, i danni inflitti dalla pandemia si sono trasformati in disastri a causa dello spostamento della domanda verso il commercio elettronico che, a questo punto, rappresenta una strada obbligata per il completamento dell’offerta e delle strategie anche dei negozi di prossimità.

A questo scopo – conclude l’Ufficio Studi - una parte delle risorse europee dovrà essere utilmente impiegata per spingere innovazione e digitalizzazione anche delle micro e piccole imprese.

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