Commercio su dati Istat: quadro incoraggiante

Commercio su dati Istat: quadro incoraggiante

Prudenza nel valutare le prospettive, serve un reale consolidamento

Il quadro che ci restituisce la lettura dei dati diffusi oggi dall’Istat e dall’Eurostat, i più importanti per valutare lo stato di salute dell’economia, è indubbiamente incoraggiante. Il nostro Paese sembra aver agganciato la ripresa in modo più dinamico rispetto ad altri grandi partner europei quali Francia e Germania. A questo dato si accompagna anche una ripresa dell’inflazione meno accentuata, in Germania si è ormai superato il 3%. E’ il commento dell’Ufficio Studi Confcommercio ai dati Istat di oggi.

La crescita del Pil del 2,7% congiunturale registrata nel secondo trimestre, -continua la nota - lievemente migliore rispetto alle nostre stime di un +2,6%, consolida le attese di un recupero nel 2021 prossimo, se non superiore, al 5%. Andamento positivo a cui hanno finalmente contribuito anche i servizi e la domanda per consumi, che si confermano, ancora una volte, un motore indispensabile per la crescita.

Segnali positivi - aggiunge l’Ufficio Studi - provengono anche dal lato del mercato del lavoro. In termini di persone occupate a giugno si è registrato il recupero più importante degli ultimi mesi. Recupero che va letto con cautela in quanto sconta anche alcuni effetti derivanti dalle diverse modalità in cui vengono catalogati gli attivi e gli inattivi. Modalità che in questo periodo pandemico hanno determinato spostamenti, tra le due posizioni, di rilevo dato il consistente ricorso alla Cig e la sospensione forzata di attività.

Queste dinamiche – continua -  si accompagnano ad un’evoluzione inflazionistica che, seppure in ripresa, appare ancora sotto controllo. L’inflazione di fondo permane, infatti, ancora su valori molto contenuti (+0,6% nel confronto annuo).

Al di là di questi elementi  - conclude la nota - permangono, comunque, molti fattori che spingono alla prudenza nel valutare le prospettive per i prossimi mesi. La ripresa necessita di un reale consolidamento, che vada al di là dei rimbalzi statistici. In quest’ottica un ruolo cruciale è rappresentato, oltre che dall’efficacia PNRR e del programma di riforme, dalla domanda per consumi che, seppure in ripresa, è ben lontana dai livelli pre-crisi. Sul fronte del lavoro la crisi di quello autonomo, il più penalizzato, è un elemento che potrebbe limitare pesantemente la domanda di lavoro. Si aggiunga che divergenze di rilievo nelle dinamiche inflazionistiche dei diversi paesi europei potrebbero creare qualche tensione nella gestione della politica monetaria da parte della BCE. Un rientro prematuro, per il nostro Paese, di una politica accomodante non agevolerebbe né la ripresa né il processo di rientro del debito.

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