Indicatore consumi Confcommercio: al piccolo trotto

Indicatore consumi Confcommercio: al piccolo trotto

Quadro congiunturale in miglioramento, ma restano elementi di fragilità e di incertezza

 

133/2017
Roma, 15 settembre 2017

 

L'indicatore dei Consumi Confcommercio (ICC) ha registrato ad agosto 2017[1] un aumento dello 0,3% rispetto a luglio e dello 0,8% su base annua (tabb. 1 e 2). In termini di media mobile a tre mesi, si rileva, dopo il rallentamento registrato in primavera, una moderata accelerazione nei mesi di luglio ed agosto (fig.2), in un contesto in cui i principali indicatori congiunturali (qualitativi e quantitativi) segnalano un consolidamento della ripresa. Le dinamiche, seppure più favorevoli rispetto al passato, evidenziano, comunque, ancora alcuni elementi di fragilità che portano a valutare con prudenza le prospettive a breve. L'attuale fase ciclica sembra avere, infatti, scarsi connotati strutturali, in quanto fortemente dipendente dagli andamenti internazionali e con un contributo ancora limitato della domanda interna.

Nonostante il miglioramento del quadro congiunturale abbia determinato negli ultimi mesi una ripresa del clima di fiducia delle famiglie, tornato ad agosto sui valori di dicembre dello scorso anno, questo elemento stenta a tradursi in una concreta ripresa della domanda per consumi.

Più favorevole continua a risultare la situazione sul versante delle imprese. Il miglioramento del sentiment registrato ad agosto, sintesi di andamenti differenziati tra gli operatori dei diversi settori, lo ha riportato sui valori dell'estate del 2007. Questa dinamica è collegata, anche, al permanere di un'intonazione positiva sul versante della produzione industriale, situazione che, stando agli ordinativi, troverebbe conferma anche nei mesi autunnali.

Le incertezze che caratterizzano i comportamenti di consumo delle famiglie sono da ricondursi alle difficoltà di ridurre in misura sensibile il numero di persone in cerca di occupazione, che ammonta ormai da tempo a poco meno di 3 milioni, limitando le possibilità di crescita del reddito disponibile.

La presenza di un quadro produttivo in consolidamento, pur producendo effetti positivi sui livelli occupazionali - a luglio gli occupati sono aumentati di 59mila unità in termini congiunturali e di 294mila su base annua - non sembra sufficiente a produrre un riassorbimento della disoccupazione, in aumento di 61mila unità rispetto a giugno ed in diminuzione di sole 17mila unità nei confronti di luglio 2016.

A completare il quadro del mercato del lavoro si evidenzia come anche a luglio le ore di CIG autorizzate abbiano registrato, nel confronto annuo, un calo del 22,4% (-41,8% nel complesso dei sette mesi).

LE DINAMICHE CONGIUNTURALI

Rispetto a luglio l'ICC ha registrato una modesta, ma non trascurabile, crescita (+0,3), sintesi di un aumento sia della domanda relativa ai servizi (+0,3%) che della domanda di beni (+0,3%).

Relativamente alle singole macro-funzioni di spesa si osserva un incremento significativo, dopo il calo di luglio, per i beni e servizi per la casa (+1,5%), al cui interno un ruolo non secondario è stato svolto dal consumo di energia elettrica legato a fattori climatici.

Di modesta entità è risultata la crescita della domanda di beni e di servizi per la mobilità (+0,3%)

al cui interno vi è stato un recupero rispetto al mese precedente della domanda di auto e moto da parte dei privati.

In lieve rialzo anche la spesa per gli alberghi, i pasti e le consumazioni fuori casa (+0,2%) e la spesa per i beni e i servizi ricreativi (+0,2%) proseguendo un trend di crescita analogo al quello del mese precedente.

Una variazione nulla, dopo il modesto calo di luglio, si è registrata per la spesa per gli alimentari, le bevande e i tabacchi e per quella relativa all'abbigliamento e alle calzature; invariata anche la domanda per beni e i servizi per le comunicazioni.

In riduzione contenuta, come nel mese precedente, la spesa per i beni e i servizi per la cura della persona (-0,1%).

LE DINAMICHE TENDENZIALI

La dinamica tendenziale dell'ICC di agosto mostra una crescita dello 0,8%, come nel mese di luglio. Questo risultato sintetizza l'incremento sostenuto della domanda di servizi (+2,8%) e il calo della spesa per i beni (-0,2%).

Il dato positivo di agosto è stato determinato soprattutto dal buon andamento, su base annua, della spesa per gli alberghi, i pasti e le consumazioni fuori casa (+3,2%), per i beni e i servizi per le comunicazioni (+2,8%) e per i beni e servizi per la casa (+1,7%).

Un incremento di minore entità ha interessato la domanda per i beni e servizi ricreativi (+0,6%), mentre è rimasta invariata la spesa per beni e servizi per la cura della persona.

Una riduzione accentuata dei consumi, su base annua, si è registrata per i beni e i servizi per la mobilità (-1,1%) dopo il risultato positivo di luglio, mentre un modesto calo ha interessato sia la spesa per gli alimentari, le bevande e i tabacchi (-0,4%) sia quella per l'abbigliamento e le calzature (-0,3%).

LE TENDENZE A BREVE TERMINE DEI PREZZI AL CONSUMO

Sulla base delle dinamiche registrate dalle diverse variabili che concorrono alla formazione dei prezzi al consumo[1], per il mese di settembre 2017 si stima, rispetto ad agosto, una variazione nulla. Nel confronto con settembre del 2016 l'inflazione dovrebbe attestarsi al +1,4%.

PROSSIMA USCITA: 13 ottobre 2017



[1] Stima mensile sull'andamento dei prezzi nel mese in corso relativa al NIC (Numero indice dei prezzi al consumo per l'intera collettività). Il dato è riferito ad un insieme più ampio di beni e servizi considerati nell'ICC.

 

[1] I dati dell'ultimo mese devono essere considerati come stime provvisorie in quanto ottenuti attraverso l'integrazione dei dati disponibili con uno specifico modello di previsione ARIMA applicato alle singole serie mensili che compongono l'ICC.

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