Pratiche commerciali sleali nell’agroalimentare

Pratiche commerciali sleali nell’agroalimentare

Audizione Confcommercio

"L’attuazione della direttiva sulle pratiche commerciali sleali nell’agroalimentare non deve tradursi in condizioni di favore per nessuna delle imprese che compongono la filiera", così Donatella Prampolini, Vice Presidente di Confcommercio e coordinatrice ConfAli - Alimentare insieme, nel corso dell’audizione presso le Commissione riunite attività produttive e agricoltura della Camera sull’AG 280 recante lo schema del provvedimento che recepirà in Italia la direttiva europea.

Confcommercio ha evidenziato come le nuove regole dovrebbero applicarsi soltanto ai rapporti contrattuali caratterizzati da asimmetria escludendo le imprese acquirenti con fatturato inferiore ai 2 milioni di euro.

Altra scelta da rivedere secondo la Confederazione è l’introduzione, non prevista dalla direttiva, di una durata minima dei contratti di 12 mesi che rischia di irrigidire i rapporti tra acquirenti e fornitori, così come quella di non mantenere le forme più flessibili attualmente in uso in alternativa alla forma scritta e di non aver previsto modalità più flessibili per ripartire gli oneri ed i costi conseguenti al deterioramento dei prodotti soprattutto con riferimento ai prodotti innovativi.

È stata, infine, evidenziata alla Commissione la necessità che i minimi ed i massimi delle sanzioni siano individuati in termini assoluti, mantenendo comunque il limite massimo del 3 per cento del fatturato per ogni violazione delle disposizioni del decreto.

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