Confcommercio su POS: serve una spending review della moneta elettronica

Confcommercio su POS: serve una spending review della moneta elettronica

L'obbligo è un buon intendimento lasciato a metà, che sta solo generando confusione e nuovi oneri per le imprese

La riduzione dell'uso del contante e una più marcata diffusione della moneta elettronica rappresentano un obiettivo condiviso e dai molteplici benefici per la collettività: maggiore sicurezza per gli esercenti, migliore propensione agli acquisti per i consumatori, la possibilità di tracciare tutti i movimenti, con evidente utilità nel contrasto dell'evasione fiscale, per la Pubblica Amministrazione.

Ma oggi si impone una riflessione sulle modalità con cui questo processo debba avvenire perché i costi, sia fissi (installazione, canone, componente fissa cosiddetta flat fee) che variabili (legati al volume complessivo degli incassi tramite POS), derivanti dall'uso di strumenti per l'utilizzo della moneta elettronica non possono ricadere esclusivamente sugli esercenti, come attualmente avviene.

L'obbligo del POS per imprese e liberi professionisti è, infatti, un buon intendimento lasciato a metà, che sta solo generando confusione e nuovi oneri per le imprese. Perché nel frattempo l'avvio, il mantenimento del servizio e le commissioni sui pagamenti rappresentano un ulteriore aggravio sulle spalle di categorie imprenditoriali già pesantemente vessate.

Lo scorso febbraio (con la pubblicazione del decreto del Ministero dell'Economia e delle Finanze n.51) è andata delusa l'attesa degli esercenti sull'emanazione di un provvedimento, previsto fin dal Decreto Salva Italia del dicembre 2011, che avrebbe dovuto ridefinire le regole generali per assicurare una riduzione delle commissioni bancarie, tenuto conto della necessità di garantire trasparenza dei costi e promuovere l'efficienza economica nel rispetto della concorrenza. Infatti, il provvedimento ministeriale, che entrerà in vigore il 29 luglio prossimo, si limita ad enunciare alcuni principi di carattere generale che non hanno ricadute in termini positivi e reali sulla vita delle imprese, dettando regole solamente in materia di trasparenza e di pubblicità.

Ancora una volta si è introdotta nuova burocrazia, anziché ridurre i vincoli all'attività d'impresa.

Molto meglio sarebbe stato rispettare un principio di gradualità, prevedendo l'introduzione dell'obbligo del POS al di sopra di predeterminati livelli di fatturato e procedere ad una ridefinizione "sostenibile" delle commissioni bancarie, consentendo a tutte le imprese di beneficiare delle economie di scala derivanti dall'aumento complessivo dei volumi transatti a livello di sistema.

Confcommercio auspica, pertanto, che il nuovo tavolo di lavoro aperto dal Ministero dello Sviluppo Economico porti alla definizione con assoluta chiarezza dei criteri idonei a garantire una riduzione dell'uso del contante e una crescita del grado di sicurezza che escludano un aggravio di costi per le imprese.

Una stima dei costi per le imprese

L'incidenza percentuale dei costi legati agli incassi tramite POS cresce al diminuire della dimensione aziendale, anche in relazione al minore potere contrattuale nei confronti del sistema bancario. Vi è, dunque, una maggiore penalizzazione per le imprese di minori dimensioni.

Nella tabella seguente si è analizzato il caso di due imprese, una con fatturato annuo pari a 150 mila euro e l'altra con fatturato annuo di 400 mila euro. Per la prima l'incidenza stimata sul fatturato incassato tramite POS, al netto dell'Iva, è più alta, pari al 3,12% (1.920 euro), mentre per la seconda è del 2,22% (3.645 euro).

  Impresa A Impresa B
Totale annuo incassi  € 150.000  € 400.000
Stima ammontare incassi tramite POS pari al 50% del totale € 75.000 € 200.000
Canone annuale gestione servizio POS € 300  € 150
Commissione media per operazione pari all'1,50%  € 1.125 € 3.000
Spese annue per chiusura e accredito giornaliero POS € 495  € 495

Totale annuo costi POS
 
€ 1.920   € 3.645
Percentuale sul fatturato incassato tramite POS (Iva inclusa)  2,56%  1,82%
Percentuale sul fatturato incassato tramite POS (Iva esclusa)  3,12%  2,22%


Qualche confronto internazionale

Dagli ultimi dati ufficiali (riferiti al dicembre 2012) della Banca dei regolamenti internazionali, peraltro ripresi anche nell'appendice della Relazione annuale presentata da Banca d'Italia il 31 maggio scorso, emerge che in Italia sono istallati nei punti di vendita 1.501.600 terminali POS, contro 1.834.000 della Francia e 720.000 della Germania.

Per quanto riguarda l'ammontare totale in euro delle transazioni, in Francia sono più del doppio (398 miliardi) rispetto alla Germania (174 miliardi) e all'Italia (160 miliardi).

Ammontare transazioni su POS (totale annuo in milioni di euro)

Fonte: elaborazione Confcommercio su dati della Banca dei regolamenti internazionali (dicembre 2012)

E per l'utilizzo dei bonifici emergono differenze ancora più marcate tra i tre Paesi europei considerati, anche se in questo caso è la Germania (56.600 miliardi di euro) che supera di oltre il doppio la Francia (24.100 miliardi di euro) e di circa 7 volte l'Italia (7.800 miliardi di euro).

Ammontare transazioni con bonifici (totale annuo in milioni di euro)

Fonte: elaborazione Confcommercio su dati della Banca dei regolamenti internazionali (dicembre 2012)


Anche in materia di addebiti diretti (ex rid) emerge una significativa minore diffusione nel nostro Paese.

Il tema di una più ampia diffusione della moneta elettronica va, pertanto, ripensato in termini ben più ampi e non può essere circoscritto ai pagamenti tramite carte di plastica introducendo, di fatto, nuovi oneri a carico di soggetti dotati di minore potere contrattuale nei confronti del sistema bancario.

Proposte Confcommercio

Quello che serve è una spending review della moneta elettronica. Per questo Confcommercio propone alcune misure concrete per rimuovere gli ostacoli alla diffusione della moneta elettronica che, in sintesi, prevedono:

  • l'introduzione dei tetti massimi alle commissioni interbancarie in coerenza con quanto previsto dalla proposta di Regolamento della Commissione U.E. sulle commissioni interbancarie, del 24 luglio 2013;
  • la ridefinizione della clausola cosiddetta di "non discrimination rule" per favorire l'utilizzo degli strumenti di pagamento più efficienti, in coerenza con quanto previsto anche dal Libro verde della Commissione europea del 2012 "Verso un mercato europeo integrato dei pagamenti";
  • la detraibilità fiscale di tutti gli oneri legati all'installazione e alla gestione del POS.

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