Spese obbligate incidono per il 41% dei consumi, si mangia di meno e sempre piu' servizi

Spese obbligate incidono per il 41% dei consumi, si mangia di meno e sempre piu' servizi

Abitazione, assicurazioni, carburanti e sanità, "costano" ad ogni cittadino quasi 7.400 euro l'anno.

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Roma, 9.8.2019

Dopo la continua crescita tra il 1995 e il 2013 (+5,4%), la quota di spese obbligate sul totale dei consumi negli ultimi 6 anni è in leggera diminuzione, a causa soprattutto della recente depressione del corso delle materie prime energetiche, ma rimane comunque elevata con un'incidenza nel 2019 di quasi il 41% sul totale dei consumi delle famiglie (le spese per i beni rappresentano il 37,7%, quelle per i servizi il 21,5%) e arrivando a pesare per quasi 7.400 euro l'anno pro capite; tra le spese obbligate, la voce abitazione è quella che incide maggiormente arrivando a "mangiarsi" - tra affitti, manutenzioni, bollette, e utenze - 4.200 euro pro capite; all'interno dei consumi commercializzabili (10.712 euro pro capite nel 2019) la componente principale è rappresentata dai beni (37,7% dei consumi), ma la quota di spesa destinata agli alimentari risulta in costante riduzione passando da poco più di 3.000 euro pro capite nel 1995 a 2.700 euro nel 2019; nello stesso periodo aumenta la spesa per i servizi passata da 2.800 euro a quasi 3.900 euro.

Questi, in sintesi, i principali risultati che emergono da un'analisi dell'Ufficio Studi di Confcommercio sulle spese obbligate delle famiglie tra il 1995 e il 2019.

Le spese obbligate

La figura 1 aggiorna al 2019 la scomposizione dei consumi delle famiglie tra spese obbligate e spese commercializzabili, a loro volta segmentate tra beni e servizi. L'analisi di lungo periodo, che copre quasi un quarto di secolo, permette di valutare, al di là dei mutamenti socio-economici che si sono succeduti nel tempo, le tendenze di fondo nella distribuzione dei consumi tra le spese per le quali si ha poca, o nessuna, libertà di scelta e quelle determinate dai bisogni, dai gusti e dalle abitudini dei singoli consumatori.
Gli elementi principali che emergono dal grafico sono: il peso crescente delle spese obbligate e la terziarizzazione dei consumi.

Fig. 1 – Spese obbligate e commercializzabili composizione (%) in valore

Fonte: elaborazioni e previsioni Ufficio Studi Confcommercio su dati Istat.

I servizi commercializzabili mostrano una costante e significativa espansione della quota di spesa. Da questi servizi passa la maggior parte del consumo pregiato, su cui si costruisce la rappresentazione del proprio benessere.

Il moderato recupero dei beni commercializzabili realizzato negli ultimi anni è stato sostenuto principalmente dai durevoli, soprattutto autovetture, i cui acquisti erano stati fortemente compressi nei periodi precedenti. Alla luce di quanto registrato nel 2018 ed in questa prima parte del 2019, tale tendenza sembra essersi interrotta.

Seppure in riduzione a causa della recente depressione dei corsi delle materie prime energetiche, le spese obbligate valgono quasi il 41% del totale consumi.

La tabella 1 fornisce i dati per abitante in euro del 2019 e le quote di spesa a prezzi correnti nei quattro punti temporali considerati.

In termini di spesa pro capite, espressa a prezzi 2019, le famiglie destinano 7.377 euro per sostenere le spese incluse nell'area dei consumi obbligati. Pur non risultando, nel lungo periodo, particolarmente dinamica in termini quantitativi, questa parte dei consumi ha assunto un ruolo crescente nella struttura della spesa a valore, sottintendendo un'evoluzione dei prezzi particolarmente espansiva.

All'interno delle spese obbligate un ruolo preponderante è svolto dall'abitazione a cui vengono destinati - tra affitti reali ed imputati, manutenzione energia, acqua, smaltimento rifiuti - oltre 4.200 euro a persona. Negli anni più recenti questo aggregato ha mostrato un ridimensionamento in quota. Su quest'evoluzione hanno inciso: il rallentamento delle spese per l'energia, determinata sia dalla migliorata efficienza energetica, sia, come già evidenziato, a dinamiche di prezzo più contenute, e una dinamica meno sostenuta degli affitti imputati. All'interno delle spese per l'abitazione va sottolineato come i consumi per l'acqua ed i servizi di smaltimento rifiuti, pur in diminuzione in termini quantitativi, risultino stabili in termini di quota in considerazione di prezzi (tariffe) in continua crescita.

Tab. 1 - Consumi obbligati e commercializzabili dati pro capite (*)

valori a prezzi 2019 (euro per abitante)

var. % 2019 su 2007

 

 

1995

2007

2013

2019

 

 

obbligati e affitti imputati

7.198

7.546

7.110

7.377

-2,2

 

- abitazione

3.973

4.179

4.145

4.215

0,9

 

- sanità

579

623

568

621

-0,3

 

- assicurazioni, carburanti, manutenzione mezzi trasp.

1.837

2.032

1.613

1.690

-16,8

 

- altro (**)

808

744

787

852

14,5

 

commercializzabili

9.354

11.365

9.829

10.712

-5,7

 

- beni

6.520

7.626

6.270

6.824

-10,5

 

- - alimentari (***)

3.038

3.112

2.645

2.704

-13,1

 

- servizi

2.805

3.730

3.558

3.889

4,3

 

totale consumi

16.438

18.922

16.942

18.089

-4,4

 

composizione % a prezzi correnti

 

 

 

1995

2007

2013

2019

 

obbligati e affitti imputati

36,5

39,1

41,9

40,8

 

- abitazione

18,3

20,8

24,4

23,3

 

- sanità

3,3

3,1

3,3

3,4

 

- assicurazioni, carburanti, manutenzione mezzi trasp.

9,3

10,1

9,8

9,3

 

- altro (**)

5,6

5,1

4,4

4,7

 

commercializzabili

63,5

60,9

58,1

59,2

 

- beni

46,0

41,3

37,3

37,7

 

- - alimentari (***)

17,9

15,4

15,3

15,0

 

- servizi

17,4

19,6

20,8

21,5

 

totale consumi

100,0

100,0

100,0

100,0

 

(*) I dati espressi a valori concatenati non sono sommabili, il totale dei consumi differisce pertanto dalla somma delle singole aggregazioni. Le differenze aumentano nel tempo allontanandosi dall'anno di riferimento; (**) comprende: protezione sociale; servizi finanziari; altri servizi n.a.c.; (***) incluse bevande alcoliche e non alcoliche.
Fonte: elaborazioni e previsioni Ufficio Studi Confcommercio su dati Istat.

Per quanto attiene alle spese obbligate legate alla mobilità - assicurazioni, carburanti e manutenzione dei mezzi di trasporto - nonostante la moderata ripresa delle quantità, è proseguita anche negli ultimi anni la fase di ridimensionamento dell'incidenza della spesa pro capite in valore. In questo caso un contributo di rilievo è stato fornito dai carburanti per i quali oltre a riduzioni a volume si è osservata, nel complesso degli ultimi sei anni, una flessione dei prezzi.

Anche negli ultimi anni, per l'area delle spese sanitarie si è osservata un'evoluzione, in quantità, più sostenuta rispetto al dato medio dei consumi, dinamica che ha determinato, congiuntamente a una variazione più elevata dei prezzi, un ulteriore aumento dell'incidenza.

Relativamente alle altre spese obbligate, il cui peso si era ridotto negli anni più difficili, nell'ultimo periodo si è registrato un andamento più dinamico legato in larga parte ai servizi finanziari.

Nell'ambito dei beni commercializzabili, la spesa relativa agli alimentari, dopo la decisa riduzione registrata in quantità nella prima parte del periodo in esame, si è assistito, negli anni più recenti, a un modestissimo recupero. La suddetta dinamica non ha impedito un ulteriore ridimensionamento della quota a valore destinata a questa tipologia di consumi.

Le quote percentuali indicate nella sezione inferiore della tabella 2 riflettono non solo quanto accaduto in termini di volumi, ma anche, anzi soprattutto, l'evoluzione dei prezzi (figura 2).

Fig. 2 - Dinamica dei prezzi (deflatori, 1995=100)

Fonte: elaborazioni e previsioni Ufficio Studi Confcommercio su dati Istat.

Per quanto riguarda molte delle spese obbligate, i relativi prezzi si formano sovente in regimi regolamentati e, comunque, in mercati scarsamente liberalizzati. Ciò si riflette in una perdurante pressione inflazionistica che toglie risorse ai consumi più genuinamente oggetto di scelta. Fatto 100 il dato di ciascun indice di prezzo nel 1995, nel 2019 si stima che il prezzo (medio ponderato) delle spese obbligate abbia raggiunto un valore di circa 190, rispetto all'indice per il complesso dei consumi ben al di sotto di 160. Molto meno inflazionistici sono risultati i beni commercializzabili (circa 136) e solo un po' più dinamici sono stati i prezzi dei servizi commercializzabili (154,5). E' piuttosto evidente da dove sia provenuta nell'ultimo quarto di secolo la maggior parte dell'inflazione.

Il rafforzamento del processo di liberalizzazione dei mercati di offerta di molti beni e servizi obbligati non potrebbe che giovare al sistema produttivo nel complesso e al miglioramento del benessere economico dei cittadini italiani.

NOTA METODOLOGICA

Categorie e gruppi di spesa che costituiscono gli aggregati dei consumi obbligati e dei consumi commercializzabili:

  • consumi obbligati e affitti imputati: fitti effettivi, fitti imputati, manutenzione e riparazione dell'abitazione, acqua e altri servizi per l'abitazione, energia elettrica, gas ed altri combustibili, sanità, spese d'esercizio dei mezzi di trasporto esclusi i combustibili, combustibili e lubrificanti, assicurazioni, protezione sociale, servizi finanziari, altri servizi n.a.c.;
  • consumi commercializzabili: alimentari, bevande alcoliche e non alcoliche, tabacco, vestiario e calzature, mobili elettrodomestici e manutenzione casa, acquisto di mezzi di trasporto, apparecchiature per la telefonia, articoli audiovisivi, fotografici, computer ed accessori, altri beni durevoli per la ricreazione e la cultura, altri articoli ricreativi ed equipaggiamento, fiori, piante ed animali domestici, libri, giornali ed articoli di cancelleria, apparecchi, articoli e prodotti per la cura della persona, effetti personali n.a.c., servizi di trasporto, servizi postali, servizi di telefonia, servizi ricreativi e culturali, vacanze tutto compreso, pubblici esercizi, servizi alberghieri ed alloggiativi, barbieri, parrucchieri e saloni e altri servizi per la persona, istruzione.

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