Confcommercio su dati Istat: congiuntura debole, ma segnali di vivacità
Confcommercio su dati Istat: congiuntura debole, ma segnali di vivacità
I dati odierni relativi al mese di settembre, pur confermando il permanere di una situazione congiunturale molto debole, segnalano la presenza di confortanti spunti di vivacità che vanno considerati di buon auspicio per la chiusura dell’anno in corso. Se la produzione industriale continua a stentare, ed è ormai evidente come non si possa parlare di crisi transitoria, le vendite hanno mostrato nello stesso mese un deciso miglioramento con una variazione congiunturale a volume dell’1,2%, il dato migliore da maggio del 2022. L’aumento registrato, pur interessando sia l’alimentare sia il non alimentare, va comunque letto con prudenza. E’ necessario, infatti, attendere i prossimi mesi per comprendere se si tratti di un punto di svolta nell’atteggiamento delle famiglie. Va segnalato, inoltre, come su questo andamento potrebbero aver inciso fattori che hanno solo spostato quote di consumi (per l’alimentare dal fuori casa al domestico), o anticipato gli acquisti in considerazione di condizioni meteorologiche diverse da quelle dello scorso anno (abbigliamento). In entrambi i casi, gli impulsi osservati a settembre potrebbero tradursi in un gioco a somma zero sul totale della spesa delle famiglie, con effetti trascurabili sulla crescita dei consumi e del PIL. Bisogna sottolineare, infine, il permanere di una situazione difficile per le imprese che operano su piccole superfici il cui giro d’affari risulta compresso tanto dalla debolezza dei consumi in generale quanto dagli spostamenti di domanda verso il canale on-line.
Questo il commento dell’Ufficio Studi di Confcommercio ai dati sulla produzione industriale e sulle vendite al dettaglio a settembre diffusi oggi dall’Istat.