Confcommercio su dati Istat: campanello d’allarme per la ripresa

Confcommercio su dati Istat: campanello d’allarme per la ripresa

I dati sull’inflazione diffusi oggi dall’Istat e dall’Eurostat, peggiori rispetto alle nostre stime, rappresentano un innegabile campanello d’allarme per la ripresa. La tendenza a variazioni dei prezzi al consumo nettamente superiori rispetto alle dinamiche registrate nell’ultimo decennio, nella Uem si è raggiunto il 4,9% con un valore del 6,0% per la Germania, erano già evidenti da prima dell’estate. Il fenomeno, che molti avevano visto come temporaneo, sta assumendo connotati che difficilmente potranno essere riassorbiti nel breve periodo. 

È il commento dell’Ufficio Studi di Confcommercio ai dati Istat di oggi.

La forte spinta proveniente dagli energetici – spiega la nota - a cui si accompagnano i problemi di scarsità di materie prime e di approvvigionamento lungo alcune filiere, comincia a produrre effetti anche su altri comparti. Questa situazione, che non è stata ancora interiorizzata nei comportamenti delle famiglie, rischia di generare già dall’inizio del prossimo anno un brusco rallentamento delle dinamiche produttive.

Le famiglie, di fronte ad una ridimensionamento del reddito disponibile reale, potrebbero modificare quell’atteggiamento favorevole verso il consumo che ha spinto, come confermato anche nel terzo trimestre, il recupero dell’attività economica. Ridimensionamento della domanda che potrebbe interessare principalmente i beni ed i servizi commercializzabili, quelli che hanno sofferto in misura più evidente delle limitazioni imposte dalla pandemia.

Non va neanche trascurato – conclude la nota - il possibile impatto di questa situazione sulla politica monetaria che, nonostante tutte le prese di posizione della BCE, potrebbe a breve diventare meno accomodante.

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