MIC - Misery Index Confcommercio una valutazione macroeconomica del disagio sociale

MIC - Misery Index Confcommercio una valutazione macroeconomica del disagio sociale

A dicembre l'indice di disagio sociale sale a 19,7 (+0,4). La disoccupazione estesa si attesta al 15%. I prezzi dei beni e servizi ad alta frequenza d'acquisto aumentano dell'1,0%.

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Roma 9 febbraio 2017

Il MIC[1] di dicembre 2016 si è attestato su un valore stimato di 19,7 punti, in aumento di quattro decimi di punto rispetto a novembre, tornando ai livelli di luglio 2015. A partire da marzo 2016 l'area del disagio sociale ha conosciuto un progressivo peggioramento, imputabile in misura quasi esclusiva alla componente relativa ai prezzi la cui variazione, per i beni ad alta frequenza d'acquisto, è passata dal -1,1% di marzo al +1,0% di dicembre. Per contro, sempre nello stesso periodo, la disoccupazione estesa è aumentata di due decimi di punto. All'interno della stessa si è osservata una progressiva crescita delle componete ufficiale.

A dicembre 2016 il tasso di disoccupazione si è attestato al 12%, stabile rispetto a novembre ed in aumento di quattro decimi nel confronto annuo. Il numero di disoccupati è aumentato di 9mila unità su base mensile e di 144mila rispetto all'analogo mese del 2015. Il numero di occupati è rimasto stabile rispetto al mese precedente ed è aumentato di 242mila unità nei confronti di dicembre del 2015.

Nello stesso mese le ore di CIG autorizzate hanno registrato un'ulteriore riduzione su base annua (-11%). A questa tendenza ha continuato a fare eccezione la CIG ordinaria a causa del confronto con un periodo in cui era in atto il blocco delle autorizzazioni.

Sulla base di questa stima si è calcolato che le ore di CIG effettivamente utilizzate – destagionalizzate e ricondotte a ULA – siano aumentate, a dicembre, di 2mila unità su base mensile e diminuite di 37mila su base annua. Sul fronte degli scoraggiati[2] è proseguita la tendenza alla riduzione, imputabile al passaggio di una parte di questi dall'inattività alle forze di lavoro, con un calo di 2mila unità in termini congiunturali e di 89mila unità su base annua. Il combinarsi di queste dinamiche ha comportato una stabilizzazione, in termini congiunturali, del tasso di disoccupazione esteso (tab. 1).

Nello stesso mese i prezzi dei beni e dei servizi ad alta frequenza d'acquisto sono aumentati dell'1,0%, per effetto di nuove tensioni inflazionistiche nelle aree degli alimentari freschi e dei carburanti. Quanto rilevato negli ultimi mesi conferma la necessità, per una diminuzione dell'area del disagio sociale, che i ritmi di crescita della domanda di lavoro tornino a registrare dinamiche più soddisfacenti, al fine di ridurre il numero dei disoccupati. Solo con una ripresa significativa dell'occupazione si potrà infatti determinare una crescita del reddito disponibile in grado di restituire fiducia alle famiglie ed imprimere ai consumi una dinamica più sostenuta rispetto ai livelli attuali. 

La figura 1 mostra le due componenti del MIC (in rosso l'inflazione dei beni e servizi ad alta frequenza d'acquisto ed in blu la disoccupazione estesa), mentre l'ingrandimento riporta l'andamento complessivo del disagio sociale negli ultimi dieci mesi.

Tabella 1: Prezzi, disoccupazione e Misery Index Confcommercio (MIC) in Italia

anno

disoccupazione ufficiale (%)

disoccupazione estesa (%) *

Δ% prezzi-alta frequenza di acquisto

MIC*

2007

6,1

7,9

2,9

12,0

2012

10,7

14,1

4,2

20,9

2013

12,1

15,8

1,6

21,1

2014

12,6

16,4

0,3

21,0

2015

11,9

15,6

-0,2

19,6

2016

11,7

14,9

-0,1

18,8

2016- III trim.

11,6

14,8

0,1

18,7

2016-IV trim.

11,9

15,0

0,6

19,3

2016-Febbraio

11,7

15,1

-0,8

18,5

2016-Marzo

11,5

14,8

-1,1

18,0

2016-Aprile

11,6

14,9

-0,9

18,2

2016-Maggio

11,5

14,8

-0,6

18,2

2016-Giugno

11,6

14,8

-0,2

18,6

2016-Luglio

11,5

14,7

-0,1

18,5

2016-Agosto

11,5

14,7

0,1

18,6

2016-Settembre

11,8

14,9

0,2

19,0

2016-Ottobre

11,8

14,8

0,2

18,9

2016-Novembre

12,0

15,0

0,5

19,3

2016-Dicembre

12,0

15,0

1,0

19,7

 

Elaborazioni Ufficio Studi Confcommercio-Imprese per l'Italia su dati ISTAT ed INPS.
Legenda: per le definizioni si veda la nota tecnica. * I dati degli ultimi tre mesi sono frutto di stime (cfr. la nota tecnica a pag. 3).

Elaborazioni Ufficio Studi Confcommercio-Imprese per l'Italia su dati ISTAT ed INPS.
Legenda: per le definizioni si veda la nota tecnica. I dati degli ultimi tre mesi sono frutto di stime (cfr. la nota tecnica a pag. 3).

 

Nota tecnica sul calcolo del Misery Index Confcommercio (MIC)

Il Misery Index (MI) tradizionale è dato dalla semplice somma di tasso di disoccupazione e tasso d'inflazione. I pesi assegnati ai due "mali" sono dunque identici e pari a 1.

Il Misery Index Confcommercio (MIC) è calcolato in modo da leggere con maggiore precisione la dinamica del disagio sociale, misurato in una metrica macroeconomica. Le due componenti del MIC sono il tasso di disoccupazione esteso, definito più sotto, e la variazione dei prezzi dei beni e dei servizi acquistati in alta frequenza (fonte ISTAT): le dinamiche di prezzo di questo paniere dovrebbero influenzare in modo più diretto la percezione dell'inflazione da parte delle famiglie, correlandosi direttamente con le preoccupazioni (disagio) in merito al proprio potere d'acquisto.

Si assegnano pesi diversi alle due componenti, disoccupazione ed inflazione, rispettivamente 1,2647 e 0,7353. Ciò sulla base degli studi scientifici internazionali che, utilizzando dati Eurobarometro sul benessere dei cittadini europei (si veda Di Tella, MacCulloch ed Oswald, 2001), hanno dimostrato come il costo della disoccupazione in termini di soddisfazione di vita sia molto superiore a quello dell'inflazione.

D'altra parte, tutte le recenti ricerche sociali evidenziano come prima preoccupazione dei cittadini sia la questione del lavoro, e quindi la paura della disoccupazione. Il Misery Index tradizionale, che assegna pesi uguali ai due mali, tende, dunque, a sottostimare i costi economici, psicologici e sociali - diretti ed indiretti - della disoccupazione. La quantificazione dei due pesi adottata nel MIC si basa sulla regressione 1 della Tabella 2 contenuta in Becchetti, Castriota e Giuntella (2010), in cui si stima che, per lasciare indifferente un cittadino medio europeo, l'aumento di un punto di disoccupazione deve essere compensato da una diminuzione di 1,72 punti di inflazione. Di conseguenza, i pesi della disoccupazione e dell'inflazione valgono, rispettivamente, (1,72/2,72)x2=1,2647 e (1/2,72)x2=0,7353. I pesi sono moltiplicati per due in modo da lasciare la loro somma uguale a due per consentire una lettura non ambigua dei risultati (anche nel calcolo del Misery Index tradizionale la somma dei pesi è pari a due).

Il tasso di disoccupazione esteso è il termine in parentesi quadra a destra nella seguente formula:
MIC=0,7353 × (infl. AF) + 1,2647 × [(disocc.+FL pot.+ CIG)/(occ.+disocc.+FL pot.) × 100]

Al numeratore del tasso di disoccupazione esteso compaiono sia le forze di lavoro potenziali, come definite più sotto, sia i cassaintegrati equivalenti a zero ore. Questo concetto si esemplifica facilmente: se le ore di cassa integrazione sono otto in un giorno, quattro per una persona e quattro per un'altra persona, i cassaintegrati equivalenti sono pari a uno dal momento che un dipendente a tempo pieno lavora otto ore. Le forze di lavoro potenziali correggono opportunamente anche il denominatore, estendendo il concetto tradizionale di forze di lavoro a coloro che hanno svolto l'ultima azione di ricerca da due a tre mesi fa e che, quindi, sono più facilmente assimilabili ai disoccupati che agli inattivi; i cassaintegrati equivalenti, invece, non compaiono al denominatore perché già conteggiati (nella rilevazione dell'ISTAT figurano tra gli occupati).

Di seguito la descrizione delle singole variabili e le fonti:

  • Tasso di inflazione dei prodotti ad alta frequenza d'acquisto: dati mensili di fonte ISTAT, variazione tendenziale;
  • Tasso di disoccupazione, occupati e disoccupati: dati mensili destagionalizzati di fonte ISTAT;
  • Ore CIG: dati mensili INPS sulle ore di CIG effettivamente utilizzate (tiraggio, confronti omogenei); tale stima costituisce un'approssimazione dal momento che le comunicazioni delle aziende all'INPS non sono sempre contestuali al periodo di fruizione del sussidio da parte del lavoratore. I dati sono stati destagionalizzati con TRAMO-SEATS;
  • CIG: numero di CIG-teste, calcolate dividendo le Ore CIG totali per 2000 ore annue (166,6 al mese);
  • Forze di lavoro potenziali: sottoinsieme delle persone che (1) si dichiarano in cerca di lavoro, (2) sono disponibili a lavorare nelle prossime due settimane e (3) anche se non lo hanno fatto nelle ultime quattro settimane, affermano di aver compiuto una o più azioni di ricerca da 2 a 3 mesi prima dell'intervista. I dati sulle forze lavoro potenziali, forniti dall'ISTAT su base trimestrale, sono stati destagionalizzati con TRAMO-SEATS e mensilizzati.

Per il presente numero

  • I dati sulle ore di CIG effettivamente utilizzate sono stati destagionalizzati e, per gli ultimi due mesi, stimati con TRAMO-SEATS;
  • I dati sulle forze di lavoro potenziali per gli ultimi tre mesi sono stimati applicando ai dati trimestrali un modello di previsione che tenga conto delle ciclicità stagionali (le elaborazioni sono state effettuate con TRAMO-SEATS). La previsione è stata poi opportunamente mensilizzata.

Riferimenti

  1. Becchetti L., Castriota S., Giuntella O. (2010), "The Effects of Age and Job Protection on the Welfare Costs of Inflation and Unemployment", European Journal of Political Economy, Vol. 26, pp. 137-146.
  2. Di Tella R., MacCulloch R., Oswald A. (2001), "Preferences over Inflation and Unemployment: Evidence from Surveys of Happiness", American Economic Review, Vol. 91, pp. 335-341.

[1] Il Misery Index Confcommercio (MIC) misura mensilmente il disagio sociale causato dalla disoccupazione estesa (disoccupati, cassaintegrati e scoraggiati) e dalla variazione percentuale dei prezzi dei beni e servizi ad alta frequenza d'acquisto.

[2] Gli scoraggiati inclusi nel calcolo della disoccupazione estesa utilizzata per la stima del MIC sono definiti come coloro che (1) si dichiarano in cerca di lavoro, (2) sono disponibili a lavorare nelle due settimane successive a quelle dell'intervista e (3) anche se non lo hanno fatto nelle ultime quattro settimane, affermano di aver compiuto una o più azioni di ricerca da 2 a 3 mesi prima dell'intervista.

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