La crisi non risparmia i saldi

La crisi non risparmia i saldi

Crescono del 10% gli acquisti online

Rimane alta la percentuale di italiani che acquisterà in saldo (58,3%), anche se è in calo (-6,3%) il numero dei consumatori che ritengono importante il periodo dei saldi. La tendenza è confermata anche dal lato delle imprese del commercio che si attendono, quest'anno,  una lieve flessione delle visite da parte dei clienti (-0,4%). Il 67% farà shopping nei negozi abituali e l'83% comprerà prodotti sia di marca che non, anche se cala  la quota di chi è interessato esclusivamente all'acquisto delle ‘griffe'(-4,3% rispetto al 2013). Nove consumatori su dieci confermano il giudizio positivo sulla qualità dei prodotti in saldo e tre su quattro attribuiscono maggior importanza alla qualità che al prezzo. Segno meno per tutte  le principali tipologie di acquisti (calzature, accessori, biancheria intima e per la casa, pelletteria, etc.). Fino a 200 euro il budget di spesa per il 76,7% dei consumatori. In controtendenza gli acquisti sul web che, quest'anno,  crescono del 37% contro 27% del 2013. Il 57,7% delle imprese applicherà uno sconto medio sui prodotti a saldo del 30%. Aumentano i consumatori che si sentono molto tutelati negli acquisti a saldo (quest'anno 65% contro il 58 % di un anno fa).

Questi, in sintesi, i principali risultati che emergono dall' indagine sui saldi invernali 2014 realizzata da Confcommercio-Imprese per l'Italia in collaborazione con Format Research.

Consumatori

In diminuzione gli italiani che rispetto al gennaio sono intenzionati ad approfittare dei saldi invernali del gennaio 2014. Sono risultati il 58,3% contro il 60,5% dello scorso anno, facendo segnare una flessione pari a 2,2 punti percentuali. Ad usufruire dei saldi invernali del 2014 saranno in prevalenza le donne (oltre il 63%), i consumatori appartenenti alle fasce d'età più giovani (18-34 anni) e quelli in possesso di un titolo di studio medio / alto.  A livello territoriale non si evidenziano particolari differenziazioni fatto salvo per il Mezzogiorno, dove è prevista una quota leggermente più elevata di partecipazione.

Il calo della partecipazione, seppur lieve, si riflette sulla propensione all'acquisto di quasi tutte le tipologie di prodotto. Si abbassa l'interesse - o più probabilmente scarseggiano le possibilità economiche - per  gli articoli sportivi, la pelletteria in generale, la biancheria per la casa, le calzature e per i capi d'abbigliamento.

Il 76,7% degli italiani che approfitteranno della stagione invernale dei saldi prevede di spendere una cifra al di sotto dei 200 euro. Tale quota risulta superiore di otto punti percentuali rispetto allo stesso periodo del 2013, quando era risultata pari al 68,7%, fatto questo che provvede ad evidenziare ancora una volta i segni di una crisi che incide in modo sempre più marcato sui consumi. A ridurre il budget per gli acquisti in vista dei saldi del mese di gennaio 2014 saranno in prevalenza le fasce di consumatori più avanti con gli anni (oltre 55 anni).

Il 67,3% degli italiani che approfitteranno dei prossimi saldi invernali è intenzionato a frequentare negozi abituali, che sono già soliti visitare nel corso dell'anno. Poco più di tre su dieci sperimenteranno esercizi commerciali non frequentati abitualmente precedentemente. Tale quota percentuale risulta in leggera diminuzione rispetto al gennaio 2013. La propensione ad acquistare in punti vendita differenti dai negozi presso i quali ci si reca abitualmente, risulta decisamente più marcata presso i consumatori di sesso femminile, presso coloro che sono in età compresa tra i 18 ed i 34 anni e presso i residenti nelle grandi aree metropolitane.

Poco meno della metà degli italiani ritiene "importante" il periodo dei saldi (45,1%). Si tratta di una quota non indifferente ma in flessione rispetto a quella registrata lo scorso anno (-6,3). I consumatori maggiormente propensi ad attendere i saldi per acquistare un articolo al quale stavano pensando da tempo sono in prevalenza gli individui di sesso femminile, coloro che hanno un'età compresa tra i 18 ed i 34 anni e coloro che risiedono nelle regioni del Mezzogiorno.  

L'83,2% degli italiani che attendono il periodo dei saldi per effettuare gli acquisti dei prodotti dei quali hanno bisogno, li attende per acquistare sia prodotti di marca, sia prodotti non di marca. Al contempo, il 16,8% dei consumatori attende i saldi solo per l'acquisto dei prodotti di marca. Tale percentuale risulta in riduzione di 4,3 punti rispetto allo scorso anno. A mostrare la maggiore predisposizione verso i prodotti griffati o di marca sono prevalentemente le donne, i consumatori appartenenti alle fasce d'età estreme (18-34 anni e oltre 64 anni) e quelli residenti nelle grandi aree metropolitane.

Oltre otto italiani su dieci hanno acquistato in saldo almeno una volta in passato. Tale percentuale, per effetto della sua natura puramente strutturale, non appare molto distante da quella rilevata lo scorso anno, sebbene evidenzi una leggera flessione per effetto della diminuzione già registrata in occasione del gennaio 2013. Ad aver usufruito dei saldi invernali almeno una volta in passato sono soprattutto le donne (quasi nove su dieci) e quelli in possesso di un titolo di studio medio/alto.

Poco meno di sette consumatori ogni dieci dichiarano di acquistare nel periodo dei saldi invernali il 30% circa del totale acquisti di abbigliamento che sono soliti effettuare in un anno. Tale quota risulta in diminuzione rispetto a dodici mesi fa (era pari al 71,1%). 

Tra i consumatori che hanno usufruito dei saldi almeno una volta in passato, quasi nove su dieci giudicano "molto" buona o "abbastanza" buona la qualità dei prodotti acquistati. Tale percentuale non si discosta da quella registrata soli dodici mesi fa (89,2%). Si mette in evidenza che, malgrado la maggior propensione delle donne ad approfittare del periodo dei saldi, sono proprio queste a mostrarsi più severe nelle valutazioni.

Tra i consumatori che hanno usufruito dei saldi almeno una volta in passato, circa otto su dieci giudicano "molto" buona o "abbastanza" buona la varietà dei prodotti acquistati. Tale percentuale appare in aumento rispetto a quella registrata soli dodici mesi fa (74,8%). Gli individui di sesso femminile, i consumatori più giovani (18-24 anni) e coloro che sono residenti nelle regioni del Mezzogiorno risultano i più soddisfatti in questo senso.

In fase di acquisto in saldo, tre italiani su quattro attribuiscono una maggiore importanza alla qualità dei prodotti piuttosto che al prezzo. Tale percentuale non si discosta significativamente da quella fatta registrare solo dodici mesi fa (era 73,5%).

In generale, poco più del 65% dei consumatori si sente in qualche modo "molto" o "abbastanza" tutelato nel momento in cui effettua in saldo. Tale percentuale risulta in crescita rispetto a quella rilevata un anno fa (58,0%). Sono di gran lunga le donne, i più giovani (18-34 anni) e coloro che risiedono nelle grandi aree metropolitane e nelle regioni del Nord Ovest a ritenersi maggiormente soddisfatti in questo senso.

Cresce di 10 punti percentuali la quota di consumatori che utilizzano il web per effettuare i propri acquisti (37,0% contro il 27,0% registrato un anno fa). Ad usufruire maggiormente dei siti di e-commerce sono in prevalenza gli uomini, coloro che sono in possesso di un titolo di studio medio/alto. Non si notano particolari differenziazioni a livello territoriale mentre appare evidente la distanza generazionale tra le fasce d'età inferiori ai 44 anni e quelle superiori, meno propense all'uso della rete.

La quasi totalità dei consumatori che sono soliti acquistare on line "spesso" o "molto spesso", ritiene che il canale della rete sia generalmente più conveniente rispetto ai classici punti vendita tradizionali. Nello specifico, a pensarla in questo modo sono soprattutto le donne ed il segmento di popolazione più giovane (fino a 44 anni).

Imprese del commercio

La percentuale degli imprenditori che, in occasione dei saldi invernali 2014, prevedono un incremento delle visite nel proprio punto di vendita rispetto a dodici mesi fa (gennaio 2013) al netto di quelli che temono una flessione in questo senso è pari a -0,4. Tale risultato appare lievemente peggiorativo se confrontato con quello registrato lo scorso anno (gennaio 2013), quando il saldo si attestava attorno al +2,6.

Il 57,7% degli imprenditori del commercio al dettaglio sono intenzionati a praticare una media sconto sugli articoli che proporranno in saldo nel gennaio 2014 non superiore al 30%. Il risultato appare leggermente superiore rispetto a quello registrato un anno fa (55,2% degli imprenditori). Nelle regioni del Sud Italia tale quota sale fin quasi a sfiorare il 60% delle imprese considerate.

Quasi otto imprese del commercio su dieci si aspettano che, fatti uguali a 100,0 i ricavi annuali della propria attività, non oltre il 20% proverrà dalle vendite che saranno state effettuate in occasione dei saldi invernali 2014. Tale quota risulta in aumento rispetto a dodici mesi fa (era pari a 71,6%), segno del clima di sfiducia che aleggia in vista del prossimo gennaio.

Sette imprenditori su dieci ritengono che il proprio esercizio commerciale sia solitamente vistato anche da nuovi clienti oltre quelli tradizionali nel corso del periodo dei saldi invernali. Al contrario, il 28,9% si trova in disaccordo con tale affermazione. Sono soprattutto le imprese del commercio operative nelle regioni del Nord Ovest e del Nord Est a ravvisare una maggiore affluenza di nuova clientela durante il periodo dei saldi. Gli esercizi commerciali della pelletteria, dell'abbigliamento e delle calzature sono quelli solitamente più soggetti ad essere sperimentati da clienti non tradizionali.

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Nota metodologica

Indagine effettuata su un campione statisticamente significativo della popolazione italiana in età superiore ai 18 anni (750 interviste a buon fine ai consumatori) e delle imprese del commercio al dettaglio (384 interviste a buon fine alle imprese del commercio). Margine di fiducia: Consumatori +3,7%, Imprese del commercio +5,1%. L'indagine è stata svolta dall'Istituto di ricerca Format Research, tramite interviste telefoniche (sistema Cati), nel periodo 2 – 12 dicembre 2013.

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