Confcommercio su conti pubblici: stato economia buono ma abbassare pressione fiscale

Confcommercio su conti pubblici: stato economia buono ma abbassare pressione fiscale

Il sistema produttivo italiano si è mostrato vitale e reattivo rispetto al doppio shock della crisi pandemica prima e della crisi energetica, poi. Il +3,7% fatto registrare dal PIL reale nel 2022 è la sintesi di un forte impulso della domanda interna (consumi nazionali e investimenti), che contribuisce per 4,6 punti percentuali, a fronte di un contributo negativo di quasi un punto percentuale delle scorte e del saldo della domanda estera. E’ il commento dell’Ufficio Studi di Confcommercio ai dati diffusi oggi dall’Istat.

Ciò che allarma tuttavia, - prosegue la nota -  pur in questo quadro positivo dell’economia reale, è la crescita di 1,2 punti percentuali della pressione fiscale, portatasi nel 2022 al 43,5% rispetto al 42,3% del 2019: si tratta del record assoluto dal 1995. Non c’è dubbio che l’afflusso di risorse tramite il gettito abbia consentito di finanziare tutte le forme di sostegno e di sussidio alle famiglie e alle imprese, soprattutto nella fase della pandemia, ma anche per la neutralizzazione degli impatti indotti dai pesanti rincari energetici, a vantaggi degli strati sociali più fragili ed esposti.

Tuttavia,  -conclude l’Ufficio Studi - tale drenaggio verso il bilancio pubblico di flussi reddituali e contributivi da parte dei ceti produttivi più strutturati e resilienti va corretto velocemente per ricondurlo a dinamiche tali da non compromettere, con un eccesso di pressione fiscale, quel sentiero di crescita robusta che sarebbe opportuno mantenere anche nei prossimi anni, proprio per garantire il riequilibrio dei conti pubblici e la riduzione del disavanzo nel momento in cui verranno ripristinati i vincoli stringenti del Patto di Stabilità e Crescita.

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