Confcommercio su inflazione: rischi per potere d'acquisto

Confcommercio su inflazione: rischi per potere d'acquisto

Tensioni su alimentari temporanee, preoccupano materie prime energetiche

 

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Roma, 28 febbraio 2017

 

I prezzi dei beni energetici importati e degli alimentari non lavorati hanno portato l'inflazione tendenziale dallo 0,1% di novembre 2016 all'odierno +1,5%, valore che non si registrava da marzo 2013. Al netto di queste componenti, tuttavia, l'inflazione di fondo è ancora moderata e in linea con le dinamiche degli ultimi anni: questo il commento dell'Ufficio Studi Confcommercio ai dati sui prezzi a febbraio diffusi oggi dall'Istat.

Si tratta di dati – prosegue la nota – che aprono una forbice tra l'interpretazione macroeconomica della dinamica dei prezzi e l'impatto di questa sulla dimensione quotidiana degli acquisti. Da una parte, la stabilità dell'inflazione di fondo consente una prosecuzione rassicurante della politica monetaria espansiva, dall'altra il trasferimento di potere d'acquisto dall'Europa ai paesi esportatori di materie prime energetiche intacca la capacità di spesa delle famiglie soprattutto in quei contesti, come quello italiano, in cui si assiste a un rallentamento dell'occupazione dentro un quadro di crescita insufficiente.

E' possibile, tuttavia, che almeno per la componete alimentare i fattori che hanno determinato un rapido aumento dei prezzi rientrino a breve, limitando gli effetti di trasmissione nella filiera, fenomeno, invece, meno probabile per il prezzo del petrolio che sembra già impattare su altri comparti di spesa. La variazione congiunturale dei prezzi è, infatti, positiva per 8 divisioni di spesa su 12, mentre il mese scorso gli aumenti erano limitati a 5 comparti.

 

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