Confcommercio su dati Istat: grave peggioramento del mercato del lavoro

Confcommercio su dati Istat: grave peggioramento del mercato del lavoro

Resta fragile la possibilità di ripresa

 

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Roma, 28.02.2014

 

Resta fragile la possibilità di ripresa

 

CONFCOMMERCIO SU DATI ISTAT:
GRAVE PEGGIORAMENTO DEL MERCATO DEL LAVORO

 

Il 2014 si aperto con dati che lasciano poco spazio per immaginare un rafforzamento dei recenti timidi segnali di miglioramento avvertiti su alcuni indicatori di fiducia: questo il commento dell'Ufficio Studi di Confcommercio alle rilevazioni dell'Istat di stamattina su occupazione e disoccupazione.

A gennaio 2014 – precisa la nota - si registra il minor numero assoluto di occupati nel sistema economico italiano, da quando sono disponibili le serie storiche mensili. Gli occupati si riducono di 8mila unità rispetto a dicembre e sono un milione e 257mila unità in meno rispetto al massimo di aprile 2008. E Il numero di disoccupati non è mai stato così alto avvicinandosi ai 3,3 milioni.

La questione principale – sottolinea l'Ufficio Sudi - resta la fragilità della possibile ripresa, ancora tutta da costruire, assieme all'elevata probabilità di assistere a una modesta crescita del Pil senza alcun riassorbimento della disoccupazione. Già nel 2010, quando la ripresa fece segnare +1,7%, tra gennaio e dicembre non ci fu incremento di occupazione e i disoccupati calarono di meno di 75mila unità. Oggi, con la prospettiva, peraltro da verificare, di una crescita di circa mezzo punto percentuale, il pericolo è addirittura di un peggioramento del mercato del lavoro con il riflesso sociale di una crescita dell'area della povertà assoluta.

Anche le prime stime sulla produzione industriale di febbraio – prosegue la nota -  confermano i timori di un orientamento nuovamente negativo delle prospettive a breve dell'attività economica. E' presumibile che, dopo un periodo in cui la produzione è stata sostenuta dalla necessità di ricostituire le scorte, si sia già oggi in una fase di stallo.

Senza un'azione semplice e immediata – conclude l'Ufficio Studi - in termini di riduzione del carico fiscale su famiglie e imprese, riguardante le prime due aliquote dell'Irpef, presto anche il clima di fiducia degli operatori tornerà in campo negativo.

 

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