Indicatore Consumi Confcommercio: a "scartamento ridotto"

Indicatore Consumi Confcommercio: a "scartamento ridotto"

Pericoli da inflazione e incertezza

58/2017
12 aprile 2017

L'indicatore dei Consumi Confcommercio (ICC) ha registrato a marzo 2017[1] una crescita dello 0,1% rispetto a febbraio ed un incremento dello 0,6% su base annua[2] (tabb. 1 e 2).

I consumi, seppure in modo discontinuo e con toni non particolarmente brillanti, consolidano, stando a quanto emerge dalla media mobile a tre mesi (fig. 2), la moderata tendenza al recupero in atto ormai da luglio dello scorso anno. La dinamica dei consumi è d'altra parte coerente con un quadro congiunturale caratterizzato, in questo inizio d'anno, da andamenti altalenanti che pur in un contesto di graduale miglioramento riflettono le debolezze e le incertezze che gravano sull'economia italiana ed internazionale.

La crescita, a marzo, del clima di fiducia dei consumatori è un segnale troppo debole per ipotizzare, nei prossimi mesi, un atteggiamento decisamente più positivo anche in considerazione di aspettative non particolarmente favorevoli riguardo la situazione personale e familiare.

La sensazione di un quadro congiunturale in progressiva, sebbene lenta, risalita è confermato dal miglioramento, per il terzo mese consecutivo, del sentiment delle imprese. Questo andamento è sintesi di andamenti differenziati delle aspettative degli operatori dei diversi settori economici: miglioramenti significativi si rilevano nel manifatturiero e nei servizi di mercato, in forma più contenuta, nel commercio al dettaglio, mentre si è registrato un modesto arretramento della fiducia tra gli operatori delle costruzioni.

L'atteggiamento positivo da parte degli operatori del manifatturiero si conferma nonostante gli andamenti discontinui registrati, in questi primi mesi del 2017, dalla produzione industriale. Dopo l'aumento di febbraio, stando alle stime di Confindustria a marzo, si dovrebbe essere registrata una riduzione dello 0,4%. Stando a quanto rilevato sul versante degli ordinativi (+0,5% congiunturale a marzo) la tendenza al recupero, seppure con toni non particolarmente accentuati, dovrebbe proseguire nei prossimi mesi.

La scarsa dinamicità del quadro congiunturale si è riflessa sulle dinamiche del mercato del lavoro. A febbraio gli occupati sono aumentati di 8mila unità in termini congiunturali e di 294mila su base annua. In ridimensionamento, sempre nello stesso mese, il numero di persone in cerca d'occupazione (-83mila rispetto a gennaio, -18mila nei confronti dell'analogo mese del 2016) a segnalare, in parte, una ricerca meno attiva di un lavoro soprattutto nella fascia più giovane delle forze di lavoro. Forze di lavoro che, nonostante la lieve riduzione dell'ultimo mese, si collocano su valori storicamente elevati. Questi andamenti hanno ridotto il tasso di disoccupazione di tre decimi di punto rispetto a gennaio. Il quadro d'insieme è completato da un'ulteriore caduta delle ore di CIG autorizzate (-41% a febbraio su base annua).

 

 

LE DINAMICHE CONGIUNTURALI

Rispetto a febbraio l'ICC registra una crescita dello 0,1%, dopo il calo del mese precedente, derivante da un aumento dello 0,2% della domanda relativa ai servizi e dall'invarianza della componente relativa ai beni.

Per quanto concerne le singole macro-funzioni di spesa, gli unici aumenti di rilievo hanno riguardato i beni e i servizi per la mobilità (+0,9%) al cui interno prosegue il recupero della domanda di auto e moto da parte dei privati, e i beni e i servizi ricreativi (+0,3%).

Altri incrementi, ma di modesta entità, si sono riscontrati anche per gli alberghi, i pasti e le consumazioni fuori casa (+0,1%), per i beni e i servizi per le comunicazioni (+0,1%) e per i beni e i servizi per la cura della persona (+0,1%).

Anche a febbraio la spesa per l'abbigliamento e le calzature è risultata stabile, mentre una tendenza al ridimensionamento, seppur modesto, ha riguardato la spesa per gli alimentari, le bevande e i tabacchi (-0,3%) e la spesa per i beni e servizi per la casa (-0,2%).

 

LE DINAMICHE TENDENZIALI

La dinamica tendenziale dell'ICC registra a marzo una crescita dello 0,6%, dopo la stasi del mese precedente, sintesi di un incremento significativo della domanda di servizi (+2,5%) e di un calo della spesa per i beni (-0,3%).

A marzo gli aumenti più significativi, rispetto allo stesso mese dell'anno precedente, si sono riscontrati, per gli alberghi, i pasti e le consumazioni fuori casa (+2,6%) e i beni e i servizi per la mobilità (+2,5%) con risultati che rafforzano la dinamica positiva già riscontrata nel mese precedente.

Più contenuto è stato l'incremento, su base annua, per i beni e i servizi per le comunicazioni (+1,9%) e per i beni e servizi ricreativi (+1,4%).

Una tendenza al ridimensionamento, abbastanza marcato, ha interessato la spesa per gli alimentari, le bevande e i tabacchi (-1,6%) e per l'abbigliamento e calzature (-0,6%), mentre di lieve entità è stata la riduzione della domanda per i beni e servizi per la cura della persona (-0,4%) e per i beni e servizi per la casa (-0,1%).

 

LE TENDENZE A BREVE TERMINE DEI PREZZI AL CONSUMO

Sulla base delle dinamiche registrate dalle diverse variabili che concorrono alla formazione dei prezzi al consumo[3], per il mese di aprile 2017 si stima, rispetto a marzo, un aumento dello 0,2%. Nel confronto con aprile del 2016 la variazione del NIC dovrebbe attestarsi al +1,7%.

 

PROSSIMA USCITA: 12 maggio 2017



[1] I dati dell'ultimo mese devono essere considerati come stime provvisorie in quanto ottenuti attraverso l'integrazione dei dati disponibili con uno specifico modello di previsione ARIMA applicato alle singole serie mensili che compongono l'ICC.
[2] Dati destagionalizzati. A partire dal numero di aprile 2015 la destagionalizzazione è effettuata sui dati grezzi in quantità e non più sulle serie a valore, poi deflazionate.
[3] Stima mensile sull'andamento dei prezzi nel mese in corso relativa al NIC (Numero indice dei prezzi al consumo per l'intera collettività). Il dato è riferito ad un insieme più ampio di beni e servizi considerati nell'ICC.

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