Audizione Confcommercio su DEF: 2023 come anno di transizione, necessaria la messa a terra del PNRR

Audizione Confcommercio su DEF: 2023 come anno di transizione, necessaria la messa a terra del PNRR

Il Documento di Economia e Finanza per il 2023 conferma che l’anno in corso – con la previsione di un Pil programmatico in crescita dell’1 per cento – costituisce un momento di transizione tra la brillante fase di reazione post pandemica (quasi +11% nel biennio 2021-2022) e il 2024 come momento di nuovo impulso alla crescita (+1,5%), basato sulla realizzazione del PNRR dentro il rinnovato quadro di regole europee”: così Luigi Taranto, Segretario Generale di Confcommercio-Imprese per l’Italia, ha osservato in occasione dell’odierna audizione della Confederazione presso le Commissioni Bilancio congiunte del Senato e della Camera.

Non mancano – ha proseguito Taranto – oggettive difficoltà che vanno affrontate: il rientro lento dell’inflazione e la volatilità dei prezzi di materie prime ed energia in specie, gli esigui spazi fiscali per sostenere la crescita, i ritardi nell’utilizzo dei fondi pubblici nazionali ed europei, l’incertezza presso famiglie e imprese che si riverbera in una particolare ampiezza dell’errore di previsione e, infine, il minore impatto del PNRR sulla crescita a causa di alcune difficoltà nell’attivazione effettiva delle risorse. Nel Documento, appare dunque senz’altro condivisibile la prudenza. E non stupisce l’esiguità dello scarto tra scenario tendenziale e programmatico, data la ridotta disponibilità di risorse aggiuntive in ragione sia dell’attenzione ai conti pubblici sia del processo di normalizzazione dello schema degli aiuti a famiglie e imprese”.

La prudenza si apre alla prospettiva di risultati migliori del previsto nel prossimo futuro. Ma, a nostro avviso, questa chance è controbilanciata – ha evidenziato Taranto – dalla oggettiva fragilità della congiuntura attuale: la produzione industriale appare debole nel primo bimestre (-0,5 e -0,2% le variazioni congiunturali a gennaio e febbraio) e i consumi rallentano fortemente (-0,2% congiunturale nel primo trimestre 2023 secondo l’Indicatore dei Consumi Confcommercio e -0,9% congiunturale a febbraio per l’indice delle vendite al dettaglio dell’Istat) in conseguenza dell’erosione del potere d’acquisto sia dei redditi correnti sia della ricchezza detenuta in forme non protette dall’inflazione”.

Seppure nelle nostre valutazioni la dinamica dei prezzi al consumo sia molto simile a quella tracciata nel DEF – ha evidenziato il Segretario Generale di Confcommercio – ci sembra, dunque, più probabile ipotizzare un primo quarto dell’anno in corso a crescita zero e una chiusura d’anno con un prodotto lordo in crescita poco al di sotto dell’1%. Per il prossimo anno, poi, il protrarsi di una fase molto lenta di recupero della propensione al consumo limiterebbe la crescita all’1,2%”.

Non si tratta, comunque, di differenze particolarmente significative. Piuttosto, sotto il profilo sostanziale, dallo stesso DEF emerge – ha proseguito Taranto – un chiaro rallentamento degli investimenti privati, tanto nell’anno in corso quanto nel prossimo, a fronte di notevoli tassi di crescita della componente pubblica del processo di accumulazione di capitale. Non è una stima rassicurante, in quanto smentirebbe l’assunto alla base del PNRR circa la complementarità tra investimenti pubblici e privati. Inoltre, l’impatto del Piano di Ripresa e Resilienza sul PIL risulta ridotto rispetto a precedenti stime. Nel successivo biennio 2024-2025, è poi previsto un picco di spesa con valori annuali che supererebbero i 45 miliardi: valori più che ambiziosi per l’attuale macchina amministrativa italiana. Ad essi occorre, peraltro, aggiungere le ingenti risorse derivanti dal Fondo di Sviluppo e Coesione e dai Fondi Strutturali per il settennio 2021-2027”.

Si tratta di dati sfidanti: meritano la massima attenzione – ha sottolineato Taranto – al fine di riportare su un sentiero virtuoso il percorso di realizzazione del PNRR, anche alla luce delle correzioni che sono necessarie a causa degli extra-costi emergenti nell’attuale scenario economico-finanziario”.

Più in generale – ha concluso il Segretario Generale di Confcommercio – evidenziamo l’esigenza che ogni rivisitazione e aggiornamento del PNRR siano anzitutto finalizzati ad allineare il tasso di crescita potenziale del PIL italiano almeno a quello dell’Eurozona. È il tema noto del cogliere l’occasione di valorizzare riforme ed investimenti per evitare il ritorno agli asfittici tassi di crescita del passato e per la stessa sostenibilità della finanza pubblica”.

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