Indicatore Consumi Confcommercio: stabili a marzo, ma incertezza frena la ripresa

Indicatore Consumi Confcommercio: stabili a marzo, ma incertezza frena la ripresa

A maggio probabile uscita da deflazione

L'Indicatore dei Consumi Confcommercio (ICC 5-2015) registra a marzo 2015 una variazione nulla rispetto a febbraio ed una crescita dello 0,4% tendenziale (tabb. 1 e 2) mostrando una stabilizzazione in termini di media mobile a tre mesi (fig. 2). La scarsa dinamicità dei consumi, che confermano comunque il graduale trend di ripresa, si inserisce in un contesto generale che, seppure in moderato miglioramento, è caratterizzato da grande incertezza. Questo anche perché diversi elementi contraddittori impediscono alla ripresa di assumere quel vigore necessario per un significativo recupero dei livelli produttivi ed occupazionali.

In particolare, il sentiment dei consumatori che, ad aprile, dopo i segnali positivi riscontrati nei tre mesi precedenti, ha evidenziato un moderato peggioramento - sebbene il livello della fiducia si mantenga su valori molto elevati rispetto a quelli riscontrati negli anni precedenti - e il sentiment delle imprese anch'esso in lieve riduzione ad aprile. Quest'ultimo dato, tuttavia, è sintesi di andamenti non univoci delle aspettative degli operatori dei diversi settori. Se da un lato migliora il clima di fiducia del manifatturiero e del commercio al dettaglio (l'indice esprime valori tra i più alti degli ultimi anni), dall'altro sale il pessimismo nel settore delle costruzioni e nei servizi di mercato.

Il miglioramento della fiducia nell'industria manifatturiera riflette la tendenza al recupero dei livelli produttivi. Stando alle valutazioni di Confindustria la produzione industriale dovrebbe tornare a crescere in aprile, in ripresa (+0,5% rispetto al mese precedente), dopo il lieve peggioramento stimato per marzo (-0,1%). Il trend di recupero, stando a quanto rilevato nello stesso mese per gli ordini (+0,7% congiunturale), dovrebbe consolidarsi nei prossimi mesi.

A marzo, per il secondo mese consecutivo, gli occupati hanno mostrato una riduzione in termini congiunturali (-59mila unità) e si è rilevato un aumento delle persone in cerca di occupazione (+52mila unità rispetto a febbraio), tornate a superare i 3,3 milioni. Il combinarsi di queste dinamiche ha riportato il tasso di disoccupazione al 13%. I dati dell'ultimo mese non possono essere interpretati come un segnale di inefficacia della riforma del mercato del lavoro, misura sulla quale una piena valutazione potrà essere espressa solo nei prossimi mesi con il completamento delle misure previste dal Jobs Act.

Va anche detto che nello stesso mese è proseguita la tendenza alla riduzione, su base annua, delle ore di CIG (-43,8%), fenomeno che, pur risultando molto intenso per la componente in deroga, coinvolge tutti gli istituti. Il complesso delle ore autorizzate nel primo trimestre risulta il più basso dal 2009.

LE DINAMICHE CONGIUNTURALI

La variazione nulla registrata dall'ICC a marzo rispetto a febbraio (tab. 1) sintetizza una stabilità della domanda per i beni e un calo limitato della domanda di servizi (-0,1%).

Relativamente alle singole macro-funzioni di spesa, modesti valori positivi hanno riguardato la dinamica della spesa per i beni e i servizi ricreativi (+0,2%), in lieve ripresa da febbraio, gli alimentari, le bevande e i tabacchi (+0,2%), che recuperano in parte la perdita registrata nel mese precedente, i beni e i servizi per le comunicazioni (+0,1%).

Una riduzione della spesa di scarso rilievo, rispetto a febbraio, si è riscontrata per i beni e i servizi per la mobilità (-0,2%), anche se il mercato delle auto ha evidenziato negli ultimi mesi segnali di decisa ripresa. Anche per gli alberghi, i pasti e i consumi fuori casa, per i beni e i servizi per la cura della persona e per i beni e i servizi per la casa, la riduzione è stata molto contenuta (-0,1%).

LE DINAMICHE TENDENZIALI

La dinamica tendenziale dell'ICC di marzo (+0,4%), in crescita rispetto al mese precedente, è il risultato dell'andamento positivo della sola domanda per i beni (+0,5%) mentre la domanda di servizi, dopo gli incrementi registrati nei primi due mesi dell'anno, è rimasta stabile.

A marzo variazioni positive si sono riscontrate, rispetto allo stesso mese dello scorso anno, per i beni e i servizi per le comunicazioni (+3,8%), per i beni ed i servizi per la mobilità (+3,0%) e, con valori più contenuti, per i beni e i servizi ricreativi (+0,1%); è rimasta invariata la spesa per gli alberghi, i pasti e le consumi fuori casa dopo il modesto incremento nei primi due mesi dell'anno.

Una riduzione dei consumi, su base annua, si è registrata per l'abbigliamento e le calzature (-0,8%) segmento che, escluso il mese di gennaio tradizionalmente legato ai saldi, non mostra sicuri segnali di ripresa. Più modesto è stato il calo della spesa per quanto riguarda i beni e i servizi per la cura della persona (-0,5%), gli alimentari, le bevande e i tabacchi (-0,3%), i beni e i servizi per la casa (-0,2%).

LE TENDENZE A BREVE TERMINE DEI PREZZI AL CONSUMO

Sulla base delle dinamiche registrate dalle diverse variabili che concorrono alla formazione dei prezzi al consumo, per il mese di maggio 2015 si stima, rispetto ad aprile, una variazione nulla dei prezzi. Rispetto ad aprile 2014 si stima una crescita del NIC pari allo 0,1%, che realizzerebbe l'uscita dalla deflazione.

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