Uggè (Fai-Conftrasporto): "Ecco come i no alle grandi opere sono stati un assis all'Austria per limitare le nostre merci al Brennero, preoccupa la frenata della Francia sulla TAV"
Uggè (Fai-Conftrasporto): "Ecco come i no alle grandi opere sono stati un assis all'Austria per limitare le nostre merci al Brennero, preoccupa la frenata della Francia sulla TAV"
Limitazioni dei Tir italiani al Brennero, “Le responsabilità risalgono al Governo Amato, anno 2000”. Lo ricorda il presidente di Fai-Conftrasporto Paolo Uggè, che oggi, alla luce di quanto dichiarato dalla Francia sul possibile freno alla Tav per gli alti costi, condivide le forti preoccupazioni del ministro Salvini.
Sulle limitazioni al Brennero, il presidente di Fai Conftrasporto-Confcommercio punta il dito sulla Convenzione delle Alpi ribadendo quanto affermato ieri dal viceministro Edoardo Rixi al Forum Transport logistic 2023 di Basilea.
“Nel Duemila il governo Amato sottoscrisse con il ministro Pier Luigi Bersani la Convenzione delle Alpi – ricorda Uggè – Erano 12 protocolli, tra i quali il “Protocollo trasporti”, strumento teso a limitare gli interventi infrastrutturali nell’area alpina e al sistema di adduzione all’arco alpino. Fai-Conftrasporto si era battuta, riuscendo a bloccare la ratifica di un progetto che avrebbe solo favorito le condizioni di limitare la libertà di circolazione per un Paese periferico come il nostro. Ma il governo Prodi (2008), quel progetto lo sostenne e approvò, e oggi ne paghiamo le conseguenze”.
“Da quella scelta sciagurata prese spunto il governo Tirolese/Austriaco per limitare il transito delle nostre merci su gomma utilizzando concetti di una politica ambientale attuata per poter incrementare la concorrenzialità del sistema produttivo austriaco”, prosegue il presidente Fai-Conftrasporto.
“Oggi il Governo Meloni, così come il ministro delle Infrastrutture Salvini, comprende quanto la mobilità e la logistica integrata siano indispensabili per rendere più competitiva l’economia italiana ed europea - aggiunge Uggè - Le reti TEN, ad esempio, sono lo strumento per favorire lo sviluppo, con il corridoio che unisce il Nord Europa con il sud con lo scopo di far divenire la Sicilia, con la realizzazione del Ponte sullo Stretto, la piattaforma logistica più avanzata nel Mediterraneo, in grado di intercettare il traffico merci che entra nel canale di Suez. Sono infrastrutture indispensabili e non più procrastinabili”.
“La grande spinta agli investimenti che il governo in carica sta sostenendo per eliminare vincoli e ostacoli burocratici, frutto della cultura del No, è la strada giusta - rimarca Uggè - Proponiamo al sistema produttivo, turistico e logistico un’azione comune per impedire che una cultura costruita su un malinteso rispetto ambientale, che non considera anche la sostenibilità sociale ed economica, possa a lungo tenere emarginato il nostro Paese”.
“Le opere e gli interventi di interconnessione sono la via per incrementare il grado di accessibilità e allineare la nostra economia a quella di altri Paesi europei. In questo senso, la notizia di oggi sul rinvio della tratta Torino-Lione a dopo il 2043, annunciato dalla Francia, è una doccia fredda che fa male a tutta l’economia europea”, conclude il presidente di Fai-Conftrasporto.