Confcommercio Arezzo: "aumento Tari decisione sbagliata che danneggia famiglie e imprese"

Confcommercio Arezzo: "aumento Tari decisione sbagliata che danneggia famiglie e imprese"

Il direttore della Confcommercio Franco Marinoni all'indomani della notizia di una possibile maggiorazione della tariffa sui rifiuti nel Comune di Arezzo."Aumentare la Tari del 9% sarebbe una decisione sbagliata, che danneggerebbe famiglie e imprese".

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25 settembre 2014

 

"Aumentare la Tari del 9% sarebbe una decisione sbagliata, che danneggerebbe famiglie e imprese". È il commento del direttore della Confcommercio Franco Marinoni all'indomani della notizia di una possibile maggiorazione della tariffa sui rifiuti nel Comune di Arezzo. "Già ci sembrava un provvedimento ai limiti dell'insostenibilità quel +5% ventilato nei primi mesi dell'anno – dopo che si era parlato addirittura di un +20. Adesso nonostante tutti i nostri appelli si arriva al 9%. Stiamo entrando in una spirale perversa, in cui gli imprenditori ricorrono al credito per pagare le tasse e non per fare investimenti nella crescita e nell'innovazione. Quanto potranno andare avanti?", si chiede Marinoni. "Nella questione rifiuti, in particolare, è sconfortante lo scarico di responsabilità messo in gioco da tutti i protagonisti della "filiera": Sei Toscana, Ato, Comuni… Un gioco di scatole cinesi dove nessuno si dichiara responsabile. Che senso ha avuto creare un gestore unico dei rifiuti se poi non serve né ad ottimizzare i costi per la comunità né tantomeno a migliorare il servizio?". "Ci hanno detto che i costi fissi di gestione degli impianti di smaltimento dei rifiuti sono molto alti e che, ora che la quantità di rifiuti è diminuita a causa della crisi, devono essere spalmati su un numero minore di soggetti, con conseguenti aumenti. Ci hanno detto anche che aumentare le tariffe serve a proteggersi dalle morosità, che sempre a causa della crisi sono più frequenti. Col risultato che a rimetterci sono quelli che hanno sempre pagato e che pur di continuare a farlo arrivano ad indebitarsi. Nell'impresa privata non funziona così: troppo facile scaricare sempre e comunque sul mercato le proprie inefficienze". Tutta la Toscana sud, non solo Arezzo, in questo modo sta perdendo una partita importantissima secondo il direttore della Confcommercio: "il nuovo gestore unico dei rifiuti doveva snellire il sistema agganciandosi ad una economia di scala che avrebbe portato benefici a tutti, dall'ambiente alle tasche dei cittadini. Ma se il risultato ad Arezzo è un +9% sulle tariffe, è evidente che c'è qualcosa di sbagliato. E temiamo che quanto è successo per acqua e rifiuti succeda anche per la fornitura del gas…". Per capire quale impatto potrà avere l'aumento della Tari per le imprese, basta rifarsi alle ricerche dell'ufficio studi nazionale di Confcommercio, che a fine 2013 aveva previsto come l'introduzione della Iuc, l'Imposta Unica Comunale introdotta dalla legge di stabilità, che  ingloba IMU (tassa sugli immobili), TASI (imposta sui servizi indivisibili dei Comuni) e TARI (tassa sui rifiuti), nel 2014 avrebbe fatto registrare un vero e proprio salasso per il sistema economico legato a servizi e terziario. Solo sul fronte della Tari (la ‘vecchia' tassa sui rifiuti Tares, che nel 2013 ha sostituito i regimi Tarsu, Tia 1 e Tia 2), dall'analisi delle maggiorazioni tariffarie effettuata su un campione di sei grandi regioni (Lombardia, Piemonte, Toscana, Lazio, Puglia, Sicilia) emergeva un incremento medio dei costi pari al 302%. Gli aumenti più salati per i negozi di ortofrutta, pescherie, fiori e piante (+627%), discoteche (+568%), ristoranti e pizzerie (+548%). Incrementi ingiustificati, derivanti essenzialmente dall'adozione di criteri presuntivi e potenziali e non dalla reale quantità di rifiuti prodotta. Ora, con quell'ulteriore +9%, per le imprese aretine si può dire che piove sul bagnato.

 

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