Confcommercio Chieti "boccia" l'anticipo dei saldi

Confcommercio Chieti "boccia" l'anticipo dei saldi

Segni meno in tutti i settori del commercio al dettaglio nel primo week-end dei saldi invernali: maglia nera per abbigliamento e pelletterie. La presidente Tiberio: "Le date vanno posticipate di almeno un paio di settimane".

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9 gennaio 2015

 

Segni meno in tutti i settori del commercio al dettaglio con la maglia nera che spetta di diritto all'abbigliamento ed alle pelletterie che hanno fatto registrare un -30% di volume di affari rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Si difendono solo le calzature che, nel grigiore generale, migliorano del 5% le vendite in confronto ad un anno fa. Lo scontrino medio digitato nei negozi teatini, invece, è pari a 110 euro. E' la fotografia a tinte fosche scattata da Confcommercio a Chieti e provincia nel primo week-end dei saldi invernali al via dal 3 gennaio. Marisa Tiberio, presidente provinciale Confcommercio Chieti, tuona. "Basta anticipare le date dei saldi. Inoltre stigmatizziamo con forza anche l'atteggiamento di alcune emittenti televisive come la Rai- attacca Tiberio- che continua a parlare solo della grande distribuzione con servizi mirati." Il piccolo commercio, di contro, è in agonia. La conferma arriva dall'esito di un sondaggio commissionato da Confcommercio. L'associazione di categoria ha inviato un questionario ai suoi associati per monitorare la mole degli affari riscontrati nel primo fine settimana degli attesi saldi invernali. Ebbene il week-end è stato a dir poco "nero" con vendite in picchiata rispetto al primo fine settimana degli sconti del gennaio 2014. Una debacle che avvalora le tesi di Confcommercio, da sempre in prima fila per rivedere le modalità della stagione degli sconti. Anticipata quest'anno di due giorni per uniformarsi alle regioni limitrofe. Ma la corsa continua al saldo, evidentemente, è solo dannosa per la categoria. Emblematici, in tal senso, i dati resi noti da Confcommercio che mettono allo specchio il primo week-end dei saldi invernali 2014 e 2015. Si evince come l'abbigliamento e la pelletteria abbiano fatto registrare il -30% degli incassi. Seguono a ruota gli articoli sportivi (-10%), i prodotti tessili e per la casa (-10%) e l'intimo (-5%). Esce dal coro il comparto delle calzature che, in controtendenza, fa segnare un incremento degli affari del 5% rispetto al 2014. I capi più richiesti dagli utenti restano i capospalla, i piumini, i cappotti e le borse mentre gli scontrini rilasciati nel primo week-end dei saldi si attestano, in media, sui 110 euro. Un po' poco considerando che la categoria aveva riposto molte speranze nei saldi invernali per rilanciare incassi in rosso e fermi al palo nel periodo natalizio sia per l'anticipazione della stagione degli sconti che per il maltempo. "La situazione è difficile perché i saldi hanno perso il loro fascino e, attualmente, rappresentano un altro fardello che pesa come un macigno sui commercianti onesti poiché è sempre più difficile- riprende Tiberio- vendere a prezzo pieno la merce di stagione." Per questo Confcommercio rilancia il suo appello alla Regione in vista della stesura della nuova legge sul commercio. "Le date dei saldi, a partire da quelli estivi, vanno procrastinate di almeno un paio di settimane. Lo faremo presente- avverte Tiberio- in tutte le sedi opportune." 

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