Confcommercio Como: "Il sommerso nel turismo ha superato i livelli di guardia"

Confcommercio Como: "Il sommerso nel turismo ha superato i livelli di guardia"

Il presidente degli albergatori comaschi, Roberto Cassani: "Un fenomeno che danneggia tanto le imprese turistiche tradizionali quanto coloro che gestiscono in modo corretto le nuove forme di accoglienza".

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17 maggio 2017

E' quanto afferma il Presidente degli Albergatori di Confcommercio Como Roberto Cassani che sottolinea come questo fenomeno "danneggia tanto le imprese turistiche tradizionali quanto coloro che gestiscono in modo corretto le nuove forme di accoglienza". "In questi giorni – aggiunge il direttore di Confcommercio Como Graziano Monetti – il Parlamento sta esaminando un decreto legge che assegna ai portali il compito di prelevare alla fonte la cosiddetta cedolare secca, pari al 21% del prezzo pagato dai clienti degli appartamenti in affitto". Una soluzione positiva ma non sufficiente, che dovrà essere integrata con altre misure di tutela ad esempio in materia di igiene e sicurezza, di pubblicità ingannevole, etc. "La cosa fondamentale – continua Roberto Cassani – è aggiungere alle buone regole gli opportuni controlli. Ora, infatti, non ci sono più scusanti; gli organi competenti hanno come strumento di controllo la nuova legge regionale del turismo che obbliga tutte le tipologie di strutture ad adeguarsi, entro il prossimo 8 agosto, ad una serie di adempimenti normativi, strutturali e fiscali costringendole ad equipararsi in modo chiaro e senza più fraintendimenti". La Presidente del gruppo bed & breakfast di Confcommercio Como Paola Gonella è d'accordo e aggiunge che "la nuova Legge regionale sul turismo va nella direzione giusta per bloccare l'abusivismo e favorire la concorrenza leale. Ora, al fine di darne piena efficacia, è opportuno che vi siano i giusti controlli per tutelare tutte le strutture che operano nelle regole. Sono inoltre allo studio a livello regionale soluzioni per rendere più tracciabile e trasparente l'offerta turistica anche sul web". L'Associazione ha censito le strutture parallele che vendono camere sui principali portali ed ha programmato di mettere gli elenchi nominativi a disposizione delle Autorità investigative competenti e delle amministrazioni nazionali competenti. 

A livello nazionale, infatti, erano disponibili ad aprile 2017 su Airbnb 214.483 alloggi; le strutture di natura analoga censite dall'Istat sono 103.459. Questo significa che esistono almeno 110.000 alloggi che sfuggono ad ogni controllo e che fanno parte di quel sommerso che danneggia l'intero territorio e il consumatore finale.  

 

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