Confcommercio Cosenza: convegno su legalità e responsabilità sociale

Confcommercio Cosenza: convegno su legalità e responsabilità sociale

Il presidente Algieri: "Confcommercio Cosenza è impegnata nella promozione e diffusione della cultura della legalità e della sicurezza. L'etica non è un concetto astratto, ma qualcosa di tangibile, raggiungibile e che fa bene all'impresa".

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2 aprile 2012

"Legalità e responsabilità sociale. L'etica come nuova prospettiva d'impresa" questo il titolo del convegno che si è svolto presso la sala Conferenze della sede Confcommercio di Corigliano Calabro. Il convegno, presieduto dal presidente di Confcommercio Cosenza Klaus Algieri, ha registrato il contributo di Alberto Liguori, Magistrato membro del Consiglio Superiore della Magistratura e Presidente della Terza Commissione del CSM, e di Leonardo L. De Castris, Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Rossano."Confcommercio Cosenza - ha dichiarato Algieri - è impegnata nella promozione e diffusione della cultura della legalità e della sicurezza. L'etica non è un concetto astratto, ma qualcosa di tangibile, raggiungibile e che fa bene all'impresa. Essere socialmente responsabili significa fare investimenti tenendo conto dei risvolti sociali delle proprie azioni, perché coesione sociale e crescita economica vanno di pari passo". "La ricerca del profitto - ha proseguito il presidente Algieri - può essere lecita solo se ancorata al rispetto dei valori, delle persone e del territorio in cui l'azienda vive ed opera. Ogni imprenditore, quindi, deve diventare eticamente responsabile. La Responsabilità sociale d'impresa non è più un optional, ma una strategia aziendale per competere più efficacemente sul mercato. Un comportamento socialmente responsabile contribuisce infatti a migliorare i rapporti e le relazioni quotidiane con una serie di soggetti con cui l'impresa condivide interessi di varia natura - dipendenti, fornitori, clienti, società civile - e il cui consenso e fiducia influenzano l'immagine e l'operato dell'azienda stessa". "Da quando il principio della Responsabilità Sociale d'Impresa è stato introdotto per la prima volta nel corso del Consiglio Europeo di Lisbona del marzo 2000, è iniziato un lungo processo di sensibilizzazione del mondo imprenditoriale. La diffusione della responsabilità sociale - ha continuato il presidente - deve coinvolgere e prevedere un impegno concreto e sinergico delle imprese, delle istituzioni, delle associazioni di categoria, delle organizzazioni del terzo settore e di tutti gli attori della società civile, con l'obiettivo di concorrere alla definizione di un modello di sviluppo sostenibile." Nel corso del convegno si è anche discusso del Codice Etico e della Carta Valori di Confcommercio - Imprese per l'Italia Provincia di Cosenza, "due strumenti - ha affermato Algieri - che forniscono una guida morale ai nostri Associati permettendoci di blindare l'Associazione da possibili attacchi esterni e fare rete solo con gli imprenditori eticamente corretti". Come riportato nel Codice Etico infatti le imprese, gli imprenditori, i professionisti ed i lavoratori autonomi titolari di un rapporto associativo con Confcommercio Cosenza sono tenuti "ad agire con integrità morale e deontologica nei confronti dello Stato, della Pubblica Amministrazione, dei Partiti politici e di ogni altra Istituzione".
"Lo scopo di Confcommercio Cosenza - ha concluso Algieri - è quello di sostenere ed affiancare i nostri Associati nella lotta all'illegalità, ma è necessaria un'assunzione di responsabilità diffusa e condivisa."Il Procuratore del Tribunale di Rossano De Castris ha sottolineato come in questi anni sia emersa la necessità che la responsabilità sociale sia progressivamente integrata nelle visioni strategiche delle imprese. "La sola attività dello Stato nella lotta alla criminalità non basta - ha affermato De Castris. La violazione continua delle regole produce un'assuefazione all'illegalità e all'immoralità. È facile urlare contro la corruzione ed è difficile guardarsi dentro. Chi paga il pizzo cedendo alle minacce del racket ha perso. La soluzione deve ricercarsi in noi stessi. E' necessario dotarsi di un sistema di regole accettate e condivise per non soccombere alla criminalità organizzata". "La diffusione dell'educazione alla legalità è baluardo insostituibile nella lotta alla criminalità - ha dichiarato il Consigliere Liguori. Per far fronte alla crisi globale e ricreare un equilibrio economico e sociale è necessario costruire nuove regole volte al consolidamento della legalità e dei principi di correttezza anche nei rapporti fra e con le imprese. Solo un contesto di legalità e sicurezza può garantire la libertà d'impresa e contribuire ad un sano sviluppo del mercato".
"La magistratura italiana è sana - ha continuato Liguori - secondo il rapporto CEPEI del Consiglio d'Europa i magistrati italiani sono i più produttivi d'Europa. Il problema allora è da ricercare altrove. Bisogna reagire e lottare senza paura contro ogni forma di criminalità e vessazioni promuovendo un rinnovato impegno sociale e la diffusione della cultura della legalità nelle imprese oltreché nella società civile. E' fondamentale trasmettere ai giovani un sapere autentico che vada oltre il semplice nozionismo, ma si basi sull'educazione alla legalità e su quella cultura che rende veri cittadini". "Il contrasto alla criminalità organizzata - ha concluso il magistrato - non può basarsi sul mero rispetto della legge ma deve essere incrementato con un'azione combinata, basata sia sull'evoluzione della normativa e dell'azione degli organismi legislativi, politici e giudiziari sia sui comportamenti delle imprese eticamente e socialmente responsabili".

 

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