Crollo del fatturato per le aziende fiorentine

Crollo del fatturato per le aziende fiorentine

Per Confcommercio Firenze "l'effetto pandemia ha colpito tutte le imprese, non solo quelle costrette a bloccare del tutto la propria attività". Le più danneggiate i grossisti di bevande e alimenti e le autorimesse del centro.

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26 gennaio 2021

Secondo un'analisi di Confcommercio Firenze sono tante le attività che, pur non obbligate a chiudere per la pandemia, hanno registrato un calo considerevole dei fatturati e, al contrario di quanti si sono dovuti fermare per il decreto, non potranno usufruire dei ristori. Tra questi le categorie più colpite sono i grossisti di bevande e alimenti e di prodotti ortofrutticoli, che hanno subito un crollo fino al 75% e le autorimesse.

“Con bar e ristoranti chiusi, alcuni grossisti hanno visto sparire una fetta importante della clientela abituale, con un calo del fatturato che tocca punte del 75% a Firenze centro, del 50% nel resto della provincia – spiega il direttore di Confcommercio Toscana, Franco Marinoni - i più fortunati sono stati quelli che, lavorando con i negozi al dettaglio di aree residenziali, sono riusciti a mantenere un volume di affari in linea con l’anno precedente. Ma chi lavorava con i pubblici esercizi o con i negozi delle aree turistiche ora è a terra”.

Il crollo di questi settori ha innescato una serie di conseguenze concatenate tra loro, ad esempio la cattiva performance dell'ingrosso alimentare si è riversata sul comparto della produzione agroalimentare, dalle imprese agricole alle industrie alimentari. “Quella ristorativa - commenta Marinoni - è una filiera vasta e complessa, che integra anche una serie di servizi che vanno dai trasporti alle lavanderie. Così, ad essere in ginocchio non sono solo i ristoranti”.

Secondo i dati dell'analisi anche le autorimesse hanno risentito degli effetti della crisi: il blocco della mobilità e dell’assenza del turismo, unite agli effetti dello smart working, hanno registrato un crollo medio del fatturato pari al 65% nel 2020 rispetto al 2019. “Anche per loro, nessun ristoro è previsto - continua Marinoni - ma con numeri del genere fanno davvero fatica ad andare avanti salvando l’occupazione. Senza contare che se dovessero chiudere Firenze perderebbe una rete importantissima di parcheggi a servizio del centro. La città non può permetterselo. Il Governo deve pensare a forme di ristoro e di sostegno adeguate a superare questo tempo buio”, conclude il direttore di Confcommercio Toscana. 

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