Confcommercio Imperia: "reagire tutti insieme alla crisi"

Confcommercio Imperia: "reagire tutti insieme alla crisi"

A Sanremo si è tenuta l'Assemblea annuale dell'Associazione. Negativi i dati economici della provincia. Il presidente Lupi: " non ci abbattiamo, anche se siamo in uno scenario economico difficile".

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9 luglio 2014

Sono 33 mila i lavoratori che in provincia di Imperia lavorano nelle imprese del commercio, del turismo e dei servizi, oltre 430 mila i lavoratori in tutta la Liguria, ma parallelamente è anche aumentato il tasso di disoccupazione che in provincia di Imperia si attesta sul 12,4 % e in Liguria sull'11,9%. E ancora. La Liguria è maglia nera sul fronte delle province più povere in relazione al salario più basso, con Imperia al terzo posto in Italia (preceduta da Roma al secondo posto e Savona al primo) tra i territori con il più basso potere d'acquisto dei salari. Non va bene neppure il settore delle imprese agricole: dal 1982 la riduzione del tasso di crescita è stato del 61.5%. E' la fotografia chiara e negativa offerta dall'analisi svolta dal centro Format Research, illustrata  a Sanremo dal presidente e  direttore scientifico Pierluigi Ascani nel corso dell'assemblea annuale di Confcommercio Imperia. "Dati certamente negativi  - ha sottolineato Enrico Lupi, presidente di Confcommercio - ma io credo che tutti insieme, enti locali e associazioni di categoria, imprenditori e sindacati, possiamo reagire alla crisi dando delle risposte concrete entro breve tempo. Abbiamo iniziato un percorso importante e concreto creando un tavolo delle imprese con tutte le sigle datoriali, unitamente alle organizzazioni dei lavoratori dipendenti, dove abbiamo individuato tre settori importanti: l'agroalimentare, il turismo e l'economia della piccola e medio impresa, compresa la floricoltura. Da qui ripartiamo, vogliamo un patto sociale nuovo tra chi dà lavoro e presta lavoro. I sindaci della provincia di Imperia devono essere le antenne di questo spaccato dell'economia del ponente. Noi siamo qui per proporre delle idee di rilancio. I parlamentari sono troppo lontani, invece i consiglieri regionali e i sindaci in una nuova architettura dello Stato potranno essere davvero i portavoce al Senato delle nostre istanze. Dunque non ci abbattiamo, seppur trovandoci in uno scenario economico difficile. Da parte nostra continuiamo a rivendicare un ruolo di rappresentanza. Nessuno pensi di sottrarre a noi questo ruolo". 

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