Il presidente Paolo Spina ripropone le osservazioni alla legge 33 del '99, in vista dell'audizione sulla materia che si terrà il prossimo 31 luglio presso la II commissione consiliare regionale, partendo da uno dei temi che maggiormente interessano il Molise e molti suoi centri: quello della desertificazione.

 

"Oggi che si torna a parlare di legge sul Commercio, siamo più che mai intenzionati a ribadire quelle che sono le nostre idee di condivisione con le istituzioni locali di norme utili per lo sviluppo del settore".Il presidente della Confcommercio, Paolo Spina, ripropone le osservazioni alla legge 33 del '99, in vista dell'audizione sulla materia che si terrà il prossimo 31 luglio presso la II commissione consiliare regionale, partendo da uno dei temi che maggiormente interessano il Molise e molti suoi centri, quello della desertificazione. "Il problema della desertificazione demografica interessa molte aree interne. Ciò si riflette negativamente sulle piccole attività commerciali e di servizio che nei piccoli paesi ormai stanno sparendo. Al fine di arginare il fenomeno della desertificazione commerciale si propone di intervenire direttamente a sostegno del reddito dei piccoli commercianti. La Regione può finanziare le attività commerciali o di somministrazione operanti in comuni con popolazione residente inferiore a 1000 abitanti, prevedendo gli stessi benefici attribuiti alle attività operanti nei centri storici", è la prima proposta. Altro problema particolarmente sentito nel mondo del commercio e sul quale Spina torna ad esprimersi, è quello relativo agli orari degli esercizi di commercio al dettaglio. "Gli esercizi di vendita al dettaglio osservano la chiusura domenicale e festiva e, nei casi stabiliti dai comuni, di concerto con le associazioni maggiormente rappresentative, la mezza giornata di chiusura infrasettimanale. Dopo un'osservazione attenta della realtà e l'ascolto dei rappresentanti del mondo produttivo, abbiamo proposto in totale 35 giornate di chiusura di cui 28 su base regionale e 7 definite dai singoli comuni. Infatti riteniamo che in fase di prima individuazione del numero di giornate festive, bisogna necessariamente, viste le ridotte dimensioni regionali e la profonda interdipendenza tra i territori, pensare ad una ampia base di domeniche e festività di apertura uguali su tutto il territorio regionale, che noi suggeriamo in 28, ma che non è un limite ovviamente da considerare rigido. Altre 7 potrebbero essere decise a discrezione dai singoli comuni.  Ovviamente, le aperture domenicali per i grandi centri dovrebbero andare a rotazione tenendo conto dei periodi di riferimento, perché è innegabile che sia più razionale, per fare un esempio, tenere aperti di più i centri commerciali sulla costa nel periodo estivo o quelli cittadini nel periodo scolastico e invernale. In ogni caso va evitata una parcellizzazione e una frammentazione delle aperture festive e domenicali, che potrebbero portare a fenomeni, del tutto insani economicamente, di concorrenza sleale tra singoli comuni, di cannibalizzazione commerciale e di spostamento innaturale dei flussi di consumi", ha osservato ancora il Presidente Spina. Ulteriore aspetto sul quale viene riproposto un cambiamento riguarda la funzione dell'Osservatorio regionale del Commercio, in merito al quale viene ritenuto fondamentale "che intervenga come organo sovracomunale per armonizzare proprio i calendari di apertura dei giorni festivi, in modo da evitare che si generino appunto situazioni di concorrenza sleale". Tenendo conto di questi nodi che, se sciolti, potrebbero portare notevoli miglioramenti alla normativa, la Confcommercio manifesta la sua disponibilità a collaborare con le istituzioni, naturalmente senza volersi sostituire a queste, ma cercando di dare un contributo concreto affinché la legge venga rivista nel senso maggiormente consono a favorire le attività commerciali e la loro crescita sul territorio.