Confcommercio Napoli dice no all'estensione del divieto di circolazione

Confcommercio Napoli dice no all'estensione del divieto di circolazione

Il presidente Russo lamenta che "la decisione di estendere il divieto di circolazione dei veicoli privati anche al martedì crea enormi disagi ai commercianti ed ai cittadini napoletani". Porto: Confcommercio e unione industriali, "accorpare le Autorità di Napoli e Salerno".

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20 novembre 2015

"La decisione di estendere il divieto di circolazione dei veicoli privati anche al martedì crea enormi disagi ai commercianti ed ai cittadini napoletani. Una brutta notizia che arriva in quello che dovrebbe essere il periodo migliore dell'anno per gli esercenti: i cittadini che si riverseranno nelle strade dello shopping per acquistare regali natalizi, dovranno infatti fare i conti con le limitazioni del traffico veicolare che sarà bloccato per ben 4 giorni a settimana". Lo ha detto Pietro Russo, presidente della Confcommercio Imprese per l'Italia della provincia di Napoli. "Abbiamo già espresso in una lettera al sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, e agli assessori all'Ambiente e alle Attività Produttive la nostra preoccupazione per le ricadute negative che può provocare il ricorso sistematico a misure interdittive della circolazione veicolare sull'economia, già precaria, delle aziende del terziario. Rinnoviamo all'amministrazione comunale l'invito a valutare altre forme di intervento ed evitare la chiusura indiscriminata dell'intera città al traffico soprattutto nell'approssimarsi del periodo natalizio".

 

Porto: Confcommercio e Unione industriali, "accorpare le autorità di Napoli e Salerno"

"Gli operatori portuali aderenti a Confcommercio e all'Unione industriali di Napoli sono favorevoli all'accorpamento delle Autorità portuali di Napoli e Salerno, una scelta che avrebbe effetti positivi sul sistema logistico e portuale regionale". Lo affermano in una nota congiunta Pietro Russo, presidente di Confcommercio Imprese per l'Italia della provincia di Napoli e Ambrogio Prezioso, leader dell'Unione industriali partenopea. "Mantenere distinte due realtà che nello spazio di 50 km servono un bacino di utenza unico significherebbe far prevalere logiche localistiche che negli anni non hanno portato buoni risultati in termini di efficienza e competitività. L'accorpamento - spiegano - sarebbe invece il primo passo per razionalizzare e ottimizzare i traffici nei due porti, creando una di quelle auspicate strutture di gestione nella cui direzione va la legge di riforma". "Sarebbe infatti possibile - concludono Russo e Prezioso - gestire un bacino di utenza più vasto e definire quella serie di azioni e strategie necessarie per intercettare i nuovi traffici che caratterizzano l'attuale mercato e migliorare le performance di entrambi gli scali. La nuova Autorità portuale potrebbe esprimere un quantitativo di merci e passeggeri movimentati tale da collocarsi nei primi tre posti della classifica italiana".

 

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