Confcommercio: nel 2010 e 2011 Pil e consumi migliori del previsto

Confcommercio: nel 2010 e 2011 Pil e consumi migliori del previsto

Grazie al positivo effetto "trascinamento" di fine 2009127/2009
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Roma, 18.12.09

 

 

Grazie al positivo effetto “trascinamento” di fine 2009.

 

CONFCOMMERCIO: NEL 2010 E 2011 PIL E CONSUMI

MIGLIORI DEL PREVISTO

 

 

Pil a +1,0 nel 2010 e +1,1% nel 2011; consumi a +0,7% nel 2010 e +1,1% nel 2011. Queste le previsioni di crescita per l’Italia che l’Ufficio Studi di Confcommercio ha rivisto al rialzo individuando nell’effetto “trascinamento”, generato dalla positiva performance di alcuni indicatori congiunturali negli ultimi mesi del 2009, un’importante “eredità” per una crescita più robusta nel 2010. Rispetto allo scorso Natale, in aumento l’acquisto di alimentari, utensileria per la casa, calzature e foto-ottica; in calo libri, profumi, giocattoli; tengono abbigliamento, informatica, telefonia, Cd.

 

In particolare – secondo l’analisi dell’Ufficio Studi - i dati del PIL relativi al terzo trimestre del 2009 lasciano ben sperare sul definitivo superamento della pesante recessione che ha caratterizzato il 2009. Infatti, la crescita congiunturale dello 0,6% è il sintomo di una ripresa, seppur ancora fragile, dell’attività produttiva. Così come la domanda per consumi delle famiglie che, dopo essere tornata a crescere già nel secondo trimestre del 2009 (+0,1% rispetto al primo trimestre dell’anno), nel terzo trimestre ha confermato l’uscita dalla recessione (+0,4% rispetto al secondo trimestre). A questo si devono aggiungere gli indicatori congiunturali che evidenziano, da alcuni mesi, un netto miglioramento del clima di fiducia, sia delle famiglie che delle imprese.

 

Il PIL e la domanda interna in termini reali - var. %

 

2007

2008

2009

2010

2011

PIL

1,6

-1,0

-4,6

1,0

1,1

Spesa delle famiglie residenti

1,2

-0,9

-1,7

0,7

1,1

Spesa sul territorio economico

1,1

-1,0

-1,8

0,7

1,0

Investimenti

1,6

-2,9

-12,6

1,2

2,3

Elaborazioni Ufficio Studi Confcommercio su dati Istat.

 

Questo insieme di segnali, insieme alle stime sull’andamento dell’ultimo quarto dell’anno in corso che dovrebbe confermare le attuali crescite congiunturali, porta a ritenere che il 2009 lascerà un’eredità positiva di circa otto decimi di punto di crescita. Per questo motivo è possibile rivedere al rialzo le previsioni della dinamica del PIL per il 2010 ed il 2011, portandole, rispettivamente, a +1,0% (da +0,7%) e a +1,1% (da +0,9%).

 

In pratica, questa “eredità” di 0,8% di fine 2009, che viene definita di ‘trascinamento’, potrà fornire la spinta propulsiva della ripresa nel prossimo anno, sempre confidando in un continuo e progressivo irrobustimento del ciclo internazionale, con benèfici effetti sui prodotti nazionali che soddisfano la domanda estera.

Il miglioramento che si sta osservando è anche il segno che le politiche di coesione sociale messe in atto fino ad oggi stanno dando i loro frutti, che le risorse indirizzate sugli ammortizzatori sociali, sulla spesa sanitaria per non tagliare le prestazioni ai cittadini, sulla detassazione di premi di produttività - il tutto attraverso la rimodulazione della manovra incorporata nella Legge finanziaria senza alterare i saldi di finanza pubblica - stanno stabilizzando e riavviando un sistema produttivo gravemente inceppato per la più profonda recessione subita dalle economie avanzate dal secondo dopoguerra.

Naturalmente, la prudenza resta d’obbligo, soprattutto perché, come tutte le recessioni del passato, anche e soprattutto questa avrà ripercussioni pesanti sul mercato del lavoro. Se la recessione del ’93, di gran lunga inferiore come intensità a quella attuale, determinò comunque un processo di espulsione di manodopera, soprattutto dai settori industriali, che durò per circa in quinquennio e che si interruppe invertendo la tendenza grazie all’introduzione di misure di flessibilità nelle tipologie e nei contratti di lavoro, oggi il processo risulta più difficile, perché nemmeno i servizi, tradizionale volano occupazionale, riusciranno a riassorbire le eccedenze.

D’altra parte è bene ricordare che la ripresa di questi mesi parte da livelli particolarmente ridotti dell’attività produttiva. In termini reali e comparabili, il Pil del terzo trimestre 2009 si posiziona sui livelli di fine 2001 e la spesa delle famiglie ritorna ai livelli di metà 2005. Ciò definisce, in sostanza, la misura corretta per interpretare oggi il concetto di ‘ripresa’.

Tornando alla questione occupazione, per il biennio 2009-2010, è prevedibile una riduzione degli occupati di circa 6-700mila unità, una parte delle quali sarà costituita da persone che hanno raggiunto il limite dell’età pensionabile e che non viene rimpiazzata da nuovi occupati. Conseguentemente, è da attendersi un peggioramento del tasso di disoccupazione (intorno all’8,5% nella media del 2010), con accentuazioni negative sulla componente giovanile e nelle aree meridionali.

In questo contesto, e tornando al tema dei consumi, la distribuzione della spesa per gli acquisti di Natale vedrà in crescita gli alimentari (+3% rispetto a Natale 2008) e l’utensileria per la casa e ferramenta (+1,8%), mentre i cali più sensibili si registreranno per i libri (-2,6%) e prodotti di profumeria (-2,2%). In dettaglio, ecco una tabella con l’andamento previsto settore per settore:

 

Prodotti

Previsione

Alimentari

ã

Abbigliamento

=

Calzature

ã

Mobili e arredamento per la casa

ä

Elettrodomestici e tv

ä

Utensileria per la casa e ferramenta

ã

Informatica, telefonia

=

Foto-ottica

ã

Articoli di profumeria

ä

Libri, cartoleria

ä

CD, audio-video

=

Giocattoli

ä

Fonte: previsione Ufficio Studi Confcommercio

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