Confcommercio Palermo: "E' ora di cambiare passo nella lotta alla mafia"

Confcommercio Palermo: "E' ora di cambiare passo nella lotta alla mafia"

Appello dell'associazione siciliana "a voltare pagina", a dire stop a passerelle e carriere costruite sull'antimafia di facciata". "Ripensare e riscrivere le regole per combattere racket e usura".

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16 settembre 2015

 

E' un appello a "voltare pagina", a dire stop a "passerelle" e "carriere costruite sull' antimafia di facciata", quello lanciato da Confcommercio Sicilia alla luce delle recenti vicende siciliane. L' associazione siciliana sottolinea la necessità di interrogarsi "su come l' impegno antimafia debba essere portato avanti" e richiama i governi nazionale e regionale, ma anche le associazioni di categoria "ad aprire un confronto su un mondo dove alcuni, forse, hanno male interpretato il concetto di fare sistema". Bisogna "mettere mano a un ripensamento e ad una riscrittura" delle regole per combattere il racket, l' usura e regolamentare i sequestri preventivi e le confische. "Le misure di contrasto al racket e all' usura - scrive in una nota Confcommercio - appesantite da un eccessivo carico burocratico, finiscono per penalizzare quegli imprenditori e quelle imprese che scelgono la strada della denuncia e della testimonianza civile". Le misure di sequestro preventivo, al di la del merito giudiziario sul quale ovviamente ci si rimette al lavoro della magistratura, ci spingono a rilanciare una serie di proposte di utilizzo di professionalita' piu' volte segnalato alle autorita' competenti, poiche' il sequestro preventivo non puo' e non deve essere trattato alla stregua di una pratica fallimentare"."Troppo spesso - lamenta Confcommercio Sicilia -, al di la' della restituzione delle imprese agli imprenditori, il rapporto banche-creditori-lavoratori, finisce per impoverire, rinsecchire e portare a uno stato comatoso le imprese oggetto di sequestro preventivo, anche per la lunghezza dei tempi necessari per accertare le responsabilita' oggettive. Superata la fase dell' accertamento, entra in gioco l' Agenzia sui Beni Confiscati che sempre piu' spesso si ritrova in mano immobili, che solo nell' ultimo periodo hanno avuto un' accellerazione con la restituzione alla fruizione di tali beni alla societa' civile. Confcommercio Sicilia ribadisce il valore di esperienze come quelle dell' Hotel San Paolo di Palermo e di altre, nelle quali lo Stato ha saputo dimostrare che si puo' essere imprenditori e si possono riportare risultati positivi utili all' intera collettivita'. Confcommercio Sicilia - prosegue la nota - auspica che si metta mano alla luce di questi oltre 20 anni di esperienza ad un ripensamento, ad una riscrittura delle regole per combattere il racket, l' usura e a regolamentare i sequestri preventivi e le confische, recuperando il ruolo delle associazioni di categoria, delle imprese sane e valorizzando competenze manageriali. Confcommercio Sicilia chiede che si volti pagina, basta passerelle, basta carriere costruite sull' antimafia di facciata. "Su questi temi - conclude - saremo inflessibili nel richiamare i Governi nazionale e regionale, ma anche le Organizzazioni di categoria ad aprire un confronto su un mondo dove alcuni, forse, hanno male interpretato il concetto di ' fare sistema'".

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