Confcommercio Perugia: consumatori indifferenti a obbligo Pos

Confcommercio Perugia: consumatori indifferenti a obbligo Pos

A quasi un mese dall'entrata in vigore dell'obbligo per imprenditori e professionisti di mettere a disposizione il Pos per pagamenti superiori ai 30 euro, una verifica "sul campo'' fatta sul territorio tra le imprese del commercio mostra tutti i suoi limiti.

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24 luglio 2014

 

A quasi un mese dall'entrata in vigore dell'obbligo per imprenditori e professionisti di mettere a disposizione il Pos per pagamenti superiori ai 30 euro, una verifica "sul campo'' fatta da Confcommercio della provincia di Perugia tra le imprese del commercio mostra tutti i limiti. La ricognizione fatta dal Confcommercio tra un campione di attività medio piccole di alcune città dell'Umbria evidenzia una forte difficoltà delle attività che erano prive di Pos ad attrezzarsi, proprio a causa dei costi, soprattutto quelle piccolissime e con scontrini prevalentemente inferiori ai 30 euro (es. fioristi, mercerie, bar…). Alcuni non si sono ancora adeguati perché non sono materialmente nella condizione di farlo. ''L'obbligo del POS per imprese e liberi professionisti - sottolinea Confcommercio provinciale - è un buon intendimento lasciato a metà, che sta solo generando confusione e nuovi oneri per le imprese. I costi per la diffusione della moneta elettronica - avvio, mantenimento del servizio e commissioni sui pagamenti - sono in Italia superiori di oltre il 50% rispetto a quelli in vigore in Europa e rappresentano un ulteriore aggravio sulle spalle di categorie imprenditoriali già pesantemente vessate e in crisi di liquidità. In particolare ci sono categorie che soffriranno molto più di altre, come ad esempio i tabaccai, i distributori di carburante e tutte le attività dove la soglia di guadagno è talmente bassa che, in caso di pagamento con il Pos, invece di un guadagno avrebbero addirittura una perdita". Confcommercio auspica, pertanto, "che il nuovo tavolo di lavoro aperto dal ministero dello Sviluppo Economico porti alla definizione di criteri idonei a garantire una riduzione dell'uso del contante e una crescita del grado di sicurezza ed escludano un aggravio di costi per le imprese. Chiede inoltre una spending review della moneta elettronica, che preveda l'introduzione dei tetti massimi alle commissioni interbancarie, la detraibilità fiscale di tutti gli oneri legati all'installazione e alla gestione del POS, la ridefinizione della clausola cosiddetta di "non discrimination rule" per favorire l'utilizzo degli strumenti di pagamento più efficienti, in coerenza con quanto previsto anche dal Libro verde della Commissione europea del 2012 "Verso un mercato europeo integrato dei pagamenti".
 

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