A Piacenza si "accende" la rete Iot

A Piacenza si "accende" la rete Iot

Il 5 dicembre si è tenuto un incontro e una dimostrazione pratica all'Unione Commercianti sull'Internet delle Cose: "big data" e "data science" a servizio della collettività e delle imprese per una città sempre più intelligente ed ecologica.

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4 dicembre 2018

L'Internet delle Cose (IOT) sta entrando sempre più in gioco nelle scelte urbanistiche, ma promette di esprimere le sue potenzialità anche in zone disagiate come l'alta montagna o le isole più sperdute. Ci troviamo di fronte ad nuova dimensione tecnologica grazie alla quale qualsiasi tipo di oggetto può diventare "connesso" e comunicare dati in grado di essere analizzati. Le cose, diventando "parlanti", consentono di sviluppare un'infinità di nuovi servizi capaci di migliorare la qualità della nostra vita e del nostro lavoro. Tutto diventa così più smart, cioè più intelligente, più comodo e più utile. Piacenza è pronta per questo cambio di "paradigma". Francesco Merenda, il primo a portare la connessione ad Internet nella nostra provincia nell'ormai lontano 1995 con la società Agonet, ha dato il via il 5 dicembre scorso presso l'Auditorium dell'Unione Commercianti alla sperimentazione sul sistema di Parcheggi Intelligenti che - grazie a sensori che comunicano in tempo reale - offrirà la possibilità nell'immediato futuro di essere guidati in automatico verso il posto auto libero più vicino, riducendo traffico e inquinamento, e favorendo il commercio nelle ZTL. Argomento caro al Presidente di Confcommercio, Raffaele Chiappa, come si è evinto dal tema trattato nell'Assemblea dello scorso settembre dal titolo "La rigenerazione urbana può favorire il piccolo negozio?", e che vede la struttura di Unione Commercianti anche da incubatore della sperimentazione. Il progetto si chiama curiosamente "Alicudino". La prima fase sperimentale di Agonet - infatti - è avvenuta nella sperduta isola di Alicudi, senza elettricità e con tutti i problemi tecnici che si possono immaginare. L'enorme potenziale dell'Internet of Things (IOT) si traduce nella raccolta di enormi quantità di dati da diversi sensori e dispositivi, in una analisi sempre più accurata e nell'elaborazione dei dati finalizzata a rendere i processi decisionali più rapidi e più efficaci. Per anni questo enorme potenziale è stato frenato da difficoltà tecniche quali la durata limitata delle batterie, la capacità dei dispositivi di coprire distanze di comunicazione brevi, i costi troppo elevati e la mancanza di regole. Francesco Merenda ha scelto di puntare sulla tecnologia chiamata LoRaWAN (Long Range wide-area network), che risolve questi problemi, essendo basata su un protocollo per le reti wide-area a basso consumo, in grado di collegare i sensori sulle lunghe distanze, offrendo nel contempo una durata ottimale della batteria e richiedendo un'infrastruttura minima. In occasione dell'incontro organizzato presso la sede di Unione Commercianti, al quale ha pertecipato il sindaco di Piacenza Patrizia Barbieri, si è parlato quindi anche di big data e data science al servizio della collettività e delle imprese per una città sempre più intelligente ed ecologica. I relatori hanno illustrato  come l'Internet delle Cose, le analisi predittive e le Intelligenze Artificiali potrebbero migliorare già oggi la vita a Piacenza. Una città più intelligente è anche una città più ecologica? Gli esempi che verranno portati in questo incontro offriranno una risposta positiva a questa domanda. La connessione di oggetti in rete può consentire l'ottimizzazione in tempo reale di processi produttivi, attività economiche e servizi infrastrutturali, riducendo in maniera sensibile l'inquinamento e il consumo di risorse. Gli esempi sono tanti. Basti pensare alla gestione efficiente dell'illuminazione pubblica che, grazie a un sistema di sensori, potrebbe essere regolata soltanto in base alle reali esigenze, riducendo il quantitativo di energia elettrica consumata. O ai dispositivi che monitorano la qualità dell'aria e l'inquinamento acustico al fine di pianificare interventi risolutivi basati su analisi più precise. Pensiamo alle smart road che dialogano con le auto, i semafori e la segnaletica per garantire un'ottimizzazione dei flussi di traffico al fine di ridurre l'inquinamento e migliorare la viabilità stradale. Oppure alla gestione del verde pubblico, dove grazie a un sistema di sensori si può gestire l'irrigazione in modo più efficiente e intelligente, rispondendo ai reali bisogni delle piante, attraverso un'analisi dei livelli di umidità, temperatura e in base alle condizioni climatiche in un dato momento.

 

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