Confcommercio Pisa lancia l'allarme occupazione

Confcommercio Pisa lancia l'allarme occupazione

Il direttore Pieragnoli: "La contrazione di posti di lavoro non risparmia nessun settore. Perde colpi l'industria ma retrocedono anche i servizi . A soffrire in particolare i settori delle costruzioni, come il commercio, il turismo e la ristorazione, grandi bacini di occupazione, soprattutto stagionale".

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12 settembre 2014

 

Confcommercio Pisa lancia l'allarme occupazione nell'area pisana. Un dato su tutti preoccupa l'associazione imprenditoriale: Pisa è l'ultima delle province toscane, (esclusa Prato), per tasso di assunzione nel 2014. Un misero 4,2% il tasso di assunzione nel 2014, un abisso rispetto al 9% dGrosseto, prima in Toscana, molto distante anche dal 7,9% di Livorno o dal 6,2% di Lucca, rispettivamente seconda e terza. Un dato largamente inferiore rispetto anche alla media nazionale, che si attesta al 5,4%. La variazione occupazionale registra per il 2014 una contrazione negativa di -1.350 unità, risultato della differenza tra le 4.580 entrate e le 5.930 uscite. In calo anche l'occupazione dipendente, con un -1,8%. "La contrazione di posti di lavoro non risparmia nessun settore" - ammette preoccupato Federico Pieragnoli, direttore di ConfcommercioPisa: "perde colpil'industria (-850 unità) ma retrocedono anche i servizi (-500 unità). A soffrire in particolare i settori delle costruzioni, come il commercio, il turismo e la ristorazione, grandi bacini di occupazione, soprattutto stagionale". Per il direttore di ConfcommercioPisa il segnale è drammatico: "L'88% delle imprese pisane per quest'anno non prevedono assunzioni, soprattutto a causa di una domanda in calo o incerta, o dalla mancanza di commesse sufficienti. Una stop che rischia di compromettere ogni possibile spiraglio di ripresa, a partire da una ulteriore, drammatica contrazione dei consumi interni". L'emergenza occupazione è legata soprattutto al rilancio delle imprese del commercio e dei servizi. Spiega Pieragnoli: "Sui 3.490 lavoratori dipendenti assunti, più del 50% è concentrato nelle aziende del commercio, del turismo e della ristorazione. A partire da questo dato, sono proprio le imprese che operano nei servizi che meritano di essere incentivate, agevolate, sostenute, non con chiacchiere, ma con sgravi fiscali e politiche ad hoc. E anche con efficaci politiche formative, visto che in tre anni il numero di imprese pisane che hanno svolto corsi di formazione è sceso dal 37% del 2011 al 24% di quest'anno". Secondo Pieragnoli, la politica pisana non può restare indifferente: "Mentre la politica si interroga sulla scelta del nuovo presidente della provincia, imprese e famiglie si aspettano risposte immediate e concrete. E' necessario un segnale forte e convincente, capace di incidere seriamente su questi numeri, perché senza nuova occupazione, ogni ripresa sarà impossibile".

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