Confcommercio replica a CGIL CISL e UIL

Confcommercio replica a CGIL CISL e UIL

Se le uniche vie percorribili che si riescono ad immaginare per far quadrare i conti della previdenza rimangono quelle dell'aumento dei contributi per i lavoratori autonomi la strada non solo sarà impervia ma anche piena di ostacoli: questo il commento di Confcommercio alle ipotesi di armonizzazione dei regimi previdenziali presentate oggi in uno studio di CGIL CISL e UIL.

Espliciti, mascherati o sotto forma di risparmi, da tempo si ventilano ipotesi di aumenti dei contributi, peraltro non giustificati o giustificabili se non da esigenze di risanamento dei conti previdenziali dell'intero sistema e non certo della gestione autonoma dei commercianti.

Infatti le previsioni nel medio periodo fatte dall'Inps assicurano la tenuta del fondo commercianti per almeno 7 anni e, comunque, solo alla categoria la legge riconosce il potere di apportare eventuale correttivi. Le esigenze di razionalizzazione del sistema, la separazione tra assistenza e previdenza, principi assolutamente condivisibili non possono diventare, in nessun caso, l'espediente per scaricare solo su alcune categorie il risanamento dei conti.

Chi fino ad oggi ha beneficiato degli attivi di gestione, non può ripercorrere le stesse vie per mantenere intatti privilegi che nel resto d'Europa non sono mai esistiti. La vera anomalia italiana - conclude Confcommercio - non è il cumulo parziale tra pensione e lavoro autonomo, ma l'uso distorto che si è fatto in maniera sistematica di alcuni istituti previdenziali.

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