Confcommercio Roma: "Dai saldi un segnale che dà fiducia"

Confcommercio Roma: "Dai saldi un segnale che dà fiducia"

Il presidente Rosario Cerra, in una lettera aperta al Corriere della Sera, analizza l'andamento dei saldi e sottolinea che l'economia locale sta dando qualche segnale di ripresa. "S'intravedono i germogli di un nuovo ciclo economico". Confcommercio Roma chiede ai sindaci della provincia di abbassare le imposte locali.

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9 marzo 2015

 

Il presidente di Confcommercio Roma, Rosario Cerra, in una lettera aperta al Corriere della Sera, analizza l'andamento dei saldi e sottolinea che l'economia locale sta dando qualche segnale di ripresa. "Probabilmente è ancora prematuro parlare di una vera e propria ripresa della nostra economia. Ancora spessa è la coltre di cenere generata in questi anni dalle migliaia di aziende chiuse, dai posti di lavoro persi, dai consumi e dai fatturati sempre più ridotti. Tuttavia sotto questa coltre iniziano ad intravvedersi i germogli di un nuovo ciclo economico che fa ben sperare e, soprattutto, deve dare coraggio e fiducia alle nostre imprese. Un dato su tutti è, a mio avviso, significativo: i dati reali sulle transizioni tramite carta di credito effettivamente svoltesi nel Lazio nel periodo dei saldi appena concluso ha fatto registrare un 4,9% rispetto allo stesso periodo dei 2014. La crisi non è certo finita ma sarebbe un grave errore per chi vuole rappresentare l'economia del territorio, non cogliere questi segnali positivi per tradurli in un nuovo clima di fiducia presso imprese e consumatori. Si tratta di una sfida che come Confcommercio Roma abbiamo fatto nostra in tempi non sospetti: a gennaio, mentre altre associazioni del commercio e altre ancora improvvisatesi del settore, come novelli "gufi economici" propinavano stime disastrose sui saldi, con una perdita prevista del -30%, noi non abbiamo avuto paura di diffondere le nostre previsioni, caute ma positive che, a conti fatti, si sono rivelate molto vicine ai dati reali. Il cuore della questione non è su chi avesse ragione, ma sul modello di rappresentanza economica che oggi serve alla nostra economia. Da un lato c'è quella che si fonda sulla cultura del piagnisteo, dove dire che va tutto male è il modo migliore per generare consenso a breve termine e poter avere qualche riga sui giornali. A prescindere dai benefici reali per le imprese. Dall'altro quella che vuole rappresentare gli interessi di una categoria ma a beneficio dell'intera comunità, che interpreta e anticipa i cambiamenti di scenario, che propone una visione di città e di sviluppo e lavora per ridare fiducia a imprese, lavoratori e famiglie. Sono convinto che Roma oggi non abbia bisogno di qualcuno che cerchi di coprire quel germoglio sotto la cenere, ma qualcuno che quella cenere la spazzi via affinché il germoglio diventi, giorno dopo giorno, sempre più rigoglioso. I gufi continuino a cantare, dunque. Presto sarà di nuovo giorno".

 

Confcommercio Roma chiede ai sindaci della provincia di abbassare le imposte locali

Appello di Confcommercio Roma ai sindaci dei Comuni della Provincia sull'insostenibilità del peso delle tasse locali per il sistema imprenditoriale che, pur rappresentando il motore della qualità della vita del territorio, secondo l'Associazione, non viene adeguatamente sostenuto da politiche che ne rafforzino la competitività e le energie innovative. In una lettera inviata ai sindaci dei comuni della provincia di Roma, il presidente Rosario Cerra, sottolineando il ruolo fondamentale dei settori del commercio, dei servizi e del turismo, ossia del terziario di mercato, nei centri storici, nei quartieri e nei paesi della provincia, chiede in particolare che siano deliberate aliquote Imu di estremo favore per le unità non abitative destinate all' esercizio d'impresa; che siano previste agevolazioni per i proprietari di tali immobili che accordano riduzioni di canone di locazione commerciale; che sia azzerata l'aliquota Tasi applicata agli immobili strumentali adibiti ad attività d' impresa o, in alternativa, sia applicata l'aliquota base prevista dalla normativa. Infine, per quanto riguarda la Tari, che venga abbandonato il ''metodo normalizzato'' in quanto fortemente sconveniente per le imprese che si trovano a corrispondere aliquote maggiori e senza alcun rapporto effettivo con la reale produzione di rifiuto; che sia prevista una tariffa puntuale secondo il principio europeo del '' chi inquina paga'' e che sia incentivato il vuoto o vetro a rendere e sostenuta la raccolta differenziata con forti riduzioni tariffarie per le aziende virtuose. ''Negli ultimi anni la pressione fiscale che grava sui settori del commercio, del turismo e dei servizi è più che raddoppiata - afferma Cerra - rendendo impossibile per le imprese sostenere i timidi segnali di ripresa della nostra economia. La legge di stabilità non prevede né misure in grado di ridurre tale eccessivo onere tributario né quelle disposizioni che erano state più volte ventilate circa la semplificazione della fiscalità immobiliare''. 'Per invertire la tendenza e dare nuovi impulsi alla crescita del territorio, occorre investire in politiche di sostegno al sistema produttivo, partendo proprio dalla riduzione delle spese fiscali delle aziende ed è quello che abbiamo chiesto alle amministrazioni locali - conclude Cerra - nella convinzione che le nostre imprese non sono solo un patrimonio economico che va tutelato e salvaguardato, ma rappresentano anche una componente fondamentale del capitale culturale e sociale dei nostri borghi e delle nostre città''.

 

 

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