Confcommercio Roma: "Su Imu no a figli e figliastri"

Confcommercio Roma: "Su Imu no a figli e figliastri"

Il presidente Roscioli: "La casa è un valore primario ma è importante tutelare anche le imprese". "Nel 2013 l'Imu si concretizzerebbe per gli alberghi in un'imposizione del 96,9% in più rispetto all'Ici 2011, mentre per i negozi si tratterebbe di un 145% in più".

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13 maggio 2013

 

''Siamo convinti che la casa sia per tutti i cittadini un valore primario, ma altrettanto importante e' tutelare il tessuto imprenditoriale dal peso della tassa sugli immobili, soprattutto oggi, in un frangente in cui migliaia di imprese stanno chiudendo o rischiano di farlo, sarebbe un errore imperdonabile dimenticarsi di esse e dei loro occupati''. E' quanto dichiara il presidente di Confcommercio Roma e Federalbeghi Roma Giuseppe Roscioli. ''Nel 2013 infatti - aggiunge Roscioli - l'Imu si concretizzerebbe per gli alberghi in un'imposizione del 96,9% in piu' rispetto all'Ici 2011, mentre per i negozi si tratterebbe di un 145% in piu''. ''Per il bene della nostra economia e dei lavoratori in primis, siano essi imprenditori o occupati - conclude Roscioli - e' necessario porre un freno al moltiplicatore automatico previsto dal 'Decreto Salva Italia' di Monti, che quest'anno farebbe ulteriormente aumentare l'Imu. E poiche' pare intravedersi la volonta' politica di aiutare le aree agricole, vogliamo ricordare al Governo che si trova in ritiro, che non esistono settori piu' meritevoli di attenzione di altri nei momenti di difficolta', e se proprio si decidesse di crearne, va tenuto in debita considerazione il fatto che commercio e turismo contribuiscono alla creazione di gran parte del Pil nazionale e continuano ad essere tra i maggiori garanti, in special modo il secondo, di opportunita' reali di occupazione''.

 

 

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