Confcommercio: "servono le grandi riforme strutturali"

Confcommercio: "servono le grandi riforme strutturali"

Audizione davanti alle commissioni Bilancio di Senato e Camera per i rappresentanti di Confcommercio, Confesercenti, Casartigiani, Cna e Confartigianato. "Cauto ottimismo" per il dopo crisi, ma servono "più produttività e meno carico fiscale".

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13 ottobre 2009
“L’Italia ha sofferto in maniera particolare la crisi, ma guardando in prospettiva non mancano motivi per un cauto ottimismo,

“L’Italia ha sofferto in maniera particolare la crisi, ma guardando in prospettiva non mancano motivi per un cauto ottimismo, mentre i maggiori timori riguardano la tenuta dei livelli occupazionali”. Lo hanno affermato i rappresentanti di Confcommercio, Confesercenti, Casartigiani, Cna e Confartigianato nel corso dell’audizione davanti alle commissioni Bilancio di Senato e Camera nell’ambito della “Attività conoscitiva preliminare all'esame dei documenti di bilancio per il 2010-2012”.

“Per l’Italia – hanno continuato i rappresentanti delle cinque Confederazioni - la ripresa per l’anno prossimo non dovrebbe superare pochi decimi di punto”, mentre per quanto riguarda i consumi “diversi indicatori confermano che il punto di minimo è stato raggiunto nel primo trimestre, ma sono ancora assenti decisi indizi di un adeguamento al rialzo dei piani di spesa delle famiglie italiane”.

E’ necessario, quindi “mettere in campo strategie per la soluzione dei problemi strutturali della nostra economia, unica strada percorribile per potere sperare in una ripresa significativa”.

La Finanziaria 2010, dunque, deve contribuire ad “evitare di uscire dalla recessione con un ritmo di crescita troppo ridotto, altrimenti potremo tornare ai livelli di benessere economico del 2007 non prima del 2012 o del 2013”. Ma soprattutto – hanno insistito Confcommercio, Confesercenti, Casartigiani, Cna e Confartigianato  - “occorre portare avanti le grandi riforme strutturali: più produttività ed un minore carico fiscale”. Con quattro priorità: “una coraggiosa politica di graduale e costante riduzione del carico fiscale che grava su imprese e famiglie; sviluppare l’offerta di lavoro; contrastare le rendite improduttive; rendere più efficiente la spesa pubblica”.

Per quanto riguarda in particolare la riduzione della pressione fiscale, occorre intervenire sull’Irap “elevando il regime di franchigia oggi stabilito in 9.500 euro per i soggetti, di più piccola dimensione, che dichiarano un valore della produzione inferiore a 181 mila euro”. E “va esteso l’ambito di applicazione della Tremonti-ter per accelerare la ripresa degli investimenti delle imprese, così come è importante riattivare misure di sostegno al mondo delle pmi e dei servizi che investono in innovazione e ricerca”.

Si deve poi, sempre secondo le cinque Confederazioni, “dare attuazione ai provvedimenti in materia di semplificazione normativa, di misurazione e riduzione degli oneri a carico delle imprese in ambito amministrativo e di riorganizzazione degli strumenti di contatto tra imprese e pubblica amministrazione, per velocizzare e semplificare le procedure”.

Infine, “deve tornare ad essere al centro delle politiche di sviluppo del Paese il tema delle liberalizzazioni nei settori di maggiore impatto: banche, assicurazioni, energia, ordini professionali”.

 

 

 

 

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