Confcommercio Sicilia: codice etico contro la criminalità

Confcommercio Sicilia: codice etico contro la criminalità

Iniziativa di Confcommercio Sicilia: centinaia di dirigenti hanno già sottoscritto il codice etico contro le criminalità. Il presidente Agen: "Vogliamo coinvolgere l'intero sistema associativo". Abbiamo voluto dare una risposta concreta alle esternazioni di Pietro Grasso sull'esigenza che le grandi organizzazioni si mettessero in gioco in prima persona sul fronte della lotta alla criminalità".

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19 giugno 2013

 

Qualche mese fa, l'allora procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso disse che le grandi organizzazioni di categoria dovevano uscire dal generico, esponendosi con nomi e cognomi nella lotta alla criminalità. Raccogliendo la sfida per una giusta battaglia, Confcommercio Sicilia ha pubblicato un primo elenco di centinaia di dirigenti ai vari livelli territoriali che hanno firmato il codice etico, impegnandosi a divenire parte attiva nella lotta al racket, all'usura e ad altre forme di illegalità. "Come Confcommercio Sicilia - spiega il presidente regionale Pietro Agen - abbiamo voluto dare una risposta concreta alle giuste e condivisibili esternazioni di Pietro Grasso sull'esigenza che le grandi organizzazioni si mettessero in gioco in prima persona sul fronte della lotta alla criminalità". "Confcommercio - continua Agen - apre con questa iniziativa che vede la pubblicazione di molte centinaia di nominativi di uomini dei vari territori, attivi in prima persona nell'organizzazione che già hanno sottoscritto il codice etico e quindi l'impegno al contrasto di racket, usura, ma non solo. Questa iniziativa che vuole uscire dagli schemi della ormai, per certi versi, retorica e verticistica dichiarazione di principio, vuole coinvolgere l'intero mondo associativo a cui verrà progressivamente richiesto lo stesso impegno". Un'iniziativa che mira alto. "È un cambiamento epocale - continua il presidente - non il singolo gruppo di vertice o le sole associazioni antiracket, ma centinaia, migliaia di operatori che come dice il nostro slogan "ci mettono la faccia" nella lotta a quell'insieme di illegalità che hanno soffocato l'economia della nostra regione e vanificato le speranze di tanti giovani". L'associazione regionale crede molto in questo progetto dalla portata, sicuramente, unica. "Da oggi cambia il quadro generale; siamo consci del fatto che l'operazione presenta alcuni rischi: potremmo avere casi di persone non sincere, potremmo avere una partecipazione di facciata più che di convinzione, rischi che comunque non potranno in alcun modo intaccare la portata unica dell'iniziativa e l'avvio di una nuova fase del percorso partito tanti anni fa con la nascita delle prime realtà antiracket".

 

 

 

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