Confcommercio Sicilia: "Isola sul fondo del baratro"

Confcommercio Sicilia: "Isola sul fondo del baratro"

Grido d'allarme del presidente Agen: "se l'Italia è in crisi, noi siamo nel fondo del baratro. La capacità di consumi del siciliano medio è di un terzo inferiore rispetto alla media italiana".

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23 gennaio 2013

E' un quadro allarmante quello tracciato da Confcommercio Sicilia che ha illustrato a Palermo i dati relativi alla grave crisi che, sulla scia di quanto sta accadendo nel resto del Paese e nell'intera eurozona, sta investendo a cascata anche l'isola. Ad illustrare i dati è stato il presidente Pietro Agen, secondo il quale "se l'Italia è in crisi, noi siamo nel fondo del baratro. L'unico dato positivo, quello della crescita demografica, per la prima volta in Sicilia si inverte. Adesso si cresce meno rispetto alla media italiana. Il secondo dato sconvolgente è quello relativo alla capacità di consumi del siciliano medio. Sull'isola c'è una capacità di consumo che è un terzo inferiore rispetto alla media italiana". Dall'analisi di questa situazione di emergenza, quindi, Confcommercio Sicilia delinea e suggerisce agli amministratori quelle che devono essere le chiavi di volta per far sì che l'economia possa essere rilanciata e tornare in attivo. "Si tratta - ha proseguito Agen - di adottare le ricette giuste: tagliare spese correnti e trasferirle in investimenti. Questo creerebbe potenzialità di sviluppo. Abbiamo il più alto numero di dirigenti pubblici, impiegati pubblici, il più alto numero di
spese pazze. E' una critica alla gestione degli ultimi 40 anni, ma adesso bisogna rimodulare ad esempio i fondi europei per finanziare non più corsi fantasma o sagre di paese. O investire per creare comunicazione o rifare la rete ferroviaria. E' arrivato il momento di voltare pagina". La ripresa, inoltre, passa per un rilancio vero e omogeneo del settore turistico, vero traino dell'economia regionale: "la nostra economia - ha detto il presidente di Confcommercio
Sicilia - non può non ripartire dal turismo. L'ambiente deve essere attrattivo. Bisogna rendere i centri storici attrattivi, e con una grande operazione d'investimento per la messa insicurezza dei centri storici". "Trovo folle- ha concluso Agen - che ogni anno in Sicilia si cambi lo slogan. La promozione va fatta con criteri di scientificità. Serve uno slogan siciliano, caratterizzante rispetto al resto d'Italia. Esistono dieci tipi di turismo diversi, se non si fa un progetto di sviluppo è difficile essere competitivi nel settore. Pensare di rilanciare il turismo chiamando le piazze evocando Archimede lo trovo affascinante, ma non ci credo".

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