Ordinanza Covid, “ci voleva una strategia più complessiva. Imprese penalizzate, sbatteremo contro un muro”

Ordinanza Covid, “ci voleva una strategia più complessiva. Imprese penalizzate, sbatteremo contro un muro”

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26 ottobre 2020

“La situazione è difficile. Il momento è complesso. Ma senza una strategia complessiva e con provvedimenti che rischiano di creare ancora più scompiglio del lockdown della scorsa primavera, allora è quasi certo che si rischia di andare a sbattere contro un muro. Un impatto tremendo destinato a causare la morte di chissà quante altre imprese. Non possiamo permettercelo”. E’ netta la presa di posizione di Confcommercio Sicilia dopo l’ordinanza emanata dal Governo regionale.

“Abbiamo letto con attenzione gli articoli dell’ordinanza emanata dal presidente Musumeci – afferma il presidente regionale vicario Confcommercio Sicilia, Gianluca Manenti e c’è più di una cosa che non ci convince. Ma, soprattutto, si nota come manchi una linea complessiva, una strategia comune che cerchi di coniugare l’esigenza alla salvaguardia della salute con la tutela dell’economia, già duramente fiaccata da questi ultimi mesi. Scelte drastiche che avranno ripercussioni ancora più pesanti del recente passato. Scelte che non condividiamo”.

L’intero sistema Confcommercio Sicilia si è mobilitato per dire no a queste decisioni che, tra l’altro, sono state prese senza alcuna concertazione con le associazioni di categoria. “Chiudere alle 24 invece che alle 23 – afferma il presidente provinciale Confcommercio Catania, Piero Agen sarebbe una cosa buona. E’ folle chiudere i centri commerciali lasciando aperte tabaccherie, edicole e farmacie all’interno: aumentano i costi a fronte di rischi e incassi comunque nulli. Anche la chiusura della somministrazione in piedi alle 18 ci lascia molto perplessi. Inoltre, si determinano danni enormi e si continua a parlare solo di cassa integrazione. Sono necessari, invece, interventi su affitti, costi luce e riscaldamento”.

Il presidente provinciale Confcommercio Caltanissetta, Gero Nicoletti, precisa: “se ci sono le restrizioni, è essenziale che sia pronto anche un piano su cui la Regione deve puntare per aiutare le attività che non potranno più essere operative e che subiranno un ulteriore tracollo economico da cui, stavolta, difficilmente potranno rialzarsi”.

Per il presidente provinciale Confcommercio Palermo, la vicepresidente nazionale Patrizia Di Dio, “con questo clima di paura, stanno uccidendo le imprese del settore. Non possiamo permetterci un altro lockdown e nemmeno provvedimenti restrittivi estemporanei privi di strategia come quelli emanati in questi giorni. Di fatto, per le attività del comparto, questi provvedimenti rappresentano una sorta di lockdown camuffato. C’è stato tutto il tempo per riorganizzare la Sanità e non è certo colpa delle aziende se non è stato fatto. E’ indispensabile porre un freno a quella che appare una vera e propria strategia della paura”.

Il presidente provinciale Confcommercio Siracusa, Elio Piscitello, sottolinea: “non ha alcun senso chiudere le attività commerciali la domenica alle 14. A seguito di ciò, infatti, si creerà certamente un maggiore assembramento la mattina. Un provvedimento che, dunque, riteniamo inutile e probabilmente anche dannoso”.

E il presidente regionale vicario Manenti conclude: “tra l’altro, gli effetti di questa ordinanza, già in vigore nel corso di queste ore, si ripercuoteranno in maniera seria sulle aziende che stavano programmando, visto che ci troviamo a fine mese, il pagamento degli stipendi al personale e l’acquisto di merce per le prossime settimane. Tutto rimane campato per aria con gravi conseguenze che sono facilmente immaginabili”.

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