I vertici di Confcommercio Sicilia sospendono lo sciopero della fame

I vertici di Confcommercio Sicilia sospendono lo sciopero della fame

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13 maggio 2021

Il presidente di Confcommercio Sicilia, Gianluca Manenti, ha sospeso lo sciopero della fame iniziato il 6 maggio scorso per sottolineare la gravissima situazione in cui versano tutte le imprese del commercio, soprattutto i pubblici esercizi. La decisione è giustificata con il raggiungimento di due obiettivi: “da lunedì quasi certamente la Sicilia sarà in zona gialla e 250 milioni di euro saranno messi in circolo nell’economia siciliana, a sostegno delle categorie più colpite dalla pandemia”. “Abbiamo deciso di fermarci anche in attesa dell’esito della conferenza Stato Regioni e della cabina di regia convocata per lunedì dal Governo. Restiamo, insomma, in attesa delle risposte della politica da cui ci aspettiamo non solo la solidarietà mostrata fino ad oggi ma la revisione del coprifuoco e date certe per la ripartenza di tutte le attività economiche oggi bloccate o limitate fortemente, all’aperto e al chiuso”, ha proseguito Manenti.

“Voglio ringraziare – conclude il presidente di Confcommercio Sicilia - i presidenti provinciali di Catania e Trapani, Piero Agen e Pino Pace, per avere condiviso la protesta, così come il presidente di Fipe Sicilia, Dario Pistorio, e il presidente di Confcommercio Sciacca, Giuseppe Caruana, oltre a tutti i dirigenti del nostro sistema che hanno voluto appoggiare questa forma di contestazione silenziosa rispetto a scelte che ci hanno messo con le spalle al muro. Il nostro pensiero va alle migliaia di imprese di vari settori in condizioni ormai disperate: dalla ristorazione alle palestre, dalle attività nei centri commerciali ai parchi tematici, dal mondo del wedding alle fiere senza dimenticare centri scommesse, teatri, cinema e numerose altre attività oggi ancora chiuse. Aspettiamo di capire, dunque, che cosa accadrà. Siamo pronti a riprendere, nel caso, la nostra battaglia di civiltà perché sia garantito il diritto al lavoro a tutti. Nessuno dovrà essere abbandonato al proprio destino. È stata dura, non lo nego. Ma siamo pronti a rifarlo, se necessario, perché le imprese hanno bisogno di tutta la comprensione e di tutto il sostegno possibile in questa fase così delicata. E, soprattutto, hanno bisogno di lavorare, anche se con tutti gli accorgimenti del caso, per potere alimentare la propria speranza di sopravvivenza”.

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