Confcommercio Sicilia: "la situazione è drammatica"
Confcommercio Sicilia: "la situazione è drammatica"
Secondo i dati dell'Associazione, bar e ristoranti hanno avuto un calo del 35%, gli alberghi del 62% e i tour operator del 65%. Manenti: “Rischiamo la chiusura di un numero enorme di aziende”.
Dopo la presa di posizione su una finanziaria regionale insoddisfacente, Confcommercio Sicilia ha commentato la difficile situazione economica dell'isola: “un disastro epocale, con una perdita di ricavi per qualche decina di miliardi di euro”. La filiera del commercio, del turismo e dei servizi è stata travolta dalla crisi economica: “il bilancio è ancora pesantissimo, innanzitutto per le perdite umane – ha aggiunto il presidente Gianluca Manenti – e anche sul fronte economico, per le tante imprese che hanno chiuso definitivamente e le molte fortemente a rischio”.
L'Associazione è preoccupata soprattutto del livello di esasperazione delle imprese, che a distanza di un anno dallo scoppio della pandemia chiedono solo di poter riaprire in sicurezza. Il terziario è il settore che sta soffrendo di più: “per alcuni comparti la situazione è drammatica – ha proseguito Manenti – come ad esempio i pubblici esercizi: bar e ristoranti hanno registrato un calo di fatturato intorno al 35%, gli albergatori del 62%, il settore moda del 30% e le agenzie di viaggio e i tour operator del 65%”.
Di Dio: "Le imprese sono state ignorate ancora una volta"
Dopo la protesta in piazza Parlamento, organizzata il 24 marzo da Confcommercio Palermo, la presidente Patrizia Di Dio e i componenti della sua Giunta sono stati ricevuti a Palazzo dei Normanni dal presidente dell'Assemblea Regionale Siciliana, Gianfranco Micciché. All'incontro erano presenti anche i capigruppo e alcuni rappresentati del governo per affrontare i temi sollevati dall'Associazione durante la manifestazione. Tra i temi affrontati il problema della legge di bilancio, che ha destinato troppi pochi soldi per l'isola: “incredibile – ha commentato Di Dio al termine della riunione – che ci siano zero euro nella Finanziaria della Regione Sicilia. Nonostante abbiamo spiegato che siamo noi, imprenditori e commercianti, il vero motore della produttività dal momento che l'isola vive prevalentemente di terziario, servizi e turismo, e che siamo noi a produrre il gettito fiscale indispensabile per fare la Finanziaria, la risposta è stata: mi dispiace”. Le imprese sono state ignorate e il governo non ha tutelato il settore imponendo misure spesso inique e sbagliate.
Vista la difficile situazione, l'Associazione ha chiesto al presidente Micciché di aprire un tavolo permanente sull'economia. Da parte del governo è stato, invece, promesso un “tesoretto” di circa 200-300 milioni di euro e la riprogrammazione di alcune risorse. “Le nostre perdite però – ha proseguito Di Dio – ammontano a svariati miliardi. Questo è solo un primo passo, le istituzioni devono mette l'economia a centro della politica regionale. Dobbiamo essere messi in condizione di resistere sul mercato e la tempestività degli interventi ha un valore decisivo. Non possiamo aspettare tempi biblici”. L'Associazione ha anche chiesto un'accelerazione della campagna vaccinale per arginare l'emergenza sanitaria.