Confcommercio Sondrio: "Necessario dare certezze alle imprese"

Confcommercio Sondrio: "Necessario dare certezze alle imprese"

Lettera aperta della Giunta alle istituzioni: "Bisogna trovare il modo di far convivere il fare impresa con la crisi sanitaria in atto". "Fondamentali i ristori commisurati alla perdita di fatturato e misure a sostegno dei dipendenti".

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12 febbraio 2021

La Giunta dell’Unione del Commercio del Turismo e dei Servizi, nella riunione svoltasi martedì 9 febbraio, ha analizzato a fondo la situazione dei propri settori di riferimento. Un momento di riflessione da cui è emerso "il grido di dolore" degli operatori, a cui la Giunta ha deciso di dare risalto con una lettera aperta.

Se il 2020 è stato un annus horribilis, non vorremmo che il 2021 diventasse un annus exitialis, inteso come rovinoso, funesto e fatale per le imprese del terziario, se non si interverrà immediatamente con misure efficaci e tempestive per correre ai ripari, in primis creando una situazione tale da consentire agli operatori del commercio del turismo e dei servizi di poter lavorare e programmare la propria attività. Bisogna trovare il modo di far convivere il fare impresa – rispettando tutti i protocolli di sicurezza antiCovid-19 previsti – con la crisi sanitaria in atto. È questa la richiesta a gran voce degli imprenditori, di cui l’Unione del Commercio, del Turismo e dei Servizi della provincia di Sondrio, presieduta da Loretta Credaro, si fa portatrice. Accanto a ciò, e a maggior ragione se purtroppo dovessero prolungarsi restrizioni e ripetersi chiusure per contrastare la pandemia, sono necessari ristori tempestivi e commisurati al mancato fatturato per le aziende e sostegno economico per la forza lavoro, così essenziale per le attività. Riguardo a entrambi questi aspetti, chiediamo una moratoria della cassa integrazione che permetta alle aziende di salvaguardare il personale, sgravi contributivi per le imprese che richiamano in servizio i dipendenti; sostegno al reddito per i lavoratori che rimangono disoccupati o sospesi.

 

Coloro che prendono decisioni dovrebbero mettersi nei panni di chi ha un’attività e capire che cosa vuol dire gestire un albergo, un pubblico esercizio, un negozio, un’agenzia di viaggio, un centro estetico e quant’altro: i nostri operatori hanno a che fare con materie prime da ordinare, collaboratori da gestire, ambienti da sanificare e tutto ciò richiede pianificazione. Spesso e volentieri, invece, c’è la sottovalutazione che basti alzare una saracinesca o aprire le porte di una hall perché tutto ricominci a funzionare, ma non è così: dietro a una vetrina e a una struttura ricettiva c’è tutta un’organizzazione del lavoro complessa, che richiede pianificazione e, per fare questo, occorrono punti fermi, certezze, un orizzonte a cui guardare.

La misura è colma e le nostre imprese sono al limite della sopportazione. Ultima assurdità in ordine di tempo, l’entrata in vigore della Lotteria degli scontrini (a partire dal 1° febbraio). Un’ulteriore complicazione per la vita ai commercianti, obbligati a perdere tempo inutilmente per digitare i codici dei clienti o a fare ulteriori spese per dotarsi del lettore digitale.

 

È importante ricordare che le aziende del commercio del turismo e dei servizi rappresentano la linfa vitale del sistema economico della provincia di Sondrio (che conta in tutto oltre 181mila abitanti) e, quindi, della comunità locale: la fotografia di anni pre-Covid evidenziava 13.916 imprese attive in Valtellina e Valchiavenna, di cui 2.947 del commercio, 1.816 del turismo, 2.766 dei servizi, 441 dei trasporti. In totale il terziario di mercato contava 7.970 attività, il 57,3%. Tanto più che i dati sopra indicati sono già ad oggi da rivedere decisamente al ribasso, considerato che parecchi operatori hanno chiuso durante la pandemia e numerosi altri hanno annunciato di accingersi a farlo nei prossimi mesi, se le cose non cambieranno.

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