CONFCOMMERCIO SU CARO PETROLIO: 1000 MILIARDI ...

CONFCOMMERCIO SU CARO PETROLIO: 1000 MILIARDI ...

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       52/2000       Roma, 08.09.00

 

 

CONFCOMMERCIO SU CARO PETROLIO:

1000 MILIARDI IN PIU' PER IL RISCALDAMENTO

 

 

La tendenza all’aumento dei prezzi dei prodotti petroliferi sui mercati internazionali in atto ormai da oltre un anno e mezzo non sembra destinata ad esaurirsi nel breve periodo. I contenuti aumenti produttivi da parte dei Paesi dell’OPEC associati ad una domanda mondiale in aumento, conseguenza anche della presenza di una fase espansiva nelle principali aree economiche e di riserve molto contenute nei principali paesi, rischiano di determinare anche nei prossimi mesi prezzi del petrolio al barile particolarmente elevati: questa la previsione del Centro Studi di Confcommercio sulle ipotesi di rincaro del prezzo del barile.

 

Questa tendenza associata al permanere di un euro debole sui mercati rischia di avere conseguenze molto pesanti non solo sull’inflazione, che con ogni probabilità sforerà il tetto del 2,5% come media annua, ma anche sui bilanci delle famiglie italiane.

L’aumento riscontrato nell’ultimo anno dal gasolio da riscaldamento pari ad oltre 300 lire al litro, nonostante la diminuzione di oltre 40 lire dell’accisa, rischia di tradursi nei prossimi mesi in un aumento delle spese sostenute dalle famiglie per il riscaldamento invernale di oltre 1000 miliardi.

 

Non meno preoccupante appare la situazione per i possibili maggiori oneri derivanti dal progressivo aumento dei prezzi delle benzine verde e super.

Se venissero confermati i timori di un aumento del petrolio al barile verso i 40 dollari, in presenza anche di una stabilizzazione del cambio euro dollaro l’impatto sui prezzi sarebbe particolarmente negativo. L’ulteriore aggravio per le famiglie sarebbe nei prossimi mesi di circa 3.000 miliardi.

 

In presenza di una evoluzione delle retribuzioni sostanzialmente contenuta ed inferiore al tasso d’inflazione ciò si tradurrebbe in una sostanziale stabilizzazione della spesa delle famiglie, con la necessità di spostare risorse da altri consumi verso la voce energetica.

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