46/2002

     Roma, 22.07.02

Tariffe e servizi pubblici impediscono la riduzione dell'inflazione

confcommercio su citta' campione:

energia e assicurazioni nel mirino

Al netto degli aumenti nel settore assicurativo, finanziario, di alcuni servizi medici e di parte dei trasporti, la cui incidenza sul paniere è inferiore al 6%, l’inflazione sarebbe già scesa sotto il 2%: questo il commento del Centro Studi Confcommercio alle anticipazioni dei prezzi provenienti dalle città campione.

Le voci sopra elencate - prosegue la nota - hanno infatti contribuito a determinare un incremento dell'inflazione di uno 0,3% su base annua.

I dati dell'ultimo mese risentono in particolare degli aumenti già autorizzati dall’authority dell’energia e delle indicazioni sugli aumenti praticati nel settore assicurativo.

In sostanza, con l’attenuarsi di alcune pressioni sui prezzi che si formano sul libero mercato, risultano evidenti alcune delle anomalie del sistema dei prezzi italiano.

In alcuni settori nei quali vi è poca concorrenza tra imprese, infatti, si continuano a praticare incrementi che appaiono sempre in contrasto con una politica che dovrebbe avere come obiettivo il contenimento dell’inflazione.

Esempio è l’aumento deciso nel campo delle tariffe energetiche che già erano tra le più elevate d’Europa.

Si aggiunga che se si analizzano gli andamenti dei primi sei mesi si riscontra come per alcuni beni e servizi di pubblica utilità gli aumenti continuano ad essere particolarmente elevati.

E’ evidente - conclude Confcommercio - che in una fase nella quale si stanno registrando minori pressioni a monte dei prezzi, tendenza favorita anche dal riapprezzamento dell’euro, se si vogliono raggiungere gli obiettivi indicati nel recente Dpef è necessario riportare tutti i soggetti, ed in particolare l’operatore pubblico, a comportamenti più virtuosi.